1 giorno a Nikko

Un giorno a Nikko è una di quelle gite da Tokyo che, se organizzate bene, restano davvero impresse. In poche ore riesci a passare dai templi dorati immersi nel bosco a un lago di montagna circondato dalla natura, con in mezzo una delle cascate più famose del Giappone. È il classico posto dove, alla fine della giornata, ti ritrovi a pensare: “ok, qui ho visto un altro lato del paese, non solo treni e grattacieli”.

Io onestamente vedo Nikko così: una destinazione perfetta per chi vuole staccare da Tokyo per un giorno, respirare un po’ di aria fresca e allo stesso tempo visitare uno dei complessi di templi più importanti del Giappone. In questo articolo vi racconto come imposterei io un giorno a Nikko ben organizzato, senza fare una maratona ma cercando di concentrare il meglio tra natura e parte storica.

Come arrivare

Per un giorno a Nikko la chiave è una sola: partire presto. Dalla zona di Tokyo si arriva in circa due ore, a seconda che usiate i treni JR o le linee private. Di solito chi soggiorna in zona Asakusa si trova bene con i collegamenti diretti, mentre da Ueno o Tokyo è più comodo usare la rete JR con eventuale cambio.

Io vi consiglierei di puntare a essere a Nikko verso le 9:30–10:00, così avete tempo per salire fino al lago, vedere le cascate e dedicare un buon blocco del pomeriggio ai templi. Tenete conto che tra andata e ritorno sono già quattro ore di viaggio: ha senso sfruttare al massimo quelle centrali della giornata e non arrivare all’ora di pranzo.

Appena usciti dalla stazione di Nikko vi trovate subito davanti le fermate degli autobus. È qui che inizia davvero la giornata, perché senza bus a Nikko ci si muove poco: le distanze, soprattutto verso il lago Chuzenji, non sono da passeggiata improvvisata.

Bus e spostamenti

La prima cosa pratica che vi consiglio di fare appena usciti dalla stazione è valutare un pass giornaliero per gli autobus. Ne esistono diversi a seconda delle zone coperte, ma quello che interessa per un giorno classico è quello che arriva fino a Chuzenjiko Onsen e poi consente di muoversi anche nella zona dei templi. Il vantaggio è semplice: salite e scendete senza pensare ogni volta al biglietto singolo.

Dal fronte stazione prendete l’autobus diretto alla zona del lago e delle cascate. In circa 50 minuti arrivate al Chuzenjiko Onsen bus terminal, che è la fermata comoda per le cascate Kegon. Io di solito suggerisco di cominciare da qui la giornata, perché è bello vedere la parte di montagna quando siete ancora freschi e non avete già camminato ore tra i templi.

Tenete presente che la strada è tutta in salita, con curve e tornanti. Se soffrite un po’ l’autobus in montagna, può essere utile sedersi verso il centro e magari evitare di leggere o stare troppo al telefono durante la salita. Piccola cosa, ma a qualcuno cambia davvero la giornata.

Cascate Kegon

Le cascate Kegon sono uno dei simboli di Nikko e secondo me hanno senso anche in una giornata sola, senza trasformare la visita in un trekking impegnativo. Dalla fermata del terminal bastano pochi minuti a piedi per raggiungere l’area di osservazione.

C’è un belvedere gratuito da cui potete vedere le cascate dall’alto, con il salto d’acqua che scende tra le pareti di roccia e il bosco tutto intorno. Per chi vuole avvicinarsi di più esiste anche un ascensore a pagamento che porta a una piattaforma più bassa, da cui il rumore dell’acqua si sente molto di più e lo scenario è più ravvicinato. Io vi direi di scegliere in base al tempo e al meteo: se avete cielo limpido e non siete di corsa, scendere è una bella idea; se è nuvoloso o piove, potete anche limitarvi alla vista dall’alto e recuperare qualche minuto per il resto della giornata.

In autunno, quando il fogliame si colora, la zona di Kegon diventa davvero spettacolare, ma anche in estate e in primavera l’aria qui è più fresca rispetto a Tokyo. È uno di quei posti in cui prendete una decina di minuti solo per guardarvi intorno, non solo per fare la foto e ripartire.

Lago Chuzenji

Dalla zona delle cascate potete raggiungere il lago Chuzenji facilmente a piedi. È una breve passeggiata, ma cambia subito l’atmosfera: dal fragore dell’acqua di Kegon passate alla calma del lago, con le montagne che si riflettono sulla superficie nelle giornate tranquille.

La cosa bella di Chuzenji è che potete decidere voi quanto fermarvi. C’è chi si accontenta di una piccola passeggiata sul lungolago, giusto per prendere aria, e chi preferisce sedersi su una panchina, fare uno spuntino e godersi il panorama con calma. Io spesso consiglio di concedersi almeno mezz’ora qui, perché è uno dei momenti in cui sentite davvero di essere lontani dalla città.

Se avete tempo e la stagione è favorevole, si può anche valutare un giro in barca sul lago o un tratto a piedi un po’ più lungo lungo la riva, ma per un giorno solo a Nikko ha senso non esagerare. L’obiettivo non è macinare chilometri, ma portarsi a casa un ricordo chiaro del lago e delle montagne prima di scendere di nuovo verso i templi.

Ritorno verso i templi

Finita la parentesi lago-cascate, si torna al Chuzenjiko Onsen bus terminal e si riprende l’autobus in direzione Nikko. Qui il trucco, secondo me, è non scendere subito in città ma puntare direttamente alla fermata giusta per i templi.

La fermata da tenere come riferimento è Nishisando. È qui che conviene scendere per essere a pochi passi dall’ingresso dell’area dei santuari e dei templi principali. In questo modo non perdete tempo in camminate inutili lungo la strada principale e potete concentrare le energie sul complesso storico.

Anche al ritorno la strada è fatta di curve, ma questa volta si scende verso valle e in genere è un po’ più “leggera” per chi soffre il bus. Io vi consiglio di organizzare così gli orari: salire al mattino verso Kegon e Chuzenji, rientrare a metà giornata, scendere a Nishisando nel primo pomeriggio e dedicare il resto del tempo ai templi, per poi rientrare in stazione con calma.

Templi principali

La zona di Nikko famosa come patrimonio mondiale è quella che comprende Toshogu, Rinnoji, Futarasan-jinja e altri edifici storici immersi in un grande bosco di cedri. È qui che molti viaggiatori pensano “ok, adesso sono davvero in un Giappone antico”.

Il Toshogu è il santuario più famoso, ricchissimo di decorazioni, colori e dettagli. È anche la parte che richiede più tempo e attenzione, perché tra torii, pagode, pannelli scolpiti e scale ce n’è da vedere. Io vi direi di concedergli una visita senza fretta, anche perché è qui che trovate alcuni dettagli iconici, come le famose scimmie “non vedo, non sento, non parlo”. Il rischio è di andare troppo veloce solo per “spuntare” la visita, ma Nikko merita di essere un po’ assorbita, non solo fotografata.

Poi c’è Rinnoji, con il suo tempio principale e il giardino, e Futarasan-jinja, spesso più tranquillo, dove potete sentire un po’ di più l’atmosfera di luogo di culto ancora vissuto. A me piace proprio perché qui si sente meno la folla “mordi e fuggi” e si entra di più in una dimensione silenziosa, fatta di campanelle, offerte e piccoli gesti dei visitatori.

Ritmo di visita

Una giornata a Nikko passa in fretta. Secondo me ha senso impostare tutto su tre blocchi principali: mattina verso il lago e le cascate, primo pomeriggio sui templi, fine giornata di rientro verso la stazione con una passeggiata più tranquilla.

Nei templi non cercate di vedere tutto nei minimi dettagli. Vi conviene scegliere alcuni punti chiave dove fermarvi un po’ di più: un cortile, una scala, una sala interna, un angolo di bosco che vi colpisce. Chi prova a fare tutte le visite come se fosse in una maratona museale di solito arriva a metà pomeriggio già cotto. Io vi consiglio di alternare momenti più intensi (come il Toshogu) a piccole pause in cui semplicemente vi sedete sul muretto o sulla panchina e osservate.

Verso la fine potreste anche decidere di non riprendere subito il bus per la stazione ma di fare una passeggiata di circa 30 minuti in discesa lungo la strada che porta verso il centro. È un modo semplice per chiudere la giornata “smaltendo” un po’ e guardando le case, i negozi e la vita quotidiana di Nikko da un punto di vista diverso, non solo dalla fermata dell’autobus.

Cosa mangiare

In una giornata a Nikko spesso non c’è tempo per un pranzo lunghissimo, ma trovare qualcosa di locale è sempre una buona idea. La specialità della zona è lo yuba, la pelle di soia che viene utilizzata in tanti piatti diversi: zuppe, donburi, piccoli assaggi.

Io di solito suggerisco due approcci, entrambi validi: chi ama sedersi con calma può cercare un ristorantino vicino all’area dei templi e prendersi un set con yuba e piatti tradizionali; chi preferisce non “sprecare” troppo tempo a tavola può puntare su qualcosa di più veloce ma comunque tipico, come un piccolo locale che propone piatti semplici, oppure un pranzo leggero per poi magari concedersi un dolcetto e un caffè nel pomeriggio.

L’importante, secondo me, è evitare di ridursi a mangiare solo snack presi al volo ovunque. Nikko merita almeno un momento a tavola in cui assaggiare qualcosa della zona, anche se non state facendo un viaggio gastronomico.

Quando andare

Nikko è visitabile tutto l’anno, ma ogni stagione ha un carattere diverso. In autunno la zona di Kegon e del lago Chuzenji diventa famosissima per i colori del fogliame, con conseguente aumento di gente e, spesso, un po’ più di traffico sulla strada di montagna. In primavera la natura è più delicata e la temperatura, rispetto a Tokyo, risulta spesso più fresca e piacevole.

In estate il fatto di salire in quota verso il lago aiuta a sfuggire un po’ al caldo opprimente della città, anche se l’umidità non sparisce del tutto. In inverno, invece, Nikko può essere fredda e nevosa, soprattutto nella zona del lago, e va considerato che alcune attività o sentieri potrebbero essere meno accessibili.

Io vi direi di scegliere la stagione in base a quello che vi interessa di più: colori autunnali e atmosfera più spettacolare, oppure giornate più tranquille in bassa stagione con meno folle e ritmi più rilassati. L’importante è vestirsi a strati, perché tra Tokyo, la stazione di Nikko e la zona di montagna la differenza di temperatura può essere evidente.

Rientro a Tokyo

Dopo i templi e la passeggiata verso la città arriva il momento di rientrare in stazione. Qui entra in gioco di nuovo l’orario dei treni verso Tokyo: vi consiglio di controllare in anticipo almeno due o tre opzioni di ritorno, in modo da non ritrovarvi a correre all’ultimo minuto o, al contrario, a buttare via un’ora in stazione perché avete perso per pochi minuti il treno che volevate.

Spesso la combinazione ideale è partire da Nikko nel tardo pomeriggio, in modo da tornare a Tokyo non oltre l’ora di cena. È un equilibrio che permette di godersi Nikko senza la percezione di “non finisce più”. Quando il treno lascia la zona di montagna e rientra pian piano nelle periferie della capitale, vi accorgete di quanto abbia fatto bene alla testa e agli occhi una giornata di verde, acqua e legno antico.

Vale la pena?

Ve lo dico sinceramente: un giorno a Nikko ha senso per la maggior parte dei viaggiatori che passano da Tokyo. Non è la gita più “alternativa” del mondo, è una meta famosa e collaudata, ma proprio per questo è facile da organizzare e dà molto in cambio in poco tempo. Se amate i templi, la natura di montagna e l’idea di uscire un po’ dal classico giro cittadino, è una destinazione che funziona benissimo.

Alla fine quello che vi portate a casa non è solo la foto sotto la pagoda o davanti alle cascate. È il ricordo di una giornata con un ritmo diverso, fatta di autobus che salgono tra gli alberi, passi sulle pietre consumate dei santuari e quel momento sul lago in cui, per qualche minuto, il Giappone vi appare più silenzioso, quasi sospeso. E secondo me, per un viaggio costruito intorno a Tokyo, è un equilibrio che vale davvero la pena cercare.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).