Santuari di Kamo e Shimogamo

Passeggiare lungo le rive meridionali del fiume Kamo non è solo un’escursione naturale, ma un viaggio nella storia di Kyoto, nel luogo che più di tutti gli altri permette di riscoprire le radici e le origini della città e che tutt’oggi rappresenta e ispira la città.

Proprio qui si trovano infatti due santuari shintoisti, il santuario di Shimogamo e il santuario di Kamigamo che generalmente vengono indicati con il termine Kamo-jinja, dove con la parola jinja si fa riferimento al clan Kamo, la famiglia di divinità (kami). Nel santuario di Shimogamo, risalente al sesto secolo e il più antico dei due santuari, sono custodite le reliquie di Kamotaketsunomi-no-mikoto, considerato il creatore ed il guardiano della città di Kyoto, accanto a quelle di sua figlia Tamayorihime-no-mikoto. Ogni anno sono migliaia di turisti che visitano questo luogo, incluso nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO, ed entrando nel santuario, secondo i principi dello shintoismo, si riceve anche la protezione delle due divinità.

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Informazioni e mappa

Nome: Santuari Kamo e Shimogamo
Orario: Shimogamo: 5:30-18:00 in estate. 6:30-17:00 in inverno. Kamigamo: dalle 8 alle 17.
Costo a persona: Gratuiti.

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L’origine di Kyoto

Secondo la religione shintoista, l’antenato della famiglia Kamo, Kamotaketsunomi-no-mikoto,   scese sulla terra atterrando ai piedi del monte Mikage e qui iniziò la sua metamorfosi diventando la divinità del sole Yatagarasu. Acquistando questa nuova forma Kamotaketsunomi-no-mikoto fu in grado di illuminare la via che l’imperatore giapponese Jimmu doveva percorrere per raggiungere Kyoto e stabilirsi dove oggi sorge il santuario. Anche la figlia di Kamotaketsunomi-no-mikoto è una figura mitologica molto importante per la religione shintoista: si narra che un giorno, durante un rituale di purificazione nel fiume Kamo, la ragazza vide una freccia trasportata dalle onde del fiume e decise di afferrarla. Mentre la adagiava sulle sponde del fiume, la freccia si trasformò in un bellissimo dio.  Tamayorihime-no-mikoto e il dio si sposarono ed ebbero un figlio che divenne poi Kamo Wakeikazuchi, il dio dei fulmini.

La storia dei santuari

I recenti scavi effettuati nella zona dei santuari ci raccontano una storia lunga circa 2.000 anni grazie al ritrovamento di numerosi reperti e manufatti che narrano l’evoluzione delle popolazioni che abitavano le sponde del fiume Kamo e le attività in cui erano impegnate: alcuni reperti risalenti al periodo Heian testimoniano un popolo che si dedicava alla lavorazione della ceramica e abile nella produzione di tegole per i tetti; ciotole, specchi e denaro sono invece alcuni dei resti del periodo Edo. Il primo santuario fu costruito tra il 675 e il 686 dall’imperatore Temmu e l’importanza e la bellezza architettonica di questo luogo crebbe di pari passo con la prosperità dell’impero, in particolare durante il periodo Heian. Anche le principali tradizioni e riti iniziarono a svolgersi in questo periodo presso il santuario, tra cui il matsuri o festival, uno degli eventi più amati dall’aristocrazia.

La centralità e la visibilità dei santuari cominciò via via a ridursi accompagnando la decadenza dell’impero, fino al periodo della seconda guerra mondiale, quando tutte le cerimonie e i riti che si tenevano presso i santuari vennero cancellati e questo luogo cadde nell’oblio. Negli anni del  dopoguerra,  i due santuari acquisirono nuovamente un ruolo di primo piano nella comunità di Kyoto, diventando anche un luogo di aggregazione per gli abitanti grazie soprattutto agli eventi che cominciarono a tenersi qui: mercati, fiere del libro, eventi legati alla religione e alla storia e festival. Oggi, vicino ai due santuari le persone si ritrovano per festeggiare il capodanno, per pregare gli dei affinché favoriscano l’abbondanza dei raccolti, per ballare e ascoltare musica dal vivo.

Secondo il sistema di Shikinen Sengu i santuari shintoisti dovrebbero essere ricostruiti ogni 21 anni   in quanto la ricostruzione degli edifici è sinonimo di una ricostruzione spirituale. Questa cerimonia, pur essendo molto importante per la religione shintoista, non viene sempre applicata in quanto, oltre ad essere molto costosa, si scontra con la necessità di tutelare il patrimonio culturale della città e, per questo motivo, spesso gli edifici vengono solamente ristrutturati.

Una cornice naturale

La visita ai santuari spesso non si limita ai due edifici, ma vale la pena esplorare e ammirare anche le meraviglie naturali che li circondano. I due santuari sono infatti collocati in uno scenario naturale che vanta anche un valore storico e culturale: i 12 ettari della foresta Tadasu-no-mori era il luogo in cui si decidevano le sorti dei conflitti e la bellezza dei fiori di ciliegio ha ispirato molti celebri artisti.

Altri luoghi dai vistare

Oltre ai due santuari, con i loro caratteristici tetti in tipico stile architettonico del periodo Heian, non sono gli unici due edifici da visitare: passeggiando in questo luogo potete ammirare, infatti, altri luoghi e santuari ciascuno dedicato ad una diversa divinità o rituale. La sala Shinbukunden è il luogo in cui venivano cuciti gli abiti per gli dei, mentre nella sala Ooidono avevano luogo le offerte alle divinità. Un altro santuario molto importante è il Kawai, dedicato alla divinità Tamayorihime – Mikoto, protettrice delle donne, e che in passato fu la residenza del celebre scrittore Chomei Kawai. Chi vuole chiedere l’aiuto della divinità protettrice dei matrimoni e dei fidanzamenti, deve rivolgere le sue preghiere alla divinità Kamumusub-no-Kami, nel santuario Aioi-sha, nei cui dintorni si trova anche mitologico albero Sakaki, un agrifoglio che secondo la leggenda si è misteriosamente generato da due alberi intrecciati tra loro.

Potete poi proseguire nel vostro viaggio all’interno della cultura giapponese visitando tanti altri santuari, tra cui il Mikage, situato sull’omonimo monte e meta dei pellegrini in particolare durante il Mikage festival, una cerimonia legata al mondo agricolo; il santuario Koto, formato da piccoli mini-santuari ognuno dedicato ad un segno zodiacale giapponese e il santuario Mitarashi, che, invece, rende omaggio alla divinità che purifica le acque.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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