Diavolo della Tasmania

In molti si ricorderanno il simpatico Taz che aveva conquistato tutti con la sua genuinità nel cartone animato della Looney Tunes e alcuni atteggiamenti di questo personaggio riprendono in effetti i tratti caratteristici del diavolo della Tasmania. Il nome di questo marsupiale carnivoro deriva non tanto dall’aspetto, ma quanto dal suo verso sinistro, simile a delle grida, definito demoniaco dai coloni europei.

Nonostante questo il diavolo della Tasmania è un animale timido ed è diventato nel tempo una delle principali attrazioni e simbolo di quest’isola, che resta ad oggi l’unico luogo in cui sopravvive la specie: un tempo lo si poteva vedere anche in altre zone dell’Australia, mentre ad oggi i pochi esemplari rimasti vivono esclusivamente in Tasmania e sono in pericolo di estinzione. Se vi recate in Tasmania il luogo migliore in cui vederli sono i parchi nazionali, tra cui il Tasmanian Devil Conservation Park di Taranna, sulla strada che conduce a Port Arthur dove vengono allevati nel loro habitat naturale per poi rimetterli in libertà e contribuire così a salvare la specie. Al di fuori dei parchi è raro vederli poiché escono a caccia di cibo durante la notte, mentre di giorno se ne stanno nella loro tana o nascosti tra la vegetazione.

Caratteristiche e dieta

Ha le dimensioni di un cane di piccola taglia, con la testa grossa, il pelo di colore nero con una caratteristica macchia bianca nella zona del petto e una coda spessa e corta. Non supera gli 80 cm di lunghezza, corporatura è tozza e il peso può variare a seconda del tipo di dieta e del genere (i  maschi sono leggermente più grandi). A differenza di tutti gli altri marsupiali, le zampe anteriori sono più lunghe di quelle posteriori e l’udito sembra essere il senso più sviluppato, una particolarità unica, ma anche l’olfatto è ben sviluppato e gli permette di sentire l’odore delle carcasse di animali anche ad un chilometro di distanza.

Il diavolo si nutre di carne di vario genere, dai piccoli insetti fino ai canguri, rettili, pecore e ovini, che preda o trova già morti, anche se quest’ultima opzione è la preferita.  L’enorme potenza di denti e mascelle gli consentono di divorare interamente la preda,  ossa comprese. Nutrendosi principalmente di carcasse di animali che trovano nei boschi e nelle fattorie, i diavoli sono animali preziosi e utili per mantenere la “pulizia” degli ambienti naturali.

Quando va in cerca di cibo può percorrere distanze notevoli senza stancarsi e seppur normalmente si muova in maniera lenta e dinoccolata, simile a quella di un orso, può correre velocemente. È dotato di lunghi artigli che gli permettono di  arrampicarsi sugli alberi; il diavolo è anche un ottimo nuotatore.

Comportamento

Se gli europei hanno definito spaventoso e demoniaco il verso del diavolo della Tasmania è anche perché si udiva nel silenzio della notte. Questo piccolo predatore è infatti un animale attivo soprattutto di notte: durante il giorno se ne sta nascosto nella sua tana o tra la vegetazione.  Sebbene non siano territoriali, ogni diavolo ha un proprio territorio di caccia.

Non è propriamente un animale docile nei confronti degli altri individui della specie: spesso i maschi si aggrediscono e lottano tra di loro, principalmente con morsi sul muso, quando si contendono il cibo. Sono animali solitari e difficilmente vanno a caccia di cibo in branco, tuttavia capita di vedere più esemplari radunarsi attorno alle carcasse per spartirsi il bottino.

Riproduzione

Le femmine possono cominciare a riprodursi già dal secondo anno d’età e la gestazione è molto rapida: dura infatti 21 giorni. Ogni femmina può arrivare a partorire una cucciolata di 20-30 piccoli che poi restano nel marsupio della madre, situato nella parte posteriore del corpo, per 4 mesi circa. Dato che ogni femmina ha solo 4 capezzoli solo i cuccioli più forti e veloci riescono a sopravvivere.   In media il diavolo della Tasmania vive 5 anni, ma ci sono stati rari casi di esemplari vissuti fino a 7 anni.

Il rapporto con l’uomo

Sebbene i diavoli possano nutrirsi di carne umana, non costituiscono un pericolo per l’uomo, la cui presenza però può essere causa di nervosismo nell’animale. Se però vengono avvicinati troppo o disturvati, possono però aggredire e mordere come atto di difesa, quindi se doveste vederli, meglio stargli lontano!

La storia

Come dimostrano alcuni fossili ritrovati nel territorio australiano, un tempo i diavoli erano presenti anche in altre zone, oltre la Tasmania, e si pensa che l’estinzione di questa specie sia stata causata dalla diffusione dei dingo, che non era però presenti in Tasmania e sarebbe dunque questo il motivo per cui i diavoli sono sopravvissuti in quest’isola.

Dopo l’arrivo dei coloni europei, il diavolo è stato vittima di una spietata caccia da parte dell’uomo, che lo considerava un pericolo per gli allevamenti di bestiame, tanto che venivano dati dei premi in denaro a chi li prendeva o li eliminava.

Una specie a rischio di estinzione

Ma la decimazione della specie non è stata causata dall’uomo, bensì da una forma incurabile di tumore trasmissibile che ha cominciato a diffondersi nel 1996 attraverso i morsi che i diavoli si sferrano sul muso. Questa malattia ha portato ad una perdita pari a quasi il 50% della popolazione totale dei diavoli, motivo per cui dal 1995 la specie è stata inserita tra quelle a rischio di estinzione, ma secondo dei recenti studi pare che l’animale stia sviluppando una forma di resistenza al tumore.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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