A 385 metriOrologio dello Studio GhibliA 385 metri
Progettato da Miyazaki.
Non è una “Little Italy”, ma quando arrivate tra Shimbashi e Shiodome vi sembra davvero di entrare in una piazza europea: facciate chiare, colonne e archi, lampioni classici, marciapiedi in pietra. Questo angolo si chiama Italia-gai e non nasce da una comunità italiana né da negozi tipici: è una scenografia urbana progettata per dare respiro a un quartiere di uffici e residenze, con corti, passerelle e micro-piazze che invitano a rallentare. Vi consiglio di prenderlo per ciò che è: un set architettonico curioso e piacevole, dove fare una sosta, scattare due foto e tirare il fiato tra un treno e l’altro. L’atmosfera cambia con la luce: al mattino è brillante, a metà pomeriggio le ombre si allungano sulle cornici, in autunno le foglie giallo-rosso disegnano contrasti bellissimi sulle superfici in pietra. Non aspettatevi ristoranti “all’italiana” o insegne tricolori: qui l’Italia è un linguaggio estetico, non una promessa gastronomica. E funziona proprio per questo.
Italia-gai si trova tra Shimbashi e Shiodome, a pochi minuti a piedi da entrambe le stazioni. Il nome significa letteralmente “strada/quartiere italiano” e indica una passeggiata tematica con richiami all’architettura europea. Non è un ghetto etnico né un luogo “storico”: è parte della riqualificazione di Shiodome, area contemporanea fatta di torri di vetro, passaggi sopraelevati e spazi pubblici pensati per muoversi a piedi. Qui l’idea è creare un salotto all’aperto: pavimentazione regolare, facciate classiche, piazzette con panchine, alberi potati con cura. Se cercate una comunità italiana, non è questo il posto. Se cercate una scenografia pulita dentro Tokyo, ci siete.
Il colpo d’occhio è tutto: cornici bianche, archi, balconcini finti, portoni alti che incorniciano corti pedonali. La prospettiva verticale delle torri moderne dietro le facciate classiche crea un contrasto che a Tokyo funziona benissimo: tradizione “immaginata” davanti, tecnologia dietro. Camminando, passate dal vetro specchiante a un loggiato di colonne, poi sbucate in una piazzetta con panchine. L’audio è tipico della città: passi veloci, biciclette, un vociare basso in pausa pranzo. Nei weekend spesso è più tranquillo: vi consiglio di dedicarci 30-40 minuti senza fretta, lasciandovi guidare dagli allineamenti tra facciate e alberi.
Chiarissimo: niente “quartiere italiano” in senso sociale. Non ci sono negozi di prodotti tipici, né bar “all’italiana” con espresso al bancone. Trovate invece caffetterie giapponesi con tavolini all’aperto, panifici moderni, qualche bistrot internazionale. È un luogo di passaggio gradevole che diventa meta se amate l’architettura “alla europea” e cercate punti fotografici comodi. Se avete in mente una “Piccola Italia”, cambiate prospettiva: qui l’idea è giocare con le linee, osservare dettagli, fermarsi su una panchina e guardare la gente che passa.
La zona rende in autunno, quando i filari diventano giallo e rosso e la pietra chiara prende carattere. Al mattino presto trovate luce pulita e poca folla; a metà pomeriggio compaiono ombre lunghe che staccano cornici e modanature; di sera i lampioni caldi danno una patina cinematografica, con riflessi sul vetro dei grattacieli. In caso di pioggia la pavimentazione si fa lucida e l’effetto “set europeo bagnato” è bellissimo: vi consiglio di tornarci con l’ombrello trasparente e giocare con i riflessi.
Per scattare, seguite tre appoggi semplici. Primo: le piazze con panchine e alberi; mettete una persona in primo piano e lasciate che le cornici dell’edificio facciano da sfondo ordinato. Secondo: i portici e gli archi; allineate le colonne e cercate simmetrie morbide, anche verticali. Terzo: il viadotto e le strade incorniciate dai grattacieli; qui l’idea è mostrare la sovrapposizione tra la scenografia classica e la città reale che scorre accanto. Se trovate un caffè con ombrelloni rossi, sfruttate il colore come punto di aggancio tra pietra e verde.
Non c’è il bar all’italiana, ma qualche caffetteria con dehors salva la pausa. Vi consiglio di scegliere tavoli all’ombra degli alberi per osservare la micro-vita del quartiere: impiegati con la lunchbox, coppie che si fermano un attimo, ciclisti che tagliano veloci. Il servizio è giapponese, l’estetica strizza l’occhio all’Europa: perfetto per 10 minuti di ricarica o per rivedere le foto. Se trovate posto su una panchina, ancora meglio: silenzio relativo, linee pulite, prospettive ordinate.
Le soluzioni più semplici sono JR Shimbashi (uscite lato Shiodome) e Toei/Oedo Shiodome; in alternativa la Yurikamome se arrivate da Odaiba. Dalla stazione bastano pochi minuti a piedi seguendo la segnaletica per Shiodome. In caso di pioggia potete sfruttare i passaggi coperti e le sopraelevate tipiche della zona. Se avete solo un’ora in centro, vi consiglio di combinare Italia-gai + Hamarikyu (giardini storici) oppure Italia-gai + Caretta Shiodome (per la vista dall’alto e mostre temporanee).
Per me il tempo giusto è 30-60 minuti. Entrate da Shimbashi, attraversate la prima piazza, fate una S tra i portici e le corti, arrivate al viadotto per una foto prospettica, tornate indietro passando tra gli alberi. Se siete in stagione di foglie, rallentate: i contrasti cromatici funzionano su ogni inquadratura. Se vi piace comparire nelle foto, cercate fondali uniformi (pietra chiara, colonne) e colori a contrasto: un accessorio acceso – occhiali, sciarpa – fa la differenza senza stonare.
Italia-gai si inserisce bene in un itinerario urbano “leggero”. Vi consiglio:
Niente corse: l’idea è alternare linee moderne e calma, scenografia classica e città viva.
Occhio a tre cose. Uno: rispettate gli spazi degli uffici e le regole fotografiche di base (non bloccate gli ingressi). Due: meglio mattina presto o weekend se vuoi scatti senza troppa gente. Tre: se piove, restate lo stesso – la pavimentazione riflette e le facciate diventano più intense. Per i video, la camminata lenta lungo i colonnati con un’inquadratura stabile rende più di mille tagli.
Non è il “quartiere italiano” con botteghe e comunità; non è una ricostruzione filologica; non è un’attrazione “imperdibile”. È un intervallo urbano ben disegnato dove Tokyo si diverte a parlare una lingua estetica diversa. Vi consiglio di venirci con aspettative giuste: cercate luce, texture, allineamenti; sedetevi cinque minuti; lasciatevi sorprendere da come una città abilissima a guardare avanti sappia giocare, ogni tanto, con un passato immaginato.
Se vi piace l’architettura, se amate le passeggiate brevi con soste fotografiche e se volete vedere come Tokyo interpreta l’idea di “piazza”, Italia-gai è una parentesi che vale il tempo. Vi consiglio di infilarla tra Shimbashi e i Giardini Hamarikyu, oppure come tappa prima di prendere la Yurikamome per Odaiba: mezz’ora ben spesa, senza aspettative sbagliate e con la voglia di cogliere i dettagli. Se vi interessa esplorare altre zone particolari della città, sul mio sito trovate percorsi simili dove la Tokyo quotidiana si mescola a scenografie inattese.
Puoi trovare questo luogo nella mia mappa del Giappone su Google Maps:
Italia Gai - lì vicino trovate:
A 385 metriProgettato da Miyazaki.
A 420 metriCucina macrobiotica. Veg-friendly.
A 465 metriBuon sushi economico, stando in piedi.
A 502 metriI grattacieli di Shimbashi
A 552 metriSplendidi giardini vicini ai grattacieli di Shiodome.
A 597 metriSplendido parco, soprattutto in primavera.

Autore
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).