Isola di Cheung Chau

Cheung Chau è una piccola isola situata circa 10 km a sud ovest di Hong Kong e rappresenta una delle più abitate tra tutte le isole della zona, con i suoi 24000 abitanti, residenti per lo più nella parte centrale.

Geograficamente l’isola è formata da due porzioni di terra un tempo unite tra loro da un tombolo di sabbia. Per la sua forma, è spesso chiamata “isola manubrio”, con le colline alle estremità nord e sud e gli insediamenti urbani concentrati nel mezzo. La parte centrale dell’isola è infatti piuttosto sviluppata, con edifici ed esercizi commerciali. In alcuni punti i vicoli sono così stretti che il normale traffico automobilistico incontra qualche difficoltà nel percorrerli. Per sopperire a tutto ciò, sono stati messi a punto dei piccoli veicoli a motore, alcuni dei quali in dotazione alle forze dell’ordine, che riescono a passare agilmente nelle strette stradine dell’isola.

In origine Cheung Chau ospitava le comunità di pescatori, tanto che ancora oggi sono visibili le flotte di imbarcazioni da pesca ormeggiate al porto. Tuttavia, negli ultimi anni, l’isola è diventata una grande attrazione turistica, grazie alle sue spiagge e ai suoi locali.
Dal momento che l’isola vive per lo più di pesca, una delle divinità principali è Pak Tai, che secondo la tradizione protegge i pescatori nelle loro attività, garantendo ottimi pescati.
Le strette vie tra il molo dei traghetti e Tung Wan Beach sono pieni di ristoranti e negozi che vendono ogni genere di prodotto: pesce, carne, frutta, verdura, vestiti, elettrodomestici, erbe medicinali, gioielli, fiori ecc.

Cheung Chau è ricca di meravigliosi sentieri tortuosi lungo la costa, che si snodano su colline e piccole valli del nord e lungo la zona intorno al villaggio principale. Nonostante l’isola sia piuttosto piccola, questi sentieri possono sembrare sorprendentemente lunghi, pur non allontanandosi mai eccessivamente dal molo e dal villaggio.

Cenni storici

In base alla Seconda Convenzione di Pechino del 1898 , i Nuovi Territori più 200 isole minori, tra cui Cheung Chau, erano sotto il controllo del Regno Unito. A quei tempi l’isola era principalmente popolata da pescatori, molti dei quali discendenti da individui provenienti da varie zone della Cina, giunti sull’isola per dedicarsi alla pesca. Lentamente l’isola si avviò ad uno sviluppo legato al commercio delle forniture per i pescatori, centri di riparazione per le barche ecc.

Tempio di Pak Tai

Si tratta di uno dei più antichi templi di Hong Kong, costruito nel 1783, demolito e successivamente ricostruito nel 1989. Di fronte al tempio si trovano 4 coppie di leoni posti a guardia del complesso sacro.
Il tempio è dedicato ad una divinità taoista del mare, nota come Imperatore Supremo del Paradiso del Nord o del Paradiso Misterioso, poi ribattezzato dagli abitanti dell’isola come Pak Tai. Si tratta di un gioiello architettonico che ospita manufatti in legno dorato risalente alla dinastia Qing (1644-1911), oltre ad una spada di ferro della dinastia Song (960-1279). I draghi scolpiti che adornano il tetto sono classici elementi architettonici cinesi.
Il tempio si trova a nord del molo dei traghetti. Per arrivarci occorre percorrere il molo in direzione nord fino ad incontrare un campo sportivo, dietro al quale è situato il tempio. Il tempio rappresenta inoltre il fulcro del celebre Festival Bun, che cade l’ottavo giorno del quarto mese del calendario lunare e che è stato inserito tra gli eventi della tradizione facenti parte del patrimonio culturale immateriale della Cina.

Grotta del pirata Cheung Po Tsai

Questa grotta, scoperta da un gruppo di geologi nel 1970 e successivamente inserita tra i beni culturali di Hong Kong, si dice abbia fatto da rifugio al pirata Cheung Po Tsai. Le rocce che la compongono hanno 3000 anni e sono collocate nelle immediate vicinanze del Warwick Hotel.
Spesso ritratto come una sorta di Robin Hood, il pirata Cheung Po Tsai è stato il soggetto di molti film e molti racconti. Cheung Po Tsai fu un famigerato pirata dei mari della Cina meridionale durante la fine del 18° secolo. La storia narra che fosse figlio di un pescatore di Xinhui, rapito poi dal pirata Cheng I e da sua moglie Ching Shih, quando aveva 15 anni. La coppia lo adottò come fosse figlio loro e lo avviò all’attività piratesca. Cheung Po Tsai era attivo lungo la zona costiera del Guangdong durante la dinastia Qing. Durante la sua “carriera” si dice fu a capo di una flotta immensa di 600 navi e 50.000 uomini. Il suo compagno di scorribande fu Cai Qian, fino a quando i due dovettero arrendersi al governo cinese nel 1810 e a Cheung Po Tsai fu offerto un ruolo di ufficiale della Marina cinese. Trascorse poi il resto della sua vita aiutando il governo a combattere altri pirati.
La grotta sull’isola di Cheung Chau fu, secondo la leggenda, uno dei suoi nascondigli. Oggi è possibile percorrere ed esplorare alcuni passaggi tortuosi, immaginando che proprio lì il pirata abbia trascorso parte del suo tempo.
Per arrivare alla grotta occorre recarsi al molo dei traghetti dell’isola e svoltare a destra in direzione del tempio Sai Wan Tin Hau, dopodiché proseguire in salita per circa 10 minuti.

Bun Festival

L’annuale Cheung Chau Bun Festival è una rassegna annuale che si svolge ogni anno alla fine di aprile o all’inizio di maggio e che trova il suo fulcro nel tempio di Pak Tai, dedicato all’omonima divinità, considerata una protettrice dei pescatori e guardiana della pace. Cheung Chau Bun Festival nasce come un rituale celebrato dalla comunità di pescatori al fine di chiedere una protezione dai pirati, mentre oggi questo aspetto è stata ampiamente dimenticato, e la festa è diventata soprattutto una vetrina della tradizionale cultura cinese.
Le origini di questo festival affondano nel lontano diciottesimo secolo, quando isola fu afflitta da un’ epidemia e da un feroce attacco da parte di pirati della zona: le sorti degli abitanti migliorarono solo quando un pescatore locale portò sull’isola un’immagine della divinità Pak Tai, che venne poi esibita nelle strade del villaggio e riuscì infine a scacciare gli spiriti maligni che si credeva affliggessero l’isola. A partire da quel momento, gli abitanti iniziarono a travestirsi da divinità per tenere lontani gli influssi negativi, dando così origine a questa celebrazione.
La festa dura sette giorni, tre dei quali sono interamente dedicati al cibo vegetariano, tanto che la maggior parte dei ristoranti di pesce aderiscono a questa tradizione. Per l’occasione, anche McDonald prepara dei panini speciali che contengono i funghi al posto della carne.
Uno dei momenti salienti del festival è la sfilata di carri allegorici, il più famoso dei quali ospita bambini vestiti da personaggi celebri e che si esibiscono in equilibrismi al limite dell’impossibile: oltre alle tradizionali danze del leone e del drago , i bambini si travestono infatti da eroi leggendari e moderni e restano sospesi sulle punte di spade, creando incredibili coreografie che sembrano farli volare in aria. I genitori considerano un grande onore il fatto che i propri figli prendano parte a questo corteo. L’affascinante processione è accompagnata da musicisti che suonano tamburi in maniera fragorosa per spaventare gli spiriti maligni. Il tutto è guidato da una spettacolare immagine di Pak Tai.
Altro momento saliente sono le finali della gara del Bun Scrambling, che prevede la scalata di tre torri di bambù ricoperte di panini e collocate nei pressi del tempio (sono proprio questi panini, o bun, a dare il nome al Festival).
Storicamente, i giovani uomini si arrampicavano fino alla cima della torre per aggiudicarsi i panini posti più in alto, in quanto più alto era il panino, maggiore fortuna avrebbe avuto la famiglia del concorrente. Tuttavia, nel corso di una gara nel 1978, una delle torri crollò, ferendo più di 100 persone, portando così ad alcune modifiche nella realizzazione di queste torri e nella modalità di svolgimento della gara, al fine di evitare incidenti.
A mezzanotte meno un quarto viene bruciata un’effigie di carta raffigurante il cosiddetto Re dei Fantasmi e tutti i panini vengono distribuiti tra gli abitanti e mangiati in segno propiziatorio.
In occasione di questo festival l’isola può diventare molto affollata.

San Hing Street

Per chi desidera la tranquillità di un luogo più appartato, questa strada è la destinazione ideale. Situata fuori dal centro urbano, si articola lungo un percorso che tocca colline, baie desolate e affioramenti rocciosi, nonché la celebre grotta del pirata Cheung Po Tsai e una versione in scala ridotta della Grande Muraglia.

Cheung Chau Trail Family

Una passeggiata facile e agevole da percorrere in famiglia per scoprire l’isola in sole tre ore. Il tratto più interessante è quello che riguarda la parte meridionale dell’isola e dura circa due ore. Numerosi i punti di informazione e i pannelli informativi, dislocati in varie zone del territorio.

La Grande Muraglia in miniatura

Il termine è improprio, in quanto si tratta più che altro di un percorso che segue un promontorio panoramico e che fornisce una splendida vista su Lamma Island e sulla costa meridionale dell’isola di Hong Kong. Questo percorso prende il nome dai parapetti in granito che lo costeggiano e che lo fanno assomigliare vagamente alla celebre muraglia. Il sentiero è costellato inoltre da una serie di rocce dalle forme eccentriche. Come nella migliore delle tradizioni cinesi, i locali hanno dato un nome a queste conformazioni, ad esempio Testa di Uomo e Roccia Vaso.
Per raggiungere il percorso, occorre procedere dal molo dei traghetti di Cheung Chau, lungo Tung Wan Road per circa 10 minuti fino ad arrivare a Tung Wan Beach. Da lì, a piedi, verso il tempio di Kwun Yam e poi ancora per circa 15 minuti fino a raggiungere l’ingresso della Grande Muraglia in miniatura.

Sai Tai Road

La piccola isola di Cheung Chau è interdetta al traffico motorizzato, il che la rende la meta ideale per escursionisti e ciclisti, che possono inoltre avvalersi del servizio di noleggio biciclette situato vicino al molo. Indipendentemente dal fatto che si proceda a piedi o su due ruote, siete su due piedi o due ruote, Sai Tai Road è un piacevole percorso costiero, che incrocia inoltre alcuni ottimi ristoranti di pesce e alcuni punti di interesse turistico, come ad esempio il tempio di Tin Hau e la grotta di Cheung Po Tsai.

Kwan Kung Pavillion

Questo padiglione in stile tradizionale cinese è stato costruito nel 1973 e ospita una statua del generale Kwan Kung, della dinastia Han (206 aC – 220 dC), che in seguito divenne divinizzato. La statua è stata realizzata scolpendo un intero albero di canfora. Davanti al padiglione si trova un incensiere con due draghi.
Per raggiungere il padiglione, occorre procedere a piedi dal molo dei traghetti di Cheung Chau, lungo Tung Wan Road, in direzione del Warwick Hotel. Da qui girare su Cheung Chau Sport Road e poi su Kwun Yam Wan Road.

Come arrivare

L’isola è collegata ad Hong Kong tramite i traghetti della First Ferry, che operano tra Central Pier e Cheung Chau. I traghetti partono circa ogni 30 minuti, a seconda del momento della giornata. Il tragitto è di circa 20 chilometri e dura 55 minuti o 35 minuti, rispettivamente per i traghetti normali e quelli veloci.
Nonostante i traghetti veloci consentano un tragitto assai più rapido, per molti aspetti sono però da preferire quelli tradizionali, dotati di ponti su cui passeggiare, solarium e aria condizionata.
I traghetti effettuano corse ad intervalli di circa 30 minuti durante il giorno, con un paio di corse anche nelle ore notturne, tra mezzanotte e le 6 del mattino.
A causa dell’inaccessibilità per automobili e grossi veicoli, la maggior parte dei residenti utilizza comunemente le biciclette, tanto che è possibile usufruire dei servizi di noleggio situati vicino al molo, che si trova sul lato occidentale dell’isola, là dove sono concentrati inoltre molti negozi e ristoranti di pesce.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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