Festival di Omizutori

Se siete in zona Nara a marzo non potete assolutamente perdervi uno dei festival buddisti più antichi e celebri: il festival di Omizutori. Il festival risale al 752, quando si tenne per la prima volta, e da allora ogni anno, senza alcuna interruzione, nemmeno in caso di guerre e incendi, questa cerimonia “illumina” il tempio di Todai-ji, nell’antica città di Nara. Centinaia di torce vengono accese dando vita ad uno spettacolare gioco di luci ed è sicuramente un evento tanto sensazionale quanto coraggioso, considerando che la maggior parte degli edifici sono realizzati in legno.

Il fascino di questa cerimonia attira tantissimi visitatori e fedeli che in questa occasione possono vivere un’esperienza unica e magica. Sì, perché il festival di Omizutori non è un festival come tutti gli altri, poiché ogni angolo è pervaso da un’atmosfera speciale e ve ne accorgerete non appena metterete piede nel tempio. Oltre alle scintille delle torce sarete circondati da meravigliosi fiori di camelia, potrete degustare la tradizionale torta di riso preparata dai monaci e portare con voi come ricordo uno dei vari talismani che vengono donati al termine delle cerimonie. Tutto viene accuratamente preparato a mano dai monaci insieme ai volontari ed è proprio questo spirito di condivisione l’elemento principale del festival. Questo evento millenario che segna ogni anno l’inizio della primavera è come se in realtà fosse in grado di risvegliare non solo la natura, ma tutta la città con i suoi abitanti . E, sì, anche l’anima di chi vi prende parte.

Il festival delle torce

Il festival dura due settimane, dal primo di marzo fino al 14 presso l’edificio del tempio chiamato Nigatsu-do. Anche se molti associano questo festival al fuoco delle torce, in realtà questo evento è molto di più. Le torce servono soltanto ad illuminare il cammino dei monaci mentre si recano al Nigatsu-do per prendere parte ai rituali buddisti. Ma l’immagine di questi punti di luce che, come se fossero lucciole, illuminano l’esterno del tempio è ormai diventato un simbolo e oggi questo festival viene spesso soprannominato il festival delle torce. Una volta che i monaci raggiungono l’edificio, le persone (douji) che hanno illuminato il cammino dei monaci corrono nel cortile del tempio agitando in aria le torce: questo è un segnale che indica che il loro compito è terminato e i monaci sono arrivati sani e salvi al tempio. A volte poi si fermano e fanno ruotare velocemente le torce e le scintille si diffondono nell’aria colpendo i visitatori, i quali fanno a gara per essere sfiorati dalle scintille delle torce: si dice che sia di buon auspicio e che protegga dagli spiriti malvagi.

Le varie cerimonie del festival

Il nome ufficiale di questo festival è Juichimen Keka Hoyo, nome che deriva dalla principale divinità venerata presso la sala Nigatsu-do: Juichimen Kannon, la divinità dagli 11 volti della compassione. A lei si rivolgono i monaci e i fedeli per spiare i propri peccati, pregare per la pace nel mondo e invocare l’abbondanza dei raccolti. Proprio in relazione agli undici volti della divinità,  i monaci che vengono scelti per guidare le cerimonie del tempio sono undici e vengono chiamati rengyoshu; vengono selezionati ogni anno a dicembre e devono seguire un particolare addestramento proprio in preparazione del festival, insieme anche a coloro che sono incaricati di portare le torce, i cosiddetti douji. Durante le due settimane in cui si svolge il festival si succedono numerose cerimonie e preghiere dedicate alla divinità del tempio, che variano di giorno in giorno e si concludono alla sera con la tradizionale cerimonia delle torce. Ogni notte, dal primo marzo all’undici marzo, dalle 19 vengono accese le torce e la cerimonia dura circa 20 minuti. Il 12 marzo lo spettacolo diventa ancora più sensazionale con enormi torce larghe 8 metri che restano accese per 40 minuti. Di solito questo è il rituale in cui si conta la maggiore affluenza di visitatori che attendono poi la mezzanotte per assistere ad un importante rituale che si svolge presso il pozzo del tempio; in questo punto gli 11 monaci si riuniscono per estrarre l’acqua dal pozzo, che è secco per tutto l’anno. Questa cerimonia buddista viene chiamata Omizutori e da qui prende il nome questo famoso festival.  La leggenda che ruota attorno a questa cerimonia è molto curiosa e affascina i visitatori: si narra infatti che il fondatore del tempio organizzò in passato una cerimonia alla quale invitò 13700 divinità; una di queste, Onyu-myojin, si presentò in ritardo e per scusarsi in un determinato giorno di ogni anno fece sgorgare l’acqua dal terreno di fronte al tempio. Per questa ragione il pozzo viene considerato sacro in quanto si tratta di un dono della divinità e si crede che la sua acqua sia in grado di guarire e purificare dai peccati. L’acqua viene poi usata in una cerimonia, chiamata Dattan, che si svolge all’interno della sala Nigatsu-do. Non potrete assistere a questa cerimonia segreta in quanto si svolge a porte chiuse, ma vi capiterà di sentire dall’esterno il suono dolce di campanelle e corni. Si crede che l’acqua sacra che sgorga dal pozzo provenga dalla baia di Wasaka, 100 km a nord di Todai-ji e ci impieghi circa 10 giorni per raggiungere il pozzo del tempio. Il due di marzo, proprio nella baia di Wasaka si tiene un rito propiziatorio shintoista durante il quale i monaci e i fedeli pregano affinché l’acqua arrivi in tempo per il festival di Omizutori.

Il giorno di chiusura del festival, il 14 marzo, la cerimonia è più breve ma più spettacolare; questo giorno segna anche l’inizio della stagione hanami, ovvero il periodo della fioritura dei ciliegi.

Non solo festival

Il tempio di Todai-ji non è famoso soltanto per il festival di Omizutori. All’interno della vasta area su cui si sviluppa il complesso di edifici sono racchiusi tantissimi tesori preziosi. Questo tempio in origine, prima che Kyoto divenisse la capitale, rappresentava il tempio più potente e importante della regione per le sue incredibili ricchezze, come la gigantesca statua di Buddha Daibutsu, che arriva a toccare i 15 metri. Si tratta di un patrimonio culturale molto importante per il Giappone e ogni anno sono tantissimi i turisti e i pellegrini che si accalcano per ammirarne la maestosità. Oltre a questa statua ci sono numerosi edifici altrettanto importanti come la porta Nandaimon, la sala Hokke-do e una serie di statue e documenti, pergamene e manufatti di enorme valore culturale. Se vi recate a est della sala del Grande Buddha e salite gli scalini, vi ritroverete ad ammirare paesaggi unici e bellissimi. Se osservate in direzione della montagna potete ammirare la sala Nigatsu-do in tutto il suo splendore: con i suoi magnifici decori bianchi è considerata un tesoro nazionale. Se proseguite salendo gli scalini alla vostra destra, potrete ammirare il bellissimo panorama della città di Nara, che sono sicuro rimarrà a lungo impresso nella vostra memoria.

Come arrivare

Il tempio di Todai-ji è situato nel parco di Nara, nel cuore della città. Per raggiungerlo potete prendere un autobus dalla stazione ferroviaria o, considerata la breve distanza,  percorrere il tragitto a piedi per scoprire meglio la città.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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