Differenze tra tempio e santuario
Un tempio e un santuario in Giappone sembrano simili, ma sono due mondi completamente diversi. Cambia la religione, cambiano i riti, cambiano i gesti da fare appena entrate. E se li confondete, rischiate di fare figuracce o di perdervi il significato più profondo del luogo.
In molti casi basta uno sguardo attento per capire dove vi trovate. Ma serve conoscere i dettagli giusti: cos’è un torii, quando si battono le mani, dove si accende l’incenso, chi sono i kami e chi è Buddha. In questo articolo vi spiego tutto con esempi chiari, dritte pratiche e consigli autentici per vivere al meglio questi luoghi sacri, senza sembrare turisti sprovveduti. Perché anche se nessuno vi correggerà, sapere cosa fare vi cambia davvero l’esperienza.
Indice
- Le differenze tra santuario e tempio
- Cosa fare se non lo capite subito
- Souvenir religiosi: omamori, rosari e altro
- Il goshuin: il timbro sacro
- Shintoismo e buddhismo: religioni diverse ma conviventi
- Occhio ai dettagli: simboli e oggetti tipici
- Il ruolo della natura
- I monaci e i sacerdoti
- Le cerimonie: quando andare
- Tempio e santuario nello stesso luogo
- Consiglio personale
Le differenze tra santuario e tempio
I templi buddhisti, invece, non hanno torii. L’ingresso è segnato da un portale monumentale in legno (sanmon), spesso con statue guardianiche ai lati. Davanti all’edificio principale si accende l’incenso, si osservano le statue del Buddha, e si fa una preghiera silenziosa, con mani giunte e un inchino singolo. Niente battiti di mani.
A livello pratico però, non aspettatevi per forza un’atmosfera di raccoglimento. Templi famosi come Asakusa a Tokyo sono pieni di gente, bancarelle, scolaresche. Quindi non è il “silenzio” che distingue un tempio da un santuario. La vera differenza sta nei simboli e nei rituali. Semplificando al massimo, nei santuari si viene a chiedere fortuna per la vita quotidiana: matrimonio, salute, esami, soldi. Nei templi si cerca invece riflessione, saggezza o protezione spirituale. Sono due mondi diversi, ma entrambi profondamente giapponesi.
Cosa fare se non lo capite subito
- Cercate il nome: se finisce in -dera, -ji, o -in, è un tempio. Esempio: Kiyomizu-dera, Senso-ji. Se finisce in -jinja, -taisha, o -gū, è un santuario. Esempio: Meiji Jingu, Fushimi Inari Taisha.
- Guardate la presenza del torii: se c’è, siete in un santuario.
- Se ci sono statue di Buddha o incenso, è un tempio.
Oppure fate così: seguite quello che fanno i giapponesi. Se si lavano le mani e battono le mani davanti all’altare, è santuario. Se accendono incenso e restano in silenzio, è tempio.
Souvenir religiosi: omamori, rosari e altro
Nei templi buddisti si trovano anche piccoli rosari (juzu), tavolette di legno con sutra, charms contro gli spiriti maligni, e a volte anche piccole statue. Alcuni sono davvero belli anche dal punto di vista estetico, ma ricordate: non sono souvenir qualsiasi, sono oggetti sacri. Trattateli con rispetto.
Non costano tanto (di solito tra i 300 e i 1000 yen), e possono essere un regalo autentico e significativo da portare a casa. Meglio ancora se prendete qualcosa in un luogo che vi ha colpito particolarmente.
Il goshuin: il timbro sacro
Se visitate più templi e santuari, potete iniziare a collezionare i goshuin, ovvero timbri religiosi con calligrafia realizzati a mano dai monaci o dai sacerdoti. Non è solo un timbro qualsiasi: è una testimonianza della vostra visita, scritta con inchiostro e pennello su un taccuino apposito chiamato goshuinchō.
Ogni luogo ha uno stile diverso, e spesso viene indicata anche la data della visita, il nome del tempio o santuario, e talvolta una frase o un sutra. È un ricordo bellissimo e anche molto scenografico.
Il taccuino si compra nel primo posto che visitate (di solito costa tra i 1.000 e i 1.500 yen), e poi potete farvi aggiungere il timbro nei luoghi successivi pagando una piccola offerta (300-500 yen circa). È un modo perfetto per rendere ogni visita unica, senza prendere oggetti commerciali o inutili.
Shintoismo e buddhismo: religioni diverse ma conviventi
Una delle cose che colpisce in Giappone è che nessuno si sorprende di trovare templi e santuari uno accanto all’altro. E non c’è conflitto: per i giapponesi, le due religioni si completano. Lo shintoismo è più legato alla natura, agli spiriti locali, ai momenti felici della vita (nascite, matrimoni). Il buddhismo in Giappone è legato ai momenti più profondi della vita: la riflessione, il distacco, il ciclo della rinascita. È per questo che spesso si sceglie un tempio buddista per ricordare i defunti o celebrare un funerale, in un’atmosfera più silenziosa e raccolta.
Molti giapponesi fanno tranquillamente riti shintoisti alla nascita e buddhisti alla morte, senza porsi il problema di “che religione seguo?”. Non è una scelta esclusiva, e questo crea una spiritualità molto fluida, unica nel suo genere.
Occhio ai dettagli: simboli e oggetti tipici
Nei santuari trovate spesso le ema, le tavolette di legno dove scrivere i propri desideri, che poi si appendono a una struttura vicino al santuario. Spesso sono illustrate con animali legati all’anno zodiacale o al kami locale. Trovate anche le strisce di carta omikuji (originariamente legati allo shintoismo, ma ora presenti anche nei templi buddhisti), ovvero le fortune che si pescano a sorte: se sono brutte si legano a un ramo, per lasciare lì la sfortuna.
Nei templi invece trovate le gohyaku rakan, centinaia di statue raffiguranti i discepoli del Buddha, o le grandi campane da suonare tirando una corda, soprattutto a Capodanno. E in molti templi si può acquistare un rosario buddhista, o fare offerte di incenso.
Il ruolo della natura
I santuari shintoisti sono spesso immersi nel verde, più selvaggi e naturali, a volte nascosti nei boschi o sulle montagne. Anche nei quartieri urbani, i santuari sono come piccole oasi verdi in mezzo ai palazzi. La natura è considerata sacra nello shintoismo: un albero secolare, una roccia, una cascata possono essere la “casa” di un kami, e per questo vengono recintati con corde sacre (shimenawa).
I templi buddhisti invece sono spesso più costruiti, architettonici, e molti hanno dei giardini zen, con sabbia rastrellata e rocce disposte con cura, per favorire la meditazione. Altri hanno laghetti con carpe koi, ponticelli in legno, sale da tè. Sono ambienti perfetti per camminare lentamente e riflettere.
I monaci e i sacerdoti
Nei templi trovate monaci buddhisti, che spesso indossano abiti grigi o arancioni, e che si occupano della manutenzione, dei riti religiosi, delle cerimonie funebri. Alcuni templi sono anche luoghi di studio e di meditazione, dove i monaci vivono e si formano.
Nei santuari invece trovate i kannushi, i sacerdoti shintoisti, e le miko, ragazze vestite con hakama rossi e kimono bianchi che aiutano nei riti. I sacerdoti celebrano i matrimoni, le benedizioni per le auto nuove, i bambini appena nati, e tante altre cerimonie legate alla vita quotidiana.
Le cerimonie: quando andare
Se vi capita di visitare il Giappone durante Capodanno, il 7 luglio o i matrimoni primaverili, noterete più movimento nei santuari: è lì che si svolgono le preghiere di buon auspicio. I templi invece si animano in occasioni come Obon ad agosto, quando si commemorano i defunti, o in momenti particolari dell’anno legati al calendario buddhista.
Alcuni templi offrono anche esperienze particolari, come sessioni di meditazione zazen aperte ai turisti, cerimonie del tè, o l’ormai molta diffusa possibilità di dormire nel tempio (shukubo). È un’esperienza che vi consiglio assolutamente, soprattutto in posti come Koyasan.
Tempio e santuario nello stesso luogo
Capita spesso che un santuario e un tempio condividano lo stesso spazio. Uno degli esempi più noti è il complesso di Nikko, dove il famoso santuario Toshogu, dedicato a Tokugawa Ieyasu, si trova accanto a templi buddhisti. Un altro esempio è il Kiyomizudera a Kyoto: pur essendo un tempio buddhista, nei dintorni ci sono piccoli santuari shintoisti.
Questo perché per secoli in Giappone le due religioni sono state mescolate, in una convivenza chiamata *shinbutsu shūgō*. Solo durante il periodo Meiji (fine ‘800) ci fu una separazione forzata, ma in molti luoghi le tracce di questa unione sono ancora visibili.
Consiglio personale
Quando vi trovate davanti a un santuario o a un tempio, fermatevi un attimo prima di entrare. Guardate i dettagli. Sentite l’odore: incenso o muschio? Sentite i rumori: cicale o campane? Non serve sapere tutto. Ma quando si capisce anche solo un po’ di più, il Giappone diventa ancora più affascinante. \
E se volete scoprire templi e santuari meno noti, più autentici, ne ho parlato in tanti altri articoli sul mio sito: esplorateli con calma. Alcuni sono tra le esperienze più belle che potete fare in Giappone. Buon viaggio!
Ti consiglio di venire in Giappone con GiappoTour! Il viaggio di gruppo in Giappone con più successo in Italia, organizzato da me! Ci sono pochi posti disponibili, prenota ora!
Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).