Draghi in Giappone

La tradizione dei draghi in Giappone è molto antica. I draghi sono creature leggendarie della mitologia e del folklore giapponese. Questa tradizione incorpora sia storie originali nipponiche sia tradizioni provenienti dalle vicine Cina, Corea e India. In Giappone il drago è una figura legata all’acqua, sono quindi divinità della pioggia e dei corsi d’acqua. Vengono descritte come creature alate con zampe e artigli pericolosi. Il giapponese moderno ha moltissime parole che significano “drago” e sono: tatsu dal giapponese antico, ta-tu, dal cino-giapponese, ryūo ryō dal cinese e Long Naga dal sanscrito naga e Doragon dall’inglese.

I draghi originali giapponesi

Delle circa 680 storie mitologiche del Kojiki e delle 720 Nihongi abbiamo i primi riferimenti testuali che ci parlano dei draghi giapponesi. Negli annali più antichi i draghi vengono menzionati in vari modi ma soprattutto come divinità dell’acqua o come serpenti acquatici.
Il Kojiki e il Nihongi citano alcuni antichi draghi.

  • Yamata no Orochiun: serpente gigante, è stato un drago a 8 teste e 8 code ucciso dal dio del vento e del mare Susanoo, che ha scoperto la Kusanagi-no-Tsurugi (una spada leggendaria appartenente ai Tre tesori sacri del Giappone) in una delle sue code.
  • Watatsumi: il dio del mare o Ryujin, dio drago, è stato il re dei mari e degli oceani, può mutare il suo aspetto diventando umano. Visse nel Ryugu-Jouna, una sorta di regno sommerso, dove aveva in custodia dei preziosi gioielli detti “magici gioielli delle maree”.
  • Toyotama-hime: la principessa Luminous Pearl, figlia di Ryujin, antenata dell’imperatore Jimmu, il primo imperatore leggendario del Giappone.
  • Wani: era un mostro marino, il suo nome vuol dire sia squalo che coccodrillo. Kuma-Wani (che vuol dire orso) e Wani sono menzionati in due antiche leggende. Si dice che il dio del mare Kotoshiro-nushi-no-kami ha trasformato Kuma-Wani e da lui si generò Toyotama-hime, altri dicono che Kuma-Wani ha guidato le navi dell’imperatore Chūai e della sua imperatrice Jingu .
  • Mizuchi era un drago che viveva nei fiumi ed era divinità delle acque.
  • Il mito che vuole l’imperatore Jimmu discendente da Toyatama-hime evidenza come nel folklore giapponese gli imperatori si inventavano una discendenza dai draghi. Di fatti è possibile confrontare le antiche leggende dei draghi cinesi con le dinastie di imperatori cinesi. Di fatti il folklore legato ai draghi è stato proprio introdotto in parte da tradizioni cinesi ed indiane.
  • Kiyohime: Principessa della purezza, era una cameriera di una sala da tè che si innamorò di un giovane prete buddista. Dopo che fu respinta studiò l’antica arte della magia e si trasformò in un drago per vendicarsi.
  • Nure-onna: ovvero la donna bagnata, era un drago aveva le sembianze di una donna. Aveva infatti la testa e i capelli di donna che lavava in riva al fiume e quando si infuriava si scatenava uccidendo gli esseri umani.
  • Zennyo Ryuoer: era il dio pioggia, raffigurato sia come un drago con un serpente al posto della testa, sia come un essere umano con la coda di un serpente.
  • Nel Tawara Toda (favola della tradizione popolare), il Ryuo, il re drago del lago Biw chiede all’eroe Tawara Toda di uccidere un mostro dalle sembianze di un millepiedi gigante.
    In una leggenda il pescatore Urashima Taro salva una tartaruga che lo porta da Ryugu-Jo e lo trasforma nella figlia attraente del dio dell’oceano Ryujin.
  • Inari, il dio della fertilità e dell’agricoltura, è stato talvolta raffigurato come un drago o piuttosto come un serpente.

Draghi di tradizione cino-giapponese

La mitologia cinese è fondamentale per quelli che sono i draghi giapponesi. Di fatti si è detto che si uniscono elementi autoctoni con elementi cinesi. Questo connubio è presente già nella lingua. Parole giapponesi per dire “drago” sono scritte in caratteri cinesi. I nomi di molti draghi giapponesi sono scritti con caratteri cinesi. Si veda ad esempio i nomi dei simboli dell’astrologia che provengono dalla Cina.
Seiryu Suzaku Byakko Genbu Il drago giapponese Shiryu è il leggendario cinese Longwang ovvero il re drago che governa i 4 mari.
Alcuni autori di storie leggendarie avevano differenziato i draghi giapponesi da quelli cinesi per il numero di artigli sulle zampe. In Giappone si è sempre pensato che il drago avesse tre artigli. In Cina invece ne ha 4 o 5 a seconda che si tratti di un normale drago o di uno stemma imperiale. Visto che gli imperatori facevano discendere le loro origini proprio dai draghi tantissimi sono gli stessi che raffigurano queste creature.
Una curiosità sui draghi di provenienza cinese è il fatto che durante la seconda guerra mondiale l’esercito giapponese diede il nome di alcuni draghi cinesi agli armamenti. Si veda ad esempio Koryu che era il nome di un drago cinese affibbiato ad un sommergibile, oppure lo Shinryu che era stato un aereo kamikaze. La divisione di un esercito imperiale, la 56a Divisione, venne chiamata Divisione Drago. Per uno scherzo del destino la divisione Drago fu sconfitta nella città cinese di Longling, il cui nome significa la “tomba del drago”. Mai nome più adatto!

Draghi giapponesi di tradizione indiana

Quando in Giappone si inizia a diffondere il buddhismo i primi monaci asiatici portarono con se anche le tradizioni che riguardavano i draghi. Trasmisero infatti draghi e leggende legate alla mitologia buddhista ed indù. Gli esempi più notevoli sono il Naga, la divinità pioggia, protettore del Buddismo ed il Nagaraja, il re drago. Alcuni dei draghi di derivazione indiana sono in realtà filtrati attraverso la Cina. Di fatti ci sono molti elementi cinesi fusi con elementi indiani. Si veda ad esempio nella leggenda di Naga, il palazzo sottomarino dove viveva si chiamava Ryugu che viene direttamente dal cinese.
Alcuni esempi di draghi giapponesi di derivazione buddhista sono:
Hachidai Ryuo, 8 creature generate per ascoltare il Buddha esporre il Lotus Sutra. Questo drago si trova in tantissime motivi artistici.
Mucharinda era il re naga che ha protetto il Buddha quando ha raggiunto bodhi, ed è spesso rappresentato come un cobra gigante.
Benzaiten è il nome giapponese della dea Saraswati, che ha ucciso Vritra, serpente a 3 teste nel Rigveda. Secondo l’Engi Enoshima, Benzaiten generò l’isola di Enoshima nel 552 d. C, al fine di contrastare il drago.
Kuzuryu è venerato a Togakushi Shrine nel distretto di Nagano.

Templi dedicati ai draghi

Le tradizioni dei draghi sono generalmente associate ai templi buddhisti. Di fatti sono diffusissime le leggende di draghi che vivono a contatto con l’acqua o vicino ai laghi. Esistono tantissimi templi dedicati ai draghi. Eccone alcuni: Shitenno-ji a Osaka, il santuario sul Monte Haku dove la Genpei Jōsuiki (libro di leggende) racconta che qui un prete Zen vide un drago a 9 teste trasformarsi nella dea Kannon e il tempio Gogen di Hakone, Kanagawa. Al giorno d’oggi presso il Santuario di Fujiyoshida vicino al lago Saiko, nel distretto di Yamanashi, si tiene un festival annuale ed uno spettacolo pirotecnico.
La setta Rinzai ha Tenryu-ji ovvero il tempio del drago celeste, il Ryūtaku-jiil, tempio del drago della palude, il Ryoan-ji, il tempio del drago della pace. Secondo la leggenda quando il Hoko-ji o il tempio buddista di Asuka-dera è stato dedicato a Nara nel 596, una nube viola è entrata nella sala dove c’era la statua di Buddha poi la nube è diventata di 5 colori ed ha assunto la forma di un drago.
Il Kinryu-no-Mai è una danza del drago effettuata in maniera annuale a Sensō-ji, un tempio buddista in Asakusa. I ballerini vestiti da drago circondano il tempio e girano per le strade. Secondo la leggenda, il tempio Sensō è stato fondato nel 628 dopo che due pescatori hanno trovato una statuetta d’oro raffigurante Kannon nel fiume Sumida. La Danza del drago d’oro celebra la fondazione del tempio e viene praticata presumibilmente per augurare buona fortuna e prosperità.

I santuari dei draghi

Oltre ad essere associati ai templi buddhisti i draghi giapponesi vengono associati a santuari shintoisti. Si è creduto che il santuario di Itsukushima a Miyajima, isola del Giappone nel mare interno di Seto, fosse la dimora della figlia del dio del mare Ryujin. Secondo il Gukanshō e Le storie di Heike, il drago del mare, il potente imperatore Antoku, salì al trono perché il padre Taira no Kiyomori aveva pregato a Itsukushima offrendogli un santuario. Quando Antoku annegò dopo essere stato sconfitto nella battaglia di Dan-no-ura del 1185, perse la spada imperiale Kusanagi (che, come citato prima, secondo la leggenda proveniva dalla coda di un drago) in mare. In un’altra versione la spada è stata ritrovata e si dice che venga custodita nel santuario di Atsuta.
Il grande terremoto del 1185 è stato attribuito agli spiriti vendicativi Heike, in particolare ai poteri del drago Antoku.
Ryujin Shinko è il nome di una forma di credenza religiosa scintoista che adora i draghi come divinità (kami) dell’acqua.

I draghi nella cultura moderna

Ovviamente molti conoscono i famosi tatuaggi a forma di drago, diffusi sia in Giappone che nel resto del mondo.
Oltre ad essere dei simboli religiosi e si folklore, i draghi hanno anche ispirato l’architettura, l’arte, la letteratura e la cultura popolare. Se ne possono fare alcuni esempi.

  • Gosei Sentai Dairanger è una serie di storie fantastiche basate sui draghi
  • I Dragons Chunichisono una squadra professionistica di baseball giapponese.
  • Manda è il nome di un drago serpentino che custodiva una dimora sommersa ma è anche uno degli antagonisti principali di una pellicola del 1963, appare anche in ruoli secondari nella serie tv dedicata a Godzilla.
  • King Ghidorah è un drago d’oro a tre teste, ma è anche un rivale di Godzilla nella serie tv.
  • Dragon Ball è un famosissimo manga creato nel 1985 da Akira Toriyama, rappresentato con le sfere mistiche o sfere del drago.
  • Dragon Quest è una popolare serie di videogiochi che ha debuttato nel 1986. L’opera d’arte è prodotto dalla stessa Akira Toriyama.
  • Kamen Rider Ryuki è uno spettacolo nella serie Kamen Rider.
  • Si è ispirata ai draghi la serie tv della Gekiranger, serie tv a noi nota con il nome di Power Rangers.
  • Nasu è un robot drago nella serie Ultraman.
  • Ryū Dragon: the Old Potter’s Tale è un racconto di Akutagawa Ryunosuke
  • Il gioco Breath of Fire IV si presenta una storia di Ryu e Fou-Lu che possiede la capacità di trasformarsi in draghi antichi.
  • Nei film di avventura o anime di Hayao Miyazaki vi è uno spirito del fiume la cui vera forma è quella di un drago giapponese.
  • Nel videogioco Dojin, della serie Touhou, vi è un drago venerato come Dio creatore.
  • Nel videogioco Monster Hunter, Amatsumagatsuchi il drago anziano del Sacro Monte è vagamente

Foto

By: OiMax

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).