Frutta in Giappone
In Giappone la frutta può essere costosissima. La frutta non si mangia solo per le sue vitamine, ma è anche cultura, estetica, tradizione. Può essere un regalo di prestigio, un rituale stagionale, o semplicemente un piacere quotidiano curato nei minimi dettagli. A volte i prezzi sembrano esagerati, con fragole da 5 euro o meloni da centinaia di euro, ma tutto ha una logica. Perché qui la frutta può valere quanto un dolce artigianale, e in certi casi viene trattata come un’opera d’arte. Allo stesso tempo, esiste anche una frutta per tutti i giorni, molto più accessibile, che si trova nei supermercati o nei mercatini di quartiere. Capire come funziona davvero il mondo della frutta in Giappone vuol dire entrare nel cuore di una società che cura ogni dettaglio, anche nei gesti più semplici.
Indice
I tipi di frutta
Per capire davvero la frutta in Giappone, bisogna prima di tutto distinguere tra i tre livelli principali che convivono nel Paese. Sono mondi diversi, sia per prezzo che per funzione. E spesso chi si scandalizza per una fragola da 5 euro semplicemente non ha chiaro a quale categoria appartiene.
La prima è la frutta da regalo, quella più famosa e fotografata. Quella che finisce su Instagram perché costa 10 euro al pezzo o viene venduta in confezioni lussuose da centinaia di euro. Ma non è frutta da tutti i giorni: è pensata per occasioni importanti, come ringraziamenti formali, visite a clienti o parenti anziani. Si trova nei grandi magazzini di lusso, in espositori che sembrano gioiellerie. Qui conta tutto: la simmetria del frutto, il profumo, la precisione del packaging. Non è pensata per essere mangiata in fretta, ma per essere ammirata, rispettata e poi condivisa con attenzione.
Poi ci sono le boutique della frutta, che potremmo paragonare ai fruttivendoli di quartiere più eleganti che ci sono in certe città italiane. Sono negozi piccoli, spesso con uno stile retrò o raffinato, che vendono frutta stagionale di alta qualità. I prezzi sono più alti dei supermercati, ma non folli. Qui trovate mele perfette, fragole locali raccolte il giorno stesso, pesche dolcissime in estate, confezionate in modo semplice ma curato. Sono pensati per chi cerca qualcosa di buono da portare a casa, magari per un’occasione un po’ speciale, ma senza dover spendere una fortuna.
Infine c’è la frutta da supermercato, che è quella che mangiano i giapponesi ogni giorno. È pulita, selezionata, venduta a pezzo (non al chilo), spesso in confezioni di plastica. Ma è buonissima, dura a lungo in frigo, e ha un gusto molto più intenso rispetto a tanta frutta “da discount” che si trova in Europa. I prezzi sono abbordabili: una banana può costare 100 yen, una mela grande intorno ai 150-200 yen. Niente che faccia gridare allo scandalo, anzi. Se sapete scegliere bene – magari approfittando delle offerte o dei prodotti di stagione – potete mangiare frutta eccellente senza spendere più che in Italia.
Capire questa divisione è fondamentale. Perché guardare solo la frutta da regalo e pensare che in Giappone tutto costi così è un errore clamoroso. Serve solo un po’ di consapevolezza e curiosità in più.
Vale la pena?
Me lo chiedete spesso: “Ma tutta questa frutta costosissima… vale davvero la pena?”.
La risposta, come spesso succede in Giappone, è: dipende da cosa cercate.
Prendete il mango “Taiyō no Tamago” di Miyazaki, per esempio. Forse avete visto il mio video: l’ho pagato 160 Euro. Ma era perfetto. Lucido, dolcissimo, con una polpa morbidissima. Un gusto intenso, tropicale, pulito. L’ho mangiato lentamente, con attenzione, come fosse un dolce prezioso. E in quel momento sì, ne è valsa la pena. Ma non era un mango da comprare ogni settimana. Era un’esperienza.
Lo stesso vale per i meloni. Ce ne sono tantissimi tipi, ma quelli di fascia alta – come lo Shizuoka Crown Melon o lo Yubari King – sono coltivati con una cura che rasenta l’ossessione. Crescono uno per pianta, protetti, monitorati giorno e notte. La buccia dev’essere perfetta, la rete simmetrica, il profumo inconfondibile. E il sapore? Incredibile. Ma la verità è che una buona parte del prezzo non è nel gusto, ma nella perfezione visiva. È come pagare per un’opera d’arte commestibile. E a volte, per quanto buoni siano, non sono poi così lontani da altri meloni giapponesi meno famosi ma comunque deliziosi.
E poi ci sono le pesche giapponesi. In estate sono ovunque, e anche quelle da supermercato sono grandi, profumate, con la buccia sottile che si toglie con le dita. Quando ne trovate una davvero buona – dolce, succosa, quasi cremosa – è impossibile non fermarsi a pensare quanto questo Paese riesca a portare la frutta a un livello superiore.
Le pesche costose, quelle da vetrina, sono perfette: zero ammaccature, colore uniforme, confezione elegante. Ma anche qui, spesso ilprezzo riflette più l’estetica che la differenza reale di sapore.
Quindi, vale la pena? Sì, una volta nella vita assolutamente sì. È come provare un’esperienza culturale, gastronomica e visiva tutta insieme. Ma se cercate solo il gusto, potete trovare meraviglie anche a prezzi normali, specialmente nei negozi locali e nei mercati fuori dalle zone più turistiche.
Il punto non è risparmiare a tutti i costi, ma scegliere con consapevolezza. Sapere cosa state comprando, e capire che in Giappone, anche nella frutta, la forma è parte del contenuto.
Ma non aspettatevi che tutta la frutta in Giappone sia fantastica. I fichi per esempio? in Italia sono un miliardo di volte più buoni che in Giappone.
L’errore dei turisti
Uno degli errori più comuni dei turisti è guardare i prezzi della frutta nei conbini e pensare che sia quella la normalità. Non lo è. I conbini, per quanto comodissimi, hanno sempre prezzi maggiorati. Servono soprattutto per chi ha bisogno di qualcosa al volo. Una banana confezionata a 150 yen sembra carissima, ma vi state pagando anche la plastica, la comodità, la posizione centrale e il fatto che potete comprarla alle 2 di notte. È un servizio, non un mercato. Vi consiglio di non giudicare i prezzi del Giappone da quello che vedete nei konbini. Fate un giro in un vero supermercato o nei mercatini di quartiere. In certi negozi residenziali trovate mele a 98 yen, frutta locale in offerta, e confezioni grandi a prezzi ottimi. Basta sapere dove cercare.
Differenze culturali
In Italia siamo abituati a mangiare frutta come snack, a fine pasto, o anche come merenda. In Giappone, invece, la frutta è vista quasi come una prelibatezza. Viene mangiata con calma, a volte già tagliata, con le bacchette, magari servita in un piattino. È una coccola, non un riempitivo. E proprio per questo se ne consuma meno, ma di qualità superiore. Il prezzo a pezzo può sembrare alto, ma nella vita quotidiana spesso ci si accorge che non si spende di più. Anzi. Quanti spendono 3 euro al giorno in caffè, snack o dolcetti? Eppure si scandalizzano per una mela da 1,80 euro. Cambiate prospettiva. Vi consiglio di pensare alla frutta in Giappone come a un’esperienza diversa. E quando assaggiate una pesca giapponese in piena estate… capirete che ne vale la pena.
Esperienze da provare
Oltre ad assaggiarla, ci sono esperienze legate alla frutta che vi consiglio davvero. In estate, ad esempio, molte campagne offrono esperienze di raccolta diretta: potete andare a cogliere pesche, ciliegie, mirtilli o uva, pagando un prezzo fisso per mangiare direttamente dal frutteto. Alcune aziende agricole permettono anche di portare a casa una scatola, che potete confezionare e spedire direttamente dal posto. Sono attività poco conosciute dai turisti stranieri, ma molto apprezzate dalle famiglie giapponesi. Vi danno la possibilità di vedere da vicino la cura con cui viene coltivata la frutta, e di passare una mezza giornata diversa dal solito, immersi nella natura. Vale la pena informarsi: in certi casi potete prenotare anche online, oppure chiedere informazioni negli uffici turistici locali.
Conclusione
Alla fine, la frutta in Giappone non è solo qualcosa da mangiare: è un piccolo specchio del Paese stesso. Precisione, estetica, stagionalità, rispetto per il dettaglio. Tutto si riflette anche in una semplice pesca o in un grappolo d’uva. E non serve spendere centinaia di euro per capirlo: basta saper osservare, scegliere con curiosità e assaggiare con calma. Vi consiglio di non lasciarvi scoraggiare dai prezzi più assurdi, ma neanche di comprarla solo per fare una foto. Provate a viverla per quello che è: un’esperienza sensoriale e culturale, diversa da quella a cui siamo abituati. E magari, tornando a casa, vi accorgerete che anche la vostra idea di “una mela al giorno” è cambiata un po’.
Video: Mangio mango da 160 Euro
Video: Mangio frutti da 100 euro
Ti consiglio di venire in Giappone con GiappoTour! Il viaggio di gruppo in Giappone con più successo in Italia, organizzato da me! Ci sono pochi posti disponibili, prenota ora!
Autore
Marco Togni
Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa. Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi. Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).