Trasferirsi in Giappone

Trasferirsi in Giappone non è un salto in un altro modo di vivere, pensare, relazionarsi. Io vivo qua da molti anni ed è assolutamente fantastico. Molti sognano il Giappone per la sua efficienza, la sicurezza, il fascino della cultura tradizionale e delle metropoli futuristiche. Ma viverci è tutta un’altra storia rispetto a visitarlo. Se ci state pensando seriamente, o se la curiosità vi divora, vi racconto tutto quello che dovete sapere. Dalle prime pratiche da affrontare ai problemi quotidiani che nessuno racconta.

Indice


Visto e documenti per trasferirsi in Giappone

La prima cosa da affrontare è il visto. Non potete semplicemente prendere un aereo e iniziare una nuova vita a Tokyo. Serve un visto adeguato, e i più comuni sono quelli per lavoro, studio, ricongiungimento familiare o matrimonio. Il visto turistico non consente di lavorare o restare a lungo.

Il modo più “semplice” per ottenerlo è trovare un lavoro da remoto o in loco presso un’azienda giapponese disposta a sponsorizzarvi. In alternativa potete iscrivervi a una scuola di giapponese: avrete un visto studentesco, ma non potrete lavorare più di 28 ore a settimana. Appena arrivati, con un visto adeguato, otterrete la zairyū card, ovvero il documento di residenza.

Pro e contro del vivere in Giappone

Tra i pro ci sono sicurezza, efficienza, pulizia, sanità e servizi. Tra i contro, invece, ci sono isolamento, burocrazia, costi iniziali e difficoltà linguistiche. Vivere in Giappone può essere una delle esperienze più belle della vita, ma non è per tutti.

Serve adattabilità, pazienza e voglia di mettersi in gioco. Ma se avete queste qualità, il Giappone vi ripagherà con momenti unici e una crescita personale enorme.

Trovare lavoro in Giappone da stranieri

Non è impossibile, ma non è nemmeno facile. A parte i lavori per insegnare inglese (o italiano, ma molto più rari), la maggior parte delle aziende richiede una buona conoscenza del giapponese. E con buona non intendo “due parole per ordinare al ristorante”. Parliamo di livello business o almeno intermedio.

Ci sono comunque settori più aperti, come informatica, IT, traduzioni, design, ristorazione e turismo. Ma dovete prepararvi a inviare molti curriculum e magari iniziare con posizioni non ideali. I siti migliori per cercare lavoro sono GaijinPot, Daijob, Jobs in Japan e CareerCross.

Costo della vita: Tokyo e non solo

Se vivete in Giappone, non avrete problemi ad affrontare i costi della vita. Gli stipendi sono infatti tarati sui costi che uno deve affrontare mensilmente. Il Giappone non è economico, soprattutto se pensate di vivere a Tokyo. Ma non tutto costa uno sproposito. L’affitto è la voce più pesante, seguita dai trasporti. Un monolocale in una zona non centrale di Tokyo può costare dai 500 ai 1000 euro al mese. Ma se vi spostate in città come Fukuoka o Sapporo, potete trovare prezzi molto più bassi.

La spesa quotidiana è abbastanza accessibile: al supermercato ci sono prodotti sia cari che economici, e mangiare fuori può costare poco se scegliete i ristorantini locali o le catene di gyudon e ramen. Con 5-8 euro potete fare un pasto completo.

Affittare casa in Giappone

Affittare non è solo una questione di soldi, ma anche di documenti, garanzie e lingua. La maggior parte dei proprietari non parla inglese e molti non affittano volentieri agli stranieri. Serve un garante giapponese (spesso l’azienda per cui lavorate) e in genere si paga un deposito, la “key money” (una specie di regalo al proprietario) e varie commissioni. Spesso il primo mese costa fino a 5 volte l’affitto.

Vi consiglio di iniziare con una stanza in una guesthouse o share house, oppure usare servizi pensati per stranieri come Sakura House, Borderless House o Leo Palace, dove accettano anche chi non ha ancora un lavoro.

Barriere linguistiche quotidiane

Se non sapete il giapponese, ogni cosa diventa una sfida: dal capire le bollette al parlare col dottore. Alcune app come Google Translate o Papago possono aiutare, ma a lungo andare rischiate di isolarvi. Vi consiglio di iniziare a studiare il giapponese già dall’Italia, anche con corsi online. E una volta arrivati, valutate di frequentare una scuola. Non solo migliorerete in fretta, ma farete anche amicizie.

Vita sociale e integrazione

Per me è sempre stato facile fare amicizia coi giapponesi, e conosco decine di persone con cui esco regolarmente. Molti stranieri però raccontano che è difficile fare amicizia con i giapponesi. Non perché siano freddi, ma perché hanno una cerchia sociale molto chiusa. Vi ci vorrà tempo per entrare nel giro, e spesso avverrà tramite colleghi, compagni di scuola o partner.

Per fortuna ci sono anche tanti gruppi di stranieri, eventi, meet-up, club sportivi o linguistici. Vi consiglio di cercare su Meetup.com, Facebook e persino Bumble BFF. Ma serve impegno: non è come in Italia dove fai amicizia al bar.

Sistema sanitario: assicurazione obbligatoria

Appena registrati come residenti, dovrete iscrivervi al sistema sanitario nazionale. Non è gratuito, ma è obbligatorio. Pagherete una quota mensile proporzionale al reddito e in cambio pagherete solo il 30% delle spese mediche.

Il sistema funziona bene: le cliniche sono pulite, gli esami si fanno in fretta, e i medici sono molto competenti. Il problema? Spesso nessuno parla inglese, quindi vi conviene cercare cliniche “foreigner friendly” o portarvi un amico giapponese se non ve la cavate bene con la lingua.

Vita quotidiana: comodità e abitudini

Vivere in Giappone ha i suoi vantaggi. Tutto è pulito, ordinato, puntuale. Ci sono distributori ovunque, combini aperti 24 ore, treni efficientissimi. Anche se può sembrare tutto super tecnologico, in certi ambiti è ancora molto analogico: fax, banche lente, documenti cartacei.

All’inizio vi sembrerà tutto straordinario. Poi inizierete a vedere i lati più rigidi del sistema: burocrazia, gerarchie, pressione sociale. Ma se imparate a muovervi, potete costruirvi una vita molto comoda e stimolante.

Trasferirsi in coppia o con famiglia

Se vi trasferite con partner o figli, le cose si complicano un po’. Le scuole giapponesi sono molto diverse da quelle italiane: più rigide, più esigenti. I bambini stranieri all’inizio faticano, ma con un po’ di tempo si integrano.

Anche per le coppie ci sono sfide: se solo uno dei due ha il visto, l’altro deve ottenere un visto da “dipendente”. E il carico mentale può essere notevole, soprattutto per chi non lavora o resta a casa.

Adattarsi alla mentalità giapponese

Una delle sfide più grandi non è logistica, ma mentale e culturale. In Giappone non conta solo cosa fai, ma *come* lo fai. Le regole non scritte sono ovunque: dal togliersi le scarpe al non parlare al telefono sul treno, fino al modo in cui ci si scusa anche se non si ha colpa. Vi consiglio di osservare molto, copiare ciò che fanno gli altri e accettare che non sempre tutto avrà senso per voi. È un Paese dove spesso si fa una cosa “perché si fa così”, e basta.

Come funziona il contratto di lavoro

Se trovate lavoro in Giappone, vi ritroverete davanti un contratto molto diverso da quelli italiani. Gli orari sono spesso lunghi, e anche se ufficialmente l’orario è 9-18, molte aziende si aspettano che rimaniate più a lungo. Non esiste il concetto di straordinario “obbligatorio”, ma in pratica viene dato per scontato. Vi consiglio di leggere bene tutte le clausole, soprattutto su ferie, permessi e rinnovo del contratto. E non date per scontata la flessibilità: le regole aziendali, come tutte le regole in Giappone, sono spesso rigide.

Gestione del denaro e delle banche

Aprire un conto in banca è un’altra tappa obbligatoria, e può essere un’esperienza frustrante se non parlate giapponese. Alcune banche, sono più amichevoli con gli stranieri. I bonifici internazionali sono costosi, e molti servizi digitali come PayPay o Suica mobile richiedono SIM giapponesi e conti locali. Vi consiglio di munirvi di una carta di credito internazionale all’arrivo, ma fate attenzione: molti esercizi accettano solo contanti, soprattutto nei posti più tradizionali.

Quando arriva la nostalgia

Capiterà. Anche se siete entusiasti all’inizio, ci saranno momenti in cui vi mancheranno l’Italia, il cibo, gli amici, il caos familiare. Non sottovalutatelo. Per questo vi consiglio di creare fin da subito una piccola routine che vi faccia sentire “a casa”: un caffè italiano, un gruppo WhatsApp con gli amici, una videochiamata fissa alla settimana. Vivere in Giappone può essere meraviglioso, ma anche emotivamente impegnativo, e serve avere i propri ancoraggi.

Conclusione

Trasferirsi in Giappone non è una favola per tutti, ma se siete davvero motivati, può diventare la vostra realtà. Vi consiglio di prepararvi bene, studiare la lingua e fare rete con chi ci vive già. E se vi serve una mano, sul mio sito trovate tanti articoli, consigli pratici e racconti della mia esperienza personale.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).