Inquinamento a New York

Negli anni ’60 New York era la città più inquinata degli Stati Uniti. Guardando alcune foto storiche scattate in quel periodo si nota la nube di smog che avvolgeva la città, ma oggi la situazione si è ribaltata e la Grande Mela è diventata una delle metropoli con l’aria più pulita al mondo, raggiungendo livelli da record. E non è difficile percepirlo durante un viaggio a New York: ogni qual volta vi fermerete ad osservare lo skyline, noterete un cielo terso, senza la classica nebbiolina che si vede nelle metropoli più inquinate, anche nei periodi caldi e privi di pioggia che solitamente aiuta a spazzare via le polveri sottili. E ci sono altri elementi insoliti che spesso non si notano: in una città estremamente popolata, con quasi 8 milioni di abitanti e file continue e interminabili di macchine lungo i viali principali di Manhattan, non esiste alcun tipo di limitazione alla circolazione stradale, come targhe alterne o domeniche a piedi. L’inquinamento, oggi, non rappresenta più un problema per i newyorchesi, anche se naturalmente si può sempre migliorare. Quello che per certi versi appare come un miracolo o un effetto speciale hollywoodiano lo si deve in realtà ad una combinazione di “fattori fortunati” e all’impegno dell’amministrazione e dei cittadini nel rendere la New York una metropoli sempre più green.

Una serie di fortunate circostanze

In fatto di inquinamento, la fortuna di New York è da cercare nel sottosuolo. Se viaggiate nella Grande Mela, in particolare in inverno, noterete le caratteristiche colonne di vapore bianco rilasciate dai tombini delle strade: è l’effetto del teleriscaldamento, un sistema realizzato nell’800 che permette a gran parte degli edifici di Manhattan di ottenere il riscaldamento e l’acqua calda dal vapore acqueo trasportato da una rete di tubature collegate a centrali termoelettriche. Questo sistema venne introdotto per eliminare gradualmente il riscaldamento a carbone esistente all’epoca, che produceva troppa fuliggine e sporcizia. New York è stata quindi una delle prime città ad aver affrontato la questione dell’inquinamento. C’è poi un fattore meteorologico da non sottovalutare, ovvero i forti venti che soffiano dal Polo Nord e dall’Oceano Atlantico, aiutando a spazzare via le polveri sottili. Un altro grande contributo è stato dato dalla estesa rete metropolitana, attiva 24 ore su 24, che permette alla maggioranza dei cittadini non solo di non utilizzare l’auto, ma anche di non possederla affatto.

I programmi “green” di New York

Una maggiore consapevolezza sull’inquinamento ambientale a New York si è avuta negli anni ’60. Il problema dell’inquinamento a New York non riguardava solo l’aria, ma anche l’acqua: il mare e i fiumi erano diventati una discarica, dove si gettavano rifiuti e sostanze inquinanti. In quegli anni, infatti, nessun newyorchese osava anche solo mettere un piede nell’East River o in altri corsi d’acqua della città. L’aumento di morti causate dallo smog divennero un fatto evidente che nessuno potè più ignorare e così nel 1970 nacque l’Environmental Protection Agency, un’agenzia che ha introdotto nuove regole e obblighi per la tutela ambientale.

Questa non è stata l’unica iniziativa: nonostante New York possa apparire come una città caotica, trafficata e poco attenta a certe tematiche, in realtà è una metropoli sempre più orientata al futuro e che ha come obiettivo quello di diventare interamente green e autosufficiente.  Come in altre metropoli sono state apportate inoltre piccole rivoluzioni che hanno fatto la differenza: oggi le auto a New York si alimentano solo con benzina senza piombo e lo sviluppo di una rete estesa di piste ciclabili ha portato molti pendolari a spostarsi sulle due ruote. Nel 2012 è stato creato dal Comune il programma “Clean Heat”, nell’intento di eliminare gli olii combustibili più nocivi attraverso la conversione alle energie rinnovabili. Grazie ai numerosi investimenti pubblici e all’assistenza fornita alle aziende e ai cittadini, sono stati molti gli edifici che sono stati costruiti o resi parzialmente o interamente ecosostenibili, compresi quelli più famosi che normalmente si visitano durante un viaggio.

Gli edifici più green di New York

Tra i più noti grattacieli green di New York c’è proprio l’Empire State Building che grazie ad un progetto lanciato nel 2009 dal Presidente Bill Clinton assieme all’ex sindaco Michael Bloomberg ha ripiegato sull’energia pulita, arrivando a tagliare i costi sui consumi energetici di oltre 4 milioni all’anno.

Quando venne completata la One World Trade Center o Freedom Tower non era solo il grattacielo più alto dell’Emisfero Occidentale, ma anche il più green al mondo: oltre all’impiego di pannelli fotovoltaici di ultima generazione, ad alimentare l’edificio è l’acqua dell’Hudson che scorre a pochi metri dal grattacielo, assieme all’acqua piovana che viene recuperata e utilizzata non solo per la climatizzazione dell’edificio ma anche per la rete di irrigazione dell’area verde del memoriale 9/11 e le vasche commemorative.

Anche la Bank of America Tower, situata a Midtown accanto a Bryant Park, è uno dei grattacieli più sostenibili al mondo, costruito in parte con materiali riciclati, ed il primo in assoluto ad aver ottenuto la  certificazione energetica LEED.  Tra i vari elementi green, vanta anche un giardino interno, situato nella lobby, e uno esterno sul tetto, le toilette funzionano senza acqua ed è dotato di un sistema di monitoraggio della qualità dell’aria all’interno.

Ma non crediate che gli edifici sostenibili di New York siano solo i grattacieli più noti o gli edifici di lusso: nel cuore di Brooklyn, vicino al Barclays Center, si trova il condominio Schermerhorn, che comprende 116 unità abitative per artisti, professionisti a basso reddito ed ex senzatetto ed è in gran parte sostenibile. Si tratta anche del primo edificio di New York ad essere stato convertito all’energia rinnovabile nel “lontano” 1992 con esterni in vetro che favoriscono l’illuminazione naturale, un sistema di energia pulita che riduce gli sprechi e un giardino sul tetto.

Marco Togni

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Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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