Perché New York si chiama la Grande Mela?

La chiamano Gotham, Metropoli, la Città che Non Dorme Mai, Empire City, ma uno dei soprannomi più famosi di New York è la “Grande Mela”. Lo Stato di New York è uno dei principali produttori di mele in America, ma il soprannome “Grande Mela” non ha nulla a che vedere con l’agricoltura, anche se secondo alcune teorie il nome deriverebbe dalle tante famiglie che vendevano mele per strada durante la crisi economica degli anni ’30. Ma secondo gli storici il nome sarebbe invece legato alle corse di cavalli. Era il 1920 quando il termine Big Apple fu sentito per la prima volta dal giornalista sportivo John Fitz Gerald da due stallieri afroamericani di New York: i due chiamavano in questo modo l’ippodromo di New York, perché qui si vincevano i premi più alti al mondo nelle corse ippiche. Come forse già saprete l’America è famosa anche per il suo slang, e “apple” era proprio una parola usata nello slang colloquiale delle corse ippiche per indicare “un premio di denaro”: e a New York erano in palio “the biggest apples”.

Fatto sta che a Fitz Gerald piacque molto questo soprannome e decise di utilizzarlo nella sua rubrica sull’ippica che venne così intitolata “Around the Big Apple”.  Di recente  John Fitz Gerald è stato ufficialmente riconosciuto come l’ideatore del nome “Grande Mela” e sul finire degli anni ’90 il sindaco Rudolph Giuliani ha reso omaggio al giornalista intitolando l’angolo tra la West 54th  street e Broadway, dove abitò per alcuni anni, “Big Apple Corner” (vedrete il nome anche nella segnaletica della via).

Ma prima ci fu Edward Martin

A onor del vero, il primo ad parlare di New York come di una mela fu Edward Martin nel suo libro del 1909 “The Wayfarer in New York”: in un paragrafo l’autore descrive lo Stato di New York come un melo, le cui radici affondano nella valle del Mississippi; il frutto di questo albero, la mela, è la città di New York.

Quando New York è diventata “the Big Apple”

Ma fu solo negli anni ’30 che il nome venne per la prima volta riferito a tutta la città, grazie ad un gruppo di musicisti jazz che si esibiva nei locali di Harlem e Manhattan e che usava questo termine anche nelle canzoni per indicare, appunto, New York. All’epoca il jazz stava spopolando a New York, che divenne ben presto la capitale di questo genere musicale e per tutti i musicisti avere successo significava avercela fatta: l’associazione al frutto rosso e succoso era sinonimo di soldi e successo.

E con questa immagine che negli anni ’70 Charles Gillet, presidente dell’ufficio del turismo, decise di usare il termine nella campagna di promozione della città, inserendo l’immagine su magliette, penne e altri souvenir. In quegli anni, infatti, l’economia della città stava attraversando un periodo difficile e l’elevato tasso di criminalità tenevano alla larga i turisti. Charles Gillet era un appassionato di jazz, quindi conosceva la storia del soprannome Big Apple e desiderava che la città venisse ancora considerata “una Grande Mela”.

In passato c’era l’arancia

Ma molto prima che New York venisse soprannominata Big Apple, era conosciuta come New Orange. Il nome fu dato dagli olandesi dopo la conquista nel 1673, in onore del re Guglielmo III d’Orange.

Marco Togni

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Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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