Raccolta differenziata a New York

Chi visita per la prima volta New York resta sempre un po’ sconvolto nel dover fare lo slalom tra accumuli di sacchi di rifiuti che spuntano qua e là sui viali della Grande Mela. Sia d’estate che d’inverno la scena è tutt’altro che piacevole, considerando anche le conseguenze, sia a livello di odori che diventano molto forti con il caldo, sia per questioni sanitarie. Del resto come potrete presto notare a New York non esistono i grandi cassonetti come nelle nostre città dove gettare i rifiuti e fino a poco tempo fa camminando, soprattutto nel centro, si vedevano solo i classici bidoni neri posti al lato del marciapiede dove si gettava un po’ di tutto, dall’umido alla plastica. In effetti a New York il concetto di raccolta differenziata ha cominciato a farsi strada solo di recente grazie ad una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e a nuove misure prese dall’amministrazione cittadina che punta a diffondere la cultura del riciclo, sia nelle scuole che nelle abitazioni private e tra le aziende, con l’obiettivo “rifiuti zero”: del resto il problema riguarda un po’ tutti dato che in una in una grande città che produce ogni anno circa 14 milioni di tonnellate di rifiuti solo poco più del 15%  circa di queste viene riciclato.

Come vengono gestiti i rifiuti della città

La quantità di rifiuti prodotta è talmente alta che sono necessari due sistemi di gestione separata, uno pubblico e uno privato. La società pubblica, DSNY (New York Department of Sanitation) si occupa della raccolta di rifiuti delle abitazioni private e degli edifici governativi, che costituiscono un quarto del totale di rifiuti prodotti dalla città. Gli altri tre quarti sono generati dalle aziende, soprattutto da quelle edili e del settore di ristorazione/hospitality; questi vengono ritirati e smaltiti da società private, dietro il pagamento di una somma annuale. In questo caso sono le aziende a dover contattare le società dei rifiuti e concordare il ritiro e le modalità di raccolta. Ma anche lo smaltimento privato viene monitorato e regolamentato a livello pubblico da un’agenzia specializzata, la New York Business Integrity Commission, la quale verifica soprattutto che non ci siano infiltrazioni o legami con la criminalità organizzata e stabilisce prezzi e norme: per lungo tempo e fino a qualche anno fa, infatti, la gestione dei rifiuti era una delle attività in mano a bande mafiose.

New York non dispone di termovalorizzatori, quindi una volta raccolti i rifiuti trasportati in impianti fuori città e alle discariche, che a volte si trovano anche in altri stati del paese, e questo naturalmente comporta dei costi elevati.

I bidoni per la raccolta differenziata

Solo nell’ultimo anno si è cominciato a differenziare e riciclare i rifiuti e sono comparsi i primi bidoni destinati a varie tipologie di oggetti. Li potete vedere sia nei parchi che attorno a Times Square e si distinguono in base al colore: quelli blu sono solitamente destinati a plastica e alluminio e trovate la scritta “cans/plastic/bottle”, quelli di colore verde sono per carta e giornali (solitamente c’è la scritta paper), mentre quelli di color grigio o nero solo generalmente riservati all’indifferenziata e riportano la scritta generica “trash”.

Nelle metro trovate invece dei bidoni di color nero dove si usa buttare i bicchieri del caffè e i contenitori del cibo che non andrebbero portati sui vagoni (non si potrebbe bere né mangiare in metro anche se molti lo fanno comunque).

Da poco la città ha introdotto anche dei nuovi bidoni di color marrone, destinati all’umido e ai rifiuti organici, che rappresenta una novità assoluta per New York visto che in precedenza non esisteva nulla del genere. Questi bidoni sono stati consegnati alle famiglie, alle attività e ora se ne può vedere anche qualcuno per strada. I rifiuti organici di New York rappresentano la parte più consistente del totale dell’immondizia prodotta nella città, quindi l’amministrazione si sta concentrando su questo programma, puntando al riciclo: tutti gli scarti di cibo verranno infatti utilizzati per produrre concime naturale per i terreni.

La raccolta di rifiuti di abitazioni e privati

Per quanto riguarda le abitazioni private, ogni quartiere di New York ha un preciso programma di raccolta dei rifiuti, con determinati giorni e orari in cui i cittadini devono lasciare, sul marciapiede o  comunque all’esterno della propria casa i sacchi dei rifiuti che poi vengono ritirati dai furgoni specializzati. Non tutte le tipologie di rifiuti vengono ritirate nello stesso giorno, ma si alternano tra loro. Il sito del New York City Department of Sanitation spiega nel dettaglio ai residenti come fare la raccolta differenziata nel modo corretto, fornendo indicazioni su come separare e riciclare i rifiuti. Un discorso a parte va fatto per elettrodomestici e dispositivi elettronici.   Per i primi è necessario prendere appuntamento, anche online, per accordarsi per il ritiro, mentre per i secondi ci sono due alternative, ovvero portarli ai commercianti dei negozi di elettronica, i quali sono obbligati ad accettarli, oppure recarsi ai  “SAFE Disposal Event” organizzati dal  Department of Sanitation: in sostanza si tratta di punti di raccolta organizzati in varie giornate e zone durante tutto l’anno.

Le borse di plastica dei supermercati

Come noterete se fate spesa nei negozi e supermercati della Grande Mela, gran parte delle attività usa ancora le borse di plastica, quelle che in Italia ormai da alcuni anni sono state sostituite da plastica biodegradabile. Dal 2016 si è cominciato ad affrontare anche questo tema, per il momento con l’introduzione di una tassa di 0,5 centesimi su ogni borsa, ma si sta pensando in un futuro di eliminare del tutto questa pratica. In ogni caso è possibile anche restituire le borse ai vari supermercati e negozi e loro sono obbligati a riprenderle; alcune grandi attività dispongono di appositi contenitori dove si possono lasciare le borse di plastica per poterle riciclare.

Un problema “antico”

Il problema dello smaltimento dei rifiuti non è una novità per New York: pensate che già in un’ordinanza del 1657, quando ancora la città si chiamava New Amsterdam, si parlava dei rifiuti che i cittadini gettavano nelle strade, creando non solo disagio ma anche pericolo per la salute degli altri. E fino alla metà del 1900 l’80% dei rifiuti di New York finiva essenzialmente in mare, cosa che rendeva le acque attorno a Manhattan estremamente inquinate, mentre altri, soprattutto i detriti e le macerie che restavano dalle costruzioni,  venivano usati per creare terreni artificiali e ampliare la città: oggi gran parte dei quartieri della città, anche i più eleganti e belli, sono in realtà costruiti su cumuli di spazzatura. Ma l’amministrazione non si è mai occupata in maniera seria di questo problema, poiché fino a qualche anno fa si era meno sensibili rispetto alle tematiche ambientali e inoltre trasportare i rifiuti fuori città era molto più conveniente rispetto a riorganizzare interamente il sistema di raccolta e riciclo.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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