Overtourism in Giappone
Negli ultimi anni si sente parlare sempre di più di overtourism in Giappone, come se tutto il Paese fosse invivibile per colpa dei turisti. Ma la verità è che — tolte poche eccezioni — il Giappone resta un Paese tranquillissimo da girare. Il 99% dei luoghi, soprattutto se vi allontanate dai “soliti noti”, sono vivibili, rilassanti e poco affollati. Però è anche vero che ci sono alcuni quartieri, alcune vie, alcuni orari dove il turismo di massa sta facendo danni. E se capitate proprio lì, magari nelle ore sbagliate, l’esperienza può diventare davvero frustrante. In questo articolo vi spiego cosa sta succedendo, quali sono le zone più colpite, e come evitarle (senza rinunciare a nulla) per godervi un viaggio più autentico.
Indice
Le zone più colpite
In altre città si parla di overtourism, ma spesso in modo un po’ esagerato. A Shibuya, per esempio, è vero che ci sono tantissimi turisti — soprattutto attorno allo Shibuya Crossing — ma non è assolutamente invivibile. È una zona che si è sempre adattata al caos e all’afflusso continuo di gente, giapponesi inclusi. E per certi versi, il turismo qui è parte dell’atmosfera.
Un caso particolare è la zona del Monte Fuji vista da Kawaguchiko. C’è un punto dove si vede il Fuji perfettamente dietro a un FamilyMart, e quella foto è diventata virale. Il risultato? Gente in mezzo alla strada, traffico bloccato, residenti esasperati. Tanto che hanno dovuto coprire la visuale con un telo nero per proteggere le abitazioni. Questo sì, è un esempio chiaro di overtourism che ha oltrepassato il limite.
E poi c’è Asakusa, a Tokyo, che spesso viene inserita nel discorso ma secondo me a torto. Asakusa è da sempre una zona turistica, anche per i giapponesi, che vengono da tutto il Paese per visitare il Senso-ji e passeggiare tra i negozietti della Nakamise-dori. Qui il turismo non ha rovinato nulla: si sa che è una zona frequentata, e funziona così da decenni. È il classico posto dove l’alta affluenza fa parte dell’identità del luogo, e non crea veri problemi né a chi ci vive né a chi la visita.
Come evitare i turisti
Se venite in Giappone il 15 agosto, e vi presentate in centro a Kyoto alle 2 del pomeriggio, onestamente avete poco di cui lamentarvi. È alta stagione, fa caldo, e la città è piena di turisti — giapponesi inclusi. È normale. Il punto non è aspettarsi luoghi deserti, ma sapere quando andarci.
Vi assicuro che basta davvero poco per fare la differenza: svegliatevi due ore prima degli altri, e i posti più famosi li avrete praticamente per voi. Se arrivate a Fushimi Inari alle 6 del mattino, o al Kiyomizudera quando aprono, vi godete tutto in silenzio, con una luce meravigliosa e senza dover sgomitare per una foto. Poi mentre gli altri fanno colazione o si preparano, voi avete già vissuto la parte migliore della giornata.
In alternativa, potete cambiare zona o orario. Spesso basta evitare il sabato e la domenica, oppure scegliere l’ora di pranzo — quando tutti mangiano — per avere molta meno gente attorno. E se proprio non volete stress, puntate su mete meno ovvie: il Giappone è pieno di templi, giardini, villaggi e quartieri meravigliosi che nessuno conosce. Magari non sono finiti su Instagram, ma vi lasciano un ricordo vero, personale, unico.
Il turismo di massa si concentra sempre negli stessi 20 posti. Ma appena vi spostate un po’ — anche solo di due fermate di treno — scoprirete che il Giappone tranquillo esiste eccome. E spesso è anche più bello.
La colpa dei giapponesi
A volte si parla di overtourism come se fosse solo colpa dei turisti. Ma non è sempre così. In certi casi, sono proprio i giapponesi a reagire in modi estremi, quando basterebbe un po’ più di flessibilità o creatività per gestire la situazione.
Un esempio sono le famose betulle di Biei, in Hokkaido. C’era un filare di alberi bellissimo, con una vista perfetta, diventato popolare tra i fotografi. E a un certo punto, hanno tagliato tutto. Motivo? Troppa gente, auto parcheggiate male, “danni” alla campagna. Ok, capisco che un posto privato non può diventare un parco pubblico all’improvviso. Ma mi chiedo: se davvero era così visitato, non si poteva trovare un’alternativa?
Si poteva mettere un piccolo parcheggio, un cartello esplicativo, magari creare un punto panoramico ufficiale. Si potevano vendere souvenir, dolci locali con disegni delle betulle, caffè in stile nordico… trasformare un problema in un’opportunità, come fanno tanti altri Paesi. E invece: giù tutto, senza appello. È come se in Italia per evitare il turismo a Venezia facessimo sprofondare tutta la città, oppure se facessimo esplodere le Tre Cime di Lavaredo perché c’è troppa gente che le va a vedere. Non ha proprio senso.
In certi casi sembra che la soluzione sia eliminare il luogo invece di gestirlo. E non è solo un peccato per i turisti, ma anche una perdita per chi vive lì. Perché il turismo, se incanalato bene, può portare lavoro, visibilità, e un motivo in più per essere fieri del proprio territorio.
I danni per chi ci vive
I motivi dietro al boom turistico
Diciamocelo chiaramente: il boom turistico c’è perché il Giappone è imperdibile. Negli ultimi anni il Giappone ha spinto tantissimo sul turismo internazionale: campagne pubblicitarie, liberalizzazione dei visti, eventi. E poi c’è l’effetto Instagram: tanti viaggiatori scelgono le mete solo per rifare una foto vista online. Non importa se il luogo ha senso, se è rispettato, se c’è qualcosa da vivere davvero. Conta solo ricreare lo scatto virale. Io non me la sento di andare contro a chi cerca la foto perfetta nel posto perfetto.
Cosa potete fare voi
Sembra banale, ma ogni singola scelta fa la differenza. Vi consiglio di:
- evitare gli orari di punta, specie la mattina dalle 9 alle 11
- non inseguire i luoghi virali, a meno che non vogliate per forza quella foto specifica
- cercare mete secondarie, bellissime e molto più tranquille
- rispettare il silenzio e lo spazio privato nei quartieri residenziali
- non entrare in negozi solo per “fare foto” (spesso è vietato)
- rispettate il silenzio sui mezzi di trasporto e non solo.
Un viaggio più consapevole non è meno bello. È spesso più autentico e più emozionante.
Le alternative più tranquille
Se volete visitare Kyoto, anche ad andare in zone meno battute come Uji o Kurama. Se vi interessa il Monte Fuji, considerate il lato di Yamanakako oltre a quello di Kawaguchiko. E a Tokyo ci sono angoli splendidi come Yanaka, Kagurazaka o Kiyosumi-Shirakawa. Anche Gifu, Shikoku, Tohoku o la Penisola di Noto, Beppu e tutta la zona di Oita offrono esperienze profondamente giapponesi, senza la pressione del turismo di massa.
Non si tratta di evitare il turismo
Il punto non è “non viaggiare”, né sentirsi in colpa. Il punto è capire che ogni scelta conta. Il turismo può portare ricchezza, scambi culturali, bellezza. Ma solo se fatto con attenzione, rispetto, e un po’ di spirito di scoperta vero.
Un consiglio finale
Quando organizzate il vostro viaggio, non seguite solo le liste “top 10” che girano ovunque. Prendetevi il tempo per scoprire quello che davvero vi interessa. I luoghi meno noti sono spesso quelli che vi restano nel cuore. E se volete idee, sul mio sito trovate tanti itinerari e zone fuori dalle rotte classiche. Perché il Giappone non è solo Gion, il conbini con il Fuji sullo sfondo o il mercato di Nishiki. È molto, molto di più.
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Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).