Manga

In Giappone, tutti leggono manga. Non è un’esagerazione. È una realtà così evidente che basta salire su un treno per vederla con i propri occhi: uomini in giacca e cravatta, signore anziane, studenti liceali e bambini, ognuno immerso nella propria storia a fumetti. In Italia siamo abituati a pensare che i manga siano un passatempo per adolescenti. In Giappone no. I manga sono una forma di comunicazione, educazione e riflessione, che accompagna le persone per tutta la vita. Raccontano il mondo in modo semplice e accessibile, ma non per questo superficiale. Ed è proprio questo che li rende così importanti nella cultura giapponese.

Indice


Quello che non sapete

Una delle cose che sorprende chi non vive in Giappone è quanto spesso vengano usati i manga anche in contesti serissimi. Non solo per intrattenere, ma per spiegare concetti difficili, alleggerire argomenti complessi o rendere comprensibili situazioni che altrimenti sembrerebbero noiose o troppo tecniche.

Vi faccio un esempio concreto: alcune banche giapponesi usano opuscoli a fumetti per spiegare ai nuovi clienti cosa sono gli interessi composti, come funziona un mutuo, oppure come evitare frodi online. In Italia vi darebbero una brochure piena di numeri e testo in burocratese. In Giappone magari vi fanno leggere una breve storia a fumetti con una nonna che aiuta il nipote a capire come risparmiare per l’università. È semplice, diretto, e funziona meglio di qualunque manuale.

Lo stesso vale per altri ambiti:

  • In ospedale si usano manga per spiegare trattamenti medici delicati
  • Nei corsi di formazione aziendale si leggono fumetti su come rispondere alle lamentele dei clienti
  • Alcune scuole li usano per introdurre l’educazione sessuale o i disturbi alimentari
  • Persino nei tribunali ci sono pamphlet illustrati per spiegare i diritti dei cittadini in caso di arresto

Questo non significa banalizzare i contenuti. Al contrario: usare i manga permette di arrivare a tutti, anche a chi non ha voglia o capacità di leggere testi complicati. Ed è un’ulteriore conferma del fatto che in Giappone i manga non sono solo intrattenimento, ma uno strumento educativo e culturale a tutti gli effetti.

Cosa sono davvero i manga

La parola “manga” significa semplicemente immagini disegnate, ma nel linguaggio comune indica i fumetti giapponesi, pubblicati in riviste settimanali o mensili, e poi raccolti in volumi. Non sono solo un genere letterario: sono un’industria enorme, una parte quotidiana della vita delle persone e anche un potente specchio della società.

I manga parlano di tutto: amore, sport, cucina, guerra, economia, religione, filosofia, problemi sociali, sessualità. Niente viene escluso. E ogni fascia d’età ha il proprio genere, con storie adatte ai gusti e alla maturità del lettore.

I principali generi di manga

Molti italiani conoscono solo gli shonen e gli shojo, ma il mondo dei manga è molto più vasto. In Giappone esistono classificazioni molto precise per target e contenuto.

  • Kodomo: manga per bambini. Sono semplici, educativi, spesso divertenti.
  • Shojo: pensati per le ragazze, parlano di relazioni sentimentali, amicizia, crescita personale.
  • Shonen: diretti a un pubblico maschile giovane, con azione, avventura, combattimenti, valori come l’amicizia e il sacrificio.
  • Seinen: per uomini adulti. Raccontano storie più complesse, drammatiche o psicologiche.
  • Josei: per donne adulte. Approfondiscono relazioni, vita quotidiana, emozioni reali.
  • Gekiga: realistici, a volte cupi, spesso parlano di problemi sociali, storia o drammi umani.

Ci sono poi sottogeneri più specifici come:

  • Maho shojo (maghette con poteri)
  • Yaoi e Yuri (relazioni omosessuali, rispettivamente maschili e femminili)
  • Shonen-ai e Shojo-ai, simili ai precedenti ma meno espliciti.

E sì, esistono anche manga espliciti, erotici o pornografici, letti senza troppe paranoie, anche in pubblico. È parte di una cultura che ha un rapporto molto diverso col corpo e con l’intimità.

Un’educazione sentimentale

Molti giapponesi imparano a conoscere il mondo, le emozioni e le relazioni leggendo manga. Non è una battuta. In un Paese dove si parla poco di sentimenti, dove le emozioni non si esprimono facilmente, i manga diventano uno strumento fondamentale per vedere rappresentate le paure, i dubbi, gli innamoramenti, le crisi di identità.

Ci sono manga che spiegano:

  • come ci si sente ad essere esclusi dal gruppo
  • come gestire il lutto
  • come affrontare il lavoro, i colleghi, le ingiustizie
  • come prendersi cura degli altri

E non sto esagerando. Alcune serie diventano più efficaci di qualsiasi manuale scolastico. E spesso affrontano tutto con una delicatezza e una profondità che lasciano il segno.

Manga anche per spiegare il mondo

In Giappone si usano i manga anche per spiegare concetti complicati, come:

  • il funzionamento della borsa
  • come aprire un’azienda
  • cosa fa un politico
  • cosa succede se evadi le tasse
  • come gestire una malattia mentale

Esistono manga educativi su qualsiasi tema. Alcuni vengono persino adottati nelle scuole. Altri vengono venduti nelle biblioteche aziendali, come strumento per aiutare i dipendenti a capire aspetti complessi del loro lavoro o della società.

Manga in metropolitana

Una delle immagini più iconiche per chi visita il Giappone è quella di giapponesi assorti nella lettura di manga in treno. Alcuni leggono versioni digitali su app, ma tanti usano ancora le riviste cartacee. Sono enormi, pesanti, a volte puzzano d’inchiostro. Ma sono economiche, temporanee e appassionanti.

Quando finiscono, molti le gettano negli appositi cestini per “riviste” che si trovano nelle stazioni. Non sono carta normale, hanno un loro contenitore a parte. È tutto pensato per un consumo rapido ma ordinato, perfettamente integrato nella vita quotidiana.

Manga usati e senzatetto

C’è un aspetto interessante e poco noto. Alcuni senzatetto a Tokyo vendono manga usati per pochi yen. È uno dei pochi modi che hanno per tirare avanti. E molti pendolari, invece di buttare i volumi, li lasciano volutamente in posti visibili, sperando che qualcuno li raccolga.

C’è una sorta di microeconomia sotterranea dei manga che funziona in modo sorprendente: veloce, senza sprechi, e utile a tutti.

I manga kissa: paradiso per lettori

I manga kissa (manga café) sono locali a metà tra una biblioteca e una sala relax. Entrate, pagate a tempo (400 yen circa l’ora), e potete leggere migliaia di manga, sedervi in una poltrona, ordinare un drink o un pasto, navigare su internet. Se restate la notte (cosa che molti fanno), potete dormire in cabina e farvi una doccia.

Sono frequentati da chi ha bisogno di un posto per riposare, ma anche da appassionati di manga che vogliono leggere in pace. In Giappone è del tutto normale passare 4-5 ore in un manga kissa. Alcuni ci trascorrono intere notti.

Kyoto International Manga Museum

A Kyoto si trova un posto incredibile: il Kyoto International Manga Museum. Ospita decine di migliaia di titoli in tutte le lingue, che si possono sfogliare liberamente. È un luogo bellissimo, con pareti intere di scaffali, zone relax, laboratori per bambini e mostre sempre diverse.

Vi consiglio davvero di andarci anche se non siete grandi lettori di manga. È un’esperienza unica, che aiuta a capire meglio quanto questa forma d’arte sia importante in Giappone.

Manga e sessualità: un rapporto senza tabù

Una cosa che spesso colpisce i turisti è la naturalezza con cui i giapponesi leggono manga espliciti in pubblico. Succede davvero. Su un treno può capitarvi di vedere un salaryman immerso in una storia erotica piena di immagini forti. Nessuno dice niente. Nessuno lo guarda male.

Questo non significa che la società giapponese sia aperta sulla sessualità in ogni ambito (anzi), ma che la lettura erotica è considerata privata, anche quando è pubblica. Un paradosso solo in apparenza. Il manga è visto come una sfera personale, come se lo schermo o la pagina creassero una bolla invisibile attorno al lettore.

Le riviste settimanali

Molti manga in Giappone non nascono subito come volumi, ma vengono pubblicati a episodi su riviste settimanali o mensili, spesso spesse come elenchi telefonici. Le più famose sono Weekly Shonen Jump, Weekly Shonen Magazine, Big Comic Spirit, solo per citarne alcune. Ogni numero contiene decine di storie diverse, una ventina di pagine alla volta.

Queste riviste si trovano ovunque: in edicola, nei kombini, nelle stazioni. Costano poco, si leggono e si buttano, oppure si collezionano se si è appassionati. Il pubblico vota le serie preferite ogni settimana, e gli editori decidono quali continuare e quali interrompere. È un meccanismo spietato, ma è anche il motivo per cui la qualità resta alta.

Solo se una serie ha successo, verrà raccolta in tankōbon (i volumi singoli che conosciamo anche in Italia) e magari diventerà un anime.

Il successo dei manga digitali

Negli ultimi anni i manga digitali hanno preso sempre più piede. Ci sono app come LINE Manga, Manga ONE, Shonen Jump+, Mecha Comic, dove si può leggere gratuitamente o acquistare nuovi episodi. Alcuni manga oggi nascono già digitali, saltando il passaggio della rivista cartacea.

Il vantaggio? I lettori possono iniziare a leggere gratis, e se la storia piace, comprare i capitoli successivi o i volumi digitali. È un sistema che ha rivoluzionato l’editoria, aprendo spazio anche ad autori indipendenti che riescono a emergere senza passare per i canali tradizionali.

E i giapponesi, si sa, sono sempre sul treno, sempre con lo smartphone in mano. Leggere manga in digitale è comodissimo, e infatti i numeri parlano chiaro: il digitale ha superato il cartaceo nelle vendite totali.

Autori di culto e casi editoriali

Ci sono autori diventati vere e proprie icone culturali. Alcuni nomi sono noti anche in Italia: Osamu Tezuka (il “padre dei manga”), Akira Toriyama (Dragon Ball), Rumiko Takahashi (Ranma ½), Naoki Urasawa (Monster), Takehiko Inoue (Slam Dunk, Vagabond), CLAMP, Hayao Miyazaki (prima di diventare animatore), solo per citarne alcuni.

Ma ci sono anche casi editoriali recenti che vale la pena conoscere:

  • *Demon Slayer (Kimetsu no Yaiba)* ha venduto più di 150 milioni di copie in pochi anni.
  • *One Piece* è il manga più venduto di sempre, con oltre 500 milioni di copie.
  • *Attack on Titan* ha conquistato anche il pubblico occidentale, con una trama cupa e politica.
  • *Chainsaw Man* è diventato un cult tra i giovani per il suo stile caotico e irriverente.

Ogni generazione ha i suoi manga di riferimento. Ed è incredibile come queste opere riescano a parlare a milioni di persone, pur restando in bianco e nero, con disegni spesso semplici.

I manga fuori dal Giappone

Oggi i manga sono letti in tutto il mondo. In Europa, negli USA, in America Latina, in Corea, in Cina. In alcuni Paesi sono ancora visti come “fumetti da ragazzi”, ma in altri – come la Franciasono considerati una vera arte.

Negli ultimi anni anche in Italia l’interesse è esploso. Librerie e fumetterie dedicano intere sezioni ai manga. Molti lettori italiani oggi leggono direttamente in inglese o in giapponese per restare aggiornati.

E grazie a internet, i manga viaggiano velocissimi. Alcuni lettori aspettano con ansia il nuovo capitolo settimanale, che viene tradotto dai fan in poche ore e reso disponibile online (legalmente o meno).

Le fiere e il mondo dei fan

I fan dei manga sono appassionati, creativi, organizzati. In Giappone le fiere del settore sono eventi enormi, frequentati da centinaia di migliaia di persone. La più grande è il Comiket (Comic Market), che si tiene due volte l’anno a Tokyo. È un evento dove si vendono soprattutto dōjinshi, cioè manga autoprodotti dai fan. Alcuni sono parodie, altri sono storie originali.

Molti autori famosi sono nati da lì, e ancora oggi partecipano in incognito. È un modo per sperimentare e avere contatto diretto con i lettori.

Nelle fiere si trovano anche cosplayer, gadget, edizioni limitate. È un universo parallelo in cui i manga diventano vita reale, e il confine tra autore e fan si dissolve.

Rikimaru Toho: il lettore di manga più famoso

Nel cuore di Shimokitazawa, a Tokyo, a volte compare un personaggio bizzarro: Rikimaru Toho. È diventato una piccola leggenda urbana per la sua capacità di leggere manga ad alta voce con un’intensità teatrale, da far impallidire qualunque doppiatore professionista.

A volte si esibisce in strada, altre lo trovate nei caffè o in piccoli eventi underground. Alcuni dicono che sia un attore, altri lo definiscono semplicemente un artista che ama i manga in modo viscerale.

Fatto sta che è diventato famoso al punto da essere intervistato da MTV Japan, e oggi ha anche una piccola base di fan. Se vi capita di incontrarlo, chiedetegli di leggere un capitolo. È un’esperienza unica.

Perché vi consiglio di leggere manga

Anche se non siete grandi lettori, vi consiglio di provare almeno una volta a leggere un manga. Non quelli famosi, che trovate ovunque. Ma qualcosa di più particolare, più vicino a voi.

Esistono manga su:

  • viaggi in solitaria
  • ristoranti sperduti
  • storie d’amore adulte
  • il dolore della perdita
  • la bellezza dei momenti ordinari

Non sono solo fumetti. Sono pezzi di umanità raccontati con semplicità, ma pieni di significato. E leggere manga può essere anche un modo per capire meglio la cultura giapponese, i suoi valori, le sue contraddizioni, le sue emozioni più nascoste.

Conclusione

Quando vedete un giapponese immerso in un manga, non sta solo leggendo. Sta vivendo una storia, riflettendo su sé stesso, cercando un’emozione, un senso, una risposta. In un mondo in cui si parla sempre di meno, i manga restano uno dei pochi spazi dove le emozioni possono ancora scorrere liberamente. E per questo, meritano attenzione.

Se questo articolo vi ha incuriosito, sul mio sito trovate tanti altri contenuti legati alla cultura giapponese, dall’arte al cibo, dai luoghi alle persone. Perché il Giappone non si capisce con le guide, si capisce vivendolo. E anche leggendo un manga, magari.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).