La Yakuza aiuta dopo il terremoto

Articolo tradotto da Zeus (http://about.me/RiccardoBrumat), l’articolo originale in inglese lo trovate sul sito del Daily Beast.

Anche i gruppi mafiosi giapponesi aiutano dimostrando un senso civico.
Jake Adelstein riporta il perché la polizia non vuole che tu sappia tutto questo.
In aggiunta, un ulteriore reportage sulla crisi giapponese.
Il peggior momento delle volte rivela le migliori persone, anche nei “perdenti” giapponesi ovvero la mafia giapponese o yakuza.

Poche ore dopo la prima scossa, due dei più grandi gruppi criminali è entrato in azione, aprendo i loro uffici agli sfollati di Tokyo, spedendo cibo, acqua e coperte alle zone devastate utilizzando camion da 2 tonnellate e qualsiasi altro mezzo in grado di muoversi. Il giorno dopo il terremoto il gruppo Inagawa-kai (la terza organizzazione criminale in Giappone che fu fondata nel 1948) ha mandato nella regione di Tohoku 25 camion da 4 tonnellate pieni di pannolini, ramen istantaneo, batterie, lampade portatili, bevande e l’essenziali alla vita quotidiana.
Un capo di Sumiyoshi-kai, il secondo gruppo per grandezza, ha addirittura offerto rifugio a persone straniere – qualcosa di straordinariamente inusuale per una nazione così tanto xenofoba, considerando poi che questo gruppo fa parte della “destra” della Yakuza.
I Yamaguchi-gumi, il gruppo più grande, sotto la guida di Tadashi Irie, ha anche aperto gli uffici al pubblico lungo il paese e sta’ spedendo ‘camionate’ di materiale di prima necessità, ma in modo molto più discreto e senza fanfare.
Gli Inagawa-kai sono i più attivi poiché sono state colpite molte aree di loro interesse. Sono un gruppo organizzato a “blocchi” o gruppi regionali. Tra la mezzanotte del 12 e il primo mattino del 13 marzo, gli Inagawa-kai stanziati a Tokyo hanno portato 50 tonnellate di beni di prima necessità al municipio di Hitachinaka (Hitacinaka City, prefettura di Ibaraki) e gli hanno recapitati, senza menzionare il loro legame con la Yakuza, se no le donazioni sarebbero state respinte.
Questo fu l’inizio del loro impegno umano. Le merci comprendevano tazze di ramen, barattoli di fagioli, pannolini, tea e acqua potabile. Il viaggio con le merci da Tokyo al luogo di consegna è durato 12 ore. Sono dovuti passare per stradine secondarie per arrivarci. Il sottogruppo dei Kanagawa della famiglia dei Inagawa-kai, ha spedito 70 camion verso le aree di Ibaraki e Fukushima, consegnando addirittura merci nelle zone ad alto rischio radioattivo senza protezioni o aver usato il potassio iodato.

Il membro dei Yamaguchi-gumi con il quale ho parlato ha semplicemente detto, “Per piacere, non dire altro se non che stiamo facendo del nostro meglio per aiutare. Attualmente, nessuno vuole essere collegato con noi, e noi stessi saremmo molto addolorati di vedere le nostre donazioni rifiutate solo perchè siamo Yakuza.”

Festival Yakuza

Alcuni membri della Yakuza. Foto: Elmimmo

Per quelli non familiari con la Yakuza, potrebbe sembrare uno shock sentire di questa filantropia, ma questa non è la prima volta che mostrano un impulso umano.

Nel 1995, dopo il terremoto di Kobe, gli Yamaguchi-gumi sono stati una delle forze più attive sul posto, procurandosi velocemente beni da distribuire alla gente locale.

Paradossalmente, questi beni sono stati pagati con i soldi guadagnati dopo anni spesi a minacciare le stesse persone del luogo, e non erano per niente ignari dell’impatto sulle pubbliche relazioni – ma nessuno negò che furono d’aiuto quando le persone ne avevano bisogno – come lo sono ora.

Può confondere il fatto che la yakuza che è un organizzazione criminale, la quale percepisce i suoi flussi di denaro da attività illecite, come riciclaggio di denaro, ricatti, estorsioni e frodi, possa avere una natura civica. Comunque, in Giappone dal periodo del dopo-guerra loro hanno sempre giocato un ruolo per il mantenimento della pace.

Secondo Tokyo Underworld di Robert Whitings e Legacy of Ashes di Tim Weiner, il governo degli Stati Uniti ha addirittura comprato i servizi di un cruento affiliato alla Yakuza, Yoshio Kodame, per tener libero il Giappone dal comunismo e mantenere l’ordine.

Kodama più tardi pose le basi per creare il Partito Liberal Democrati del Giappone che ha poi governato il paese per 50anni.

Quando il presidente Obama ha visitato il giapone l’anno scorso, la polizia ha contattato i capi di tutti i gruppi della yakuza per chiederli di comportarsi bene e di assicurarsi che non intercorrano problemi.

Ma parliamo chiaro, gli yakuza sono criminali, anche se con restrizioni auto imposte, ed è nel loro stile anche placare i crimini di strada (furti).

Molti giapponesi tutt’ora gli ammirano e gli tollerano. In fatti, uno studio della Nara Police Prefectural ha scoperto che tra gli adulti al di sotto dei 40 anni, 1 su 10 afferma che alla yakuza dovrebbe essere concesso di esisterei o essere un “male necessario”.

C’è un accorte non scritto tra la polizia e i gruppi della yakuza per il quale è accettabile per loro operare volontariamente durante i momenti di crisi ma non farsi pubblicità per questo. Prima di questa catastrofe la polizia stava marcando duramente la yakuza e interrompendo tutte le attività che potevano metterli sotto una luce eroica e far sembrare inetta la polizia. Loro son stati molto attenti a onorare in modo tacito la loro parte di accordo. Non è che la Yakuza non sia esperta di pubbliche relazioni, come si nota in 6 magazine (3 mensili e 3 settimanali) che scrivono delle loro vicende; questo fa ben capire che loro guardano molto di più a completare il lavoro piuttosto che prendersene il merito.

Come disse un membro, ” Non c’è Yakuza o patagi (normali cittadini) o gaijin (stranieri) ora in Giappone. Siamo tutti Giapponesi. Abbiamo tutti bisogno di aiutarci l’un l’altro”.

Un pò di storia: il Giappone ha 80 mila membri appartenenti alla criminalità organizzata, che la polizia chiama shiteiboryokudan o letteralmente “gruppi designati alla violenza”; l’affiliazione non è illegale comunque la polizia controlla le attività dei gruppi, un pò come la SEC controlla la Goldman Sachs. Il loro reddito è prevalentemente derivato da servizi di protezione, sicurezza, frodi fiscali, manipolazioni di borsa, gioco d’azzardo, l’estorsione, prostituzione, usura. Loro chiamano loro stessi “yakuza”. La parola viene dal “perdere una mano” nel gioco d’azzardo giapponese: 8(ya) 9(ku) 3(za) che raggiunge 20, che è una mano non vincente. Motivo per cui sono anche chiamati “perdenti”. E’ un termine auto proclamato.

La yakuza non si chiama “gruppo violento”. Loro operano all’aperto; hanno uffici, carte di credito, giornali dedicati. I 3 maggiori gruppi, gli Yamaguchi-gumi (40mila membri), gli Sumiyoshi-kai(12mila membri) e i Inagawa-kai(10mila membri) tutti affermano di essere gruppi cavallereschi, come il Rotary Club, si chiamano ninkyo-dantai.

Ninkyo(do) secondo la storia della scuola yakuza è una filosofia che da onore all’umanità, giustizia, lealtà è vieta di guardare gli altri soffrire o essere oppressi senza fare nulla. Ai credenti di questa “linea guida” è richiesto il sacrificio con la propria vita per onorare il credo. La yakuza spesso abbrevia il credo dicendo “aiutare i deboli combattere i forti” in teoria. In pratica il direttore di film Itami Juzo, fu attaccato da membri della Yamaguchi-gumi e Goto-gumi perché con i suoi film gli dipingeva duramente, affermando che “la yakuza si occupa solo di sfruttare i deboli della società, per poi scappare da chi resiste alle loro estorsioni e sfruttamenti.”

Ha un fondo di vero, penso. Comunque delle volte, come oggi in Giappone, loro fanno fede al loro valori originali.

Sicuramente, gran parte della yakuza sono sociopatici tribali che si limitano a farsi pagare per parlare. Ma in tempi come questi ogni aiuto è benvenuto, e forse, forse per qualche settimana, la polizia e la yakuza possono dichiararsi la pace e lavorare assieme per salvare vite e mettere al sicuro il popolo Giapponese. In taluni casi la polizia ha anche dato il suo supporto tattico agli aiuti della yakuza. Quello è lo spirito del ninkyodo. E’ anche lo spirito di molti giapponesi. E’ anche il motivo per cui non ci sono dubbi nel pensare che il Giappone risolta questa crisi torni ad essere una forte nazione come prima.

Naoya Kaneko, il successore del boss Sumiyoshi-kai che fu un amico e un mentore, una volta disse, “in tempi di crisi, impari la grandezza di un uomo”. Per capire il vero significato devi capire prima come la maschilista/sessista yakuza definisce un “uomo”. Il cuore è “giri”, una parola che può essere tradotta in molti modi ma che io interpreto come : reciprocità. Oggi, il popolo giapponese, anche la yakuza, si misura molto bene con quello standard di comportamento.

Jake Adelstein fu un report per Yomiuri Shinbun, il maggiore giornale Giapponese, dal 1993 al 2005. Dal 2006 al 2007 era il capo investigatore per uno studio sponsorizzato dal dipartimento degli stati uniti, sul traffico umano.

Considerato uno dei più accreditati esperti in crimine organizzato in Giappone, ha lavorato come scrittore e consulente sia in usa che in Giappone.

E’ anche il curatore delle pubbliche relazioni per il Polaris Project Japan con sede a Washington DC, che combatte il traffico umano e lo sfruttamento di donne e bambini nel commercio del sesso. E’ autore di Tokyo Vice: An American Reporter on the Police Beat in Japan.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).