Cosa mangiare a Kyoto

Se pensate che Kyoto sia solo templi, geisha e silenziosi giardini zen, vi manca metà del viaggio. Perché Kyoto è anche una delle capitali gastronomiche del Giappone, con una tradizione che affonda nelle cucine dei monasteri, nei palazzi imperiali e nei quartieri popolari. Qui ogni piatto racconta una storia antica, raffinata o popolare, ma sempre profondamente legata al territorio.
E non parlo solo dei piatti tipici — che pure sono tantissimi — ma anche di quelle esperienze culinarie uniche che potete vivere solo a Kyoto: un ristorante minuscolo nascosto in un vicolo, una colazione in stile kaiseki con vista giardino, un dolce alla matcha fatto al momento, una lezione di cucina in una casa tradizionale.
In questo articolo vi porto con me tra i sapori autentici di Kyoto: i piatti da non perdere, i posti più famosi, quelli storici e quelli moderni che sono diventati virali, per un viaggio che passa prima di tutto per la tavola.

Indice


La cucina kaiseki

Il piatto (o meglio, il percorso) che più rappresenta Kyoto è la kaiseki ryori, un’esperienza culinaria che unisce estetica, stagionalità e filosofia zen.
Le versioni più pregiate si trovano neiryokan di alto livello e nei ristoranti storici. Ad essere sincero spesso la cucina kaiseki delude il viaggiatore troppo abituato ai sapori occidentali. Dovete affrontare questo tipo di cucina con la giusta voglia di scoprire nuovi sapori e consistenze, senza giudicare.
Non si tratta di un semplice pasto, ma di una sequenza di piccole portate servite con un ordine preciso, che seguono il ritmo delle stagioni. Ogni piatto è pensato per esaltare l’ingrediente principale, senza coprirlo, e spesso viene presentato in piatti di ceramica o lacca abbinati al contenuto.
Se avete un buon budget vi consiglio:

  • Hyotei, vicino al tempio Nanzen-ji, con oltre 400 anni di storia
  • Kikunoi, uno dei più celebri ristoranti di Kyoto e costoso, premiato con tre stelle Michelin.
  • Gion Sasaki, moderno e creativo, ma con radici profonde nella tradizione

Sono posti dove si mangia in silenzio, si osserva ogni dettaglio, e si riscopre il legame tra cucina e spiritualità.

Yudofu: il tofu dei templi

Non si può parlare di Kyoto senza parlare del tofu. Ma non quello insapore che trovate al supermercato: qui il tofu è una cosa seria, preparato con acqua purissima e servito spesso come piatto principale nei templi buddhisti.
Il più famoso è lo yudofu, tofu bollito in acqua e servito con salsa di soia, cipollotto e un tocco di senape giapponese.

Per provarlo nel suo contesto originale, vi consiglio una visita al tempio Nanzen-ji o Ryoan-ji, dove diversi ristoranti lo propongono in versione shojin ryori (cucina vegetariana zen).
È un’esperienza che può sembrare minimale, ma se la vivete con lentezza e attenzione, vi sorprenderà.

Obanzai: la cucina casalinga di Kyoto

L’altra anima della cucina di Kyoto è l’obanzai, cioè la cucina quotidiana fatta di piccoli piatti stagionali, molto vegetali, poco elaborati, ma sempre equilibrati.
È la cucina che si mangiava nelle case tradizionali di Kyoto, spesso a base di verdure locali, tofu, pesce conservato o bollito, alghe, zucche, funghi.

È un modo perfetto per avere un assaggio variegato e genuino della cucina locale, spendendo anche meno rispetto ai kaiseki.

Street food al mercato Nishiki

Il Nishiki Market è una tappa obbligata. Non solo per mangiare, ma per capire il legame profondo che Kyoto ha con la sua cucina.
Questa stretta via coperta ospita più di 100 negozietti e bancarelle, molti dei quali esistono da generazioni. Qui trovate di tutto: tsukemono (verdure sottaceto), mochi, anguilla, frutti di mare crudi, uova di quaglia fritte, e snack tradizionali difficili da trovare altrove.

Alcuni assaggi che vi consiglio:

  • Tofu donut di Konnamonja
  • Spiedini di pesce crudo
  • Spiedini di anguilla e tamagoyaki
  • Yuba fresca (la pelle del latte di soia)
  • Mochi ripieni o con topping stravaganti

Fate attenzione però: in certi orari può essere affollato, e non è consentito mangiare mentre si cammina.

L’Omurice di Kichi Kichi

Parliamoci chiaro: Kichi Kichi non è un ristorante tradizionale nel senso classico del termine, ma è diventato un’icona assoluta per chi visita Kyoto. E il merito è tutto del suo carismatico chef, che con un colpo di coltello apre l’omelette facendola scivolare perfettamente sul riso, davanti ai vostri occhi.

Serve vari piatti ma tutti vengono qua per l’omurice, il celebre riso saltato avvolto in una omelette morbidissima, ricoperta da salsa demi-glace.

Non venite qui per un pasto raffinato, ma per vivere uno spettacolo unico (e comunque delizioso!), che mescola cucina e intrattenimento in un modo che non dimenticherete facilmente.

È diventato virale in tutto il mondo, e per un motivo ben preciso: è uno di quei posti dove si sorride dall’inizio alla fine. Prenotare è molto difficile, guardate sul sito ufficiale per le modalità.

Matcha e wagashi: il lato dolce di Kyoto

Kyoto è la “capitale giapponese” del matcha, e non si può andar via senza averlo provato in tutte le forme.
Dai tè cerimoniali ai dolci moderni, il matcha qui è ovunque. Ma è nei wagashi, i dolcetti tradizionali giapponesi, che trova la sua espressione più pura.

E se volete qualcosa di unico, provate la cerimonia del tè in un machiya (casa tradizionale), dove vi insegnano a preparare il matcha e a gustarlo con i dolci giusti.

Il ramen infuocato

Immaginatevi una ciotola di ramen bollente, e subito dopo una fiammata altissima che arriva quasi al soffitto. Non è uno scherzo: da Menbaka Fire Ramen il piatto viene servito dando fuoco all’olio direttamente davanti a voi, mentre vi tenete istintivamente indietro con gli occhi sbarrati e il telefono già pronto a registrare.

È una delle esperienze più particolari che potete fare a Kyoto: vi mettono un bavaglio, vi avvertono di non muovervi, e pochi secondi dopo vi trovate con la faccia calda e il sorriso stampato. Zero tradizionale e super turistico, ma comunque può essere una bella esperienza!
Il ramen è a base di negi (cipollotti verdi) e un brodo chiaro di pollo, semplice ma saporito. E nonostante lo show sia il protagonista, il sapore non delude affatto.

Il locale è piccolo e spesso c’è da aspettare, ma l’attesa è parte dell’esperienza.
Non aspettatevi un ramen tradizionale: qui si viene per il fuoco, l’energia, e la risata inevitabile quando parte la fiamma.

l ristorante più antico di Kyoto

Mangiare in un ristorante che esiste da oltre 550 anni non capita tutti i giorni. E a Kyoto potete farlo da Honke Owariya, considerato il ristorante più antico della città. Aperto nel 1465 come negozio di dolciumi, è diventato nei secoli un’istituzione nella preparazione della soba, i celebri spaghetti di grano saraceno giapponesi.

La cosa incredibile è che è ancora gestito dalla stessa famiglia, ormai alla sedicesima generazione. L’atmosfera è sobria, elegante ma semplice, con interni in legno scuro e una piccola sala tatami al piano superiore. Mangiare qui è come fare un salto nel passato — e non è solo una questione di storia.

Il piatto simbolo è il “Hourai Soba”, servito in cinque ciotole impilate una sull’altra, ognuna con un condimento diverso: daikon grattugiato, wasabi, nori, funghi, sesamo… potete assaggiarli uno a uno oppure mischiarli a piacere, creando un’esperienza sempre diversa ad ogni boccone.

Nonostante la fama, i prezzi sono accessibili, e il servizio è impeccabile. Non spaventatevi se c’è una lunga coda: il ristorante è abbastanza grande e si entra relativamente “in fretta”.

Ristoranti consigliati

In questo articolo vi ho parlato dei piatti da non perdere a Kyoto e ho citato alcuni ristoranti storici o famosi per farvi capire dove trovarli.
Vi consiglio di leggere il mio articolo dove mangiare a Kyoto e dare un’occhiata alla lista dei migliori ristoranti di Kyoto che ho scritto.

Video: Mangio spiedini di pesce a Kyoto

Video: Mangio giapponese in un ryokan!

Video: La vera cerimonia del tè

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).