Il soffitto, della Moschea di Tokyo.

Moschea di Tokyo

Sebbene il Giappone sia un paese a grande maggioranza buddista, non mancano minoranze religiose  e tra queste una delle più diffuse è la religione islamica, una conferma che si ha dalle numerose moschee presenti nel paese. Molte di queste sono piccole e sconosciute persino ai giapponesi stessi, ma alcune sorprendono per la loro bellezza architettonica, come la Moschea  di Tokyo, conosciuta anche come Tokyo Camii. Tra tutte le moschee presenti sul territorio, quella di Tokyo è quella più grande e sorge nel cuore di una tranquilla area residenziale, vicino al parco Yoyogi, a breve distanza dai vivaci quartieri di Shinjuku e Harajuku, una posizione strategica che consente anche ai turisti mussulmani, in costante crescita in Giappone negli ultimi anni, di avere un luogo in cui pregare. La Moschea di Tokyo può accogliere fino a 2mila fedeli e se passate nella zona vi consiglio di entrare a visitarla per ammirarne i superbi dettagli decorativi e architettonici.

L’architettura ottomana

I primi elementi che catturano l’attenzione sono l’imponente cupola affiancata da un altissimo minareto di oltre 40 metri, espressione di uno stile ottomano tradizionale che se da un lato contrasta con i grattacieli e l’architettura circostante, paradossalmente l’insieme si rivela armonioso.

Lo stile evoca in parte la famosa Moschea Blu di Istanbul e proprio la parola Camii con cui è conosciuta è una parola di origine turca usata per indicare una moschea centrale nata a scopo congregativo: qui gran parte di mussulmani si riuniscono per le preghiere del venerdì, il giorno più sacro della settimana (l’equivalente della nostra domenica).

Proprio adiacente alla moschea si trova anche un Centro Culturale Turco di cui fa parte anche una scuola.

Le origini della moschea

Ma come è nata la Moschea di Tokyo? La struttura risale al 1938 e venne costruita da due immigrati russi fuggiti in Giappone dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Quella che potete vedere oggi non è però la moschea originale, la quale, per via di gravi danneggiamenti strutturali, venne demolita e poi ricostruita nel 1998. Gli ornamenti e le decorazioni del progetto si sono ispirate agli edifici religiosi di architettura ottomana e nel progetto hanno preso parte circa 100 abili artigiani turchi, i quali hanno lavorato materie prime importate direttamente dalla Turchia, completando il progetto nel 2000. Il frutto di questo grande impegno è un vero e proprio capolavoro architettonico.

Visitare la moschea

Se possibile, gli interni sono ancora più meravigliosi della facciata esterna dell’edificio. Le numerose vetrate dipinte lasciano filtrare la luce, illuminando l’interno durante la giornata e conferendo agli ambienti un’atmosfera suggestiva e particolarmente emozionante.

Le pareti e la volta, decorate con calligrafie che riportano versi del Corano e disegni geometrici tipici della cultura araba spezzano il bianco candido del marmo catturando lo sguardo dei visitatori.

Particolarmente bello è il minbar, ovvero il pulpito in cui l’Imam recita il sermone durante le preghiere del venerdì.

In questa giornata la moschea si rivela particolarmente affollata, perciò vi consiglio di optare per un altro giorno in modo da godervi al meglio la visita in un’atmosfera più tranquilla e senza disturbare i fedeli.

Come per altri luoghi sacri, vi ricordo che è necessario indossare un abbigliamento adeguato, coprendosi spalle e gambe, come indicato nel mio articolo su come comportarsi in una moschea.

Orari di visita

La moschea è aperta al pubblico durante le cinque preghiere giornaliere, mentre il Centro Culturale è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00.

Come arrivare

La moschea si può raggiungere in treno con la linea Odakyu fino alla stazione Yoyogi Uehara; da qui la moschea si trova a pochi minuti a piedi.

Galleria Foto

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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