Toro di Wall Street

Tutti conoscono la scultura “Charging Bull”, il toro di Wall Street: tantissimi sono i turisti che “vagano” per il distretto finanziario alla ricerca di questa figura per scattare delle foto e toccare il toro perché, si dice, porta fortuna. Ma sono in pochi a conoscere l’incredibile storia che c’è dietro,  una storia che sembra quasi una favola natalizia e che vede protagonista uno scultore di origine italiana.

Una scultura come regalo di Natale

Provate ad immaginarvi i volti sorpresi dei broker di Wall Street quando la mattina del 16 dicembre del 1989 si sono recati al palazzo della Borsa e hanno trovato di fronte all’ingresso, sotto l’albero di Natale, una scultura in bronzo di un toro dal peso di 3,2 tonnellate e lunga quasi 5 metri che nessuno aveva commissionato. E la cosa più buffa è che mentre tutti si affannavano per capire chi fosse il responsabile di quello che fu inizialmente considerato uno scherzo, l’autore se ne stava beatamente vicino all’opera a distribuire volantini promozionali della propria attività.
Questo regalo inaspettato era opera dello scultore italiano Arturo di Modica, che dopo in crollo della borsa del 1987 decise di realizzare la statua pagando di tasca propria la non proprio modica cifra di 360.000 dollari affinché donasse forza e speranza alle persone colpite dal disastro finanziario.

La figura di un toro in posizione di attacco non fu scelta a caso: questo animale nel mercato delle azioni è considerato simbolo del rialzo, in contrapposizione all’orso, che invece denota una fase di ribasso.
Nella notte del 15 dicembre Arturo di Modica, aiutato da alcuni amici, piazzò la scultura di fronte al palazzo della borsa, senza essere visto dalle forze dell’ordine, ma non sapeva che dal quel momento per lui e per la sua “creatura” tutto sarebbe cambiato. Improvvisamente l’artista originario di Vittoria, un piccolo comune siciliano, che aveva frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Firenze per poi, a soli 32 anni, trasferirsi a New York per aprire un proprio studio, divenne famoso attirando l’attenzione di giornalisti e media di tutto il mondo che fecero a gara per intervistarlo. Ma il suo gesto gli procurò anche qualche rompicapo: i dirigenti della Borsa non furono affatto contenti della statua e ordinarono di rimuoverla, ma il successo clamoroso riscosso dal toro portò il New York City Department of Parks and Recreation a optare per un trasferimento del Charging Bull accanto al parco Bowling Green, all’inizio di Broadway Street. È quindi una storia a lieto fine per Arturo di Modica e per il suo toro, che da allora divenne una delle principali attrazioni di New York e un simbolo del capitalismo, ma non solo: la scultura  era anche un modo per celebrare l’America, una terra ricca di opportunità in cui anche chi partiva dal basso poteva aspirare a diventare un uomo di successo con un po’ di impegno e tanto spirito d’iniziativa. Un po’ la storia di Arturo di Modica, le cui opere oggi sono esposte in tutto il mondo.
Ma la storia del toro non finisce qui: nel 2004 il Charging Bull è stato messo in vendita, ma il futuro acquirente non potrà spostare la statua.

Il toro oggi

Oggi il Charging Bull è una delle attrazioni più fotografate di New York, quasi al pari della Statua della Libertà, tanto che spesso è necessario mettersi in fila per scattare una foto.
Molti turisti puntano anche a toccare i testicoli, le corna e il naso del toro, come auspicio di buona fortuna, mentre i bambini amano salire sul dorso per cavalcarlo.
Non perdetevi dunque questa attrazione se vi trovate a passeggiare nel Financial District; potete anche approfittarne per visitare la Trinity Church, il Palazzo della Dogana, la Federal Hall e tanti altri luoghi interessanti a pochi passi dalla statua del toro.

Galleria Foto


Informazioni e mappa

Nome: Toro di Wall Street

Nelle vicinanze:

La statua Fearless Girl guarda il Toro di Wall Street.A 12 metri
Dettaglio della scritta all'ingresso della Borsa di New York, ed indicazioni stradali che indicano Wall Street.A 238 metri
Hamburger al ristorante Bare Burger.A 285 metri
Il Fraunces Tavern Museum all'esterno.A 287 metri
Interni della chiesa Trinity Church a New York.A 306 metri
L'ingresso della Federal Hall.A 336 metri
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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