Esterno del santuario shintoista Atsuta, a Nagoya.

Santuario Atsuta

Incorniciato da un parco rigoglioso a sud del centro di Nagoya, il Santuario Atsuta non è solo una delle maggiori attrattive della città, bensì uno dei santuari scintoisti più importanti e sacri della storia del Giappone, in quanto considerato lo “scrigno” della spada della dea del sole Amaterasu.

Il santuario venera proprio la dea del Sole Amaterasu, la figura più sacra della religione scintoista e nonostante le sue origini antichissime, la bellezza di questo luogo resta praticamente intatta, preservata anche grazie all’appoggio di alcune figure importanti della storia giapponese: shogun e imperatori hanno da sempre sostenuto il santuario.

Fu proprio l’Imperatore Keiko (70-130) ad aver ordinato la costruzione del santuario durante il suo regno e sebbene sia stato modificato e ricostruito più volte nel corso degli anni, l’ultima in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, conserva i tratti e le atmosfere spirituali di un tempo.

A Nagoya il Santuario Atsuta resta un luogo di ritrovo e preghiera importante per i locali, che in questa cornice festeggiano il Capodanno e organizzano numerosi festival ed eventi in ogni periodo dell’anno, per celebrare le stagionie e il raccolto agricolo o prendere parte a cerimonie religiose.

La leggenda della spada di Amaterasu

Dietro alle origini del santuario si cela una famosa leggenda scintoista che narra di come il santuario sia stato edificato per custodire la spada sacra kusanagi-no-tsurugi  (spada falciatrice d’erba) consegnata da Amaterasu al primo Imperatore del Giappone. La spada rappresenta uno dei tre tesori sacri del Giappone, assieme allo specchio di bronzo conservato nel santuario di Ise e dei gioielli che invece sono conservati nel Palazzo Imperiale di Tokyo.

Attorno a questi tre oggetti leggendari aleggia un alone di mistero, che porta a dubitarne persino dell’esistenza in quanto non sono visibili al pubblico ma solo ad un numero ristretto di persone tra cui l’Imperatore e alcuni monaci di alto rango.

Edifici e giardini

Il santuario comprende una serie di edifici, tra cui un teatro in cui vengono eseguite rappresentazioni di teatro noh durante l’anno e la sala dei tesori Bunkaden, un museo che ospita oltre 4mila pezzi storici, preziose reliquie e oggetti sacri frutto di donazioni di signori feudali, imperatori e shogun; tra le mostre c’è anche una bellissima collezione di armi e spade.

Approfittate della visita per esplorare i giardini del santuario, un luogo piacevole per immergersi nella natura, tra ruscelli e alberi millenari, e meravigliarsi di fronte ad un gigantesco albero della canfora dalle origini antichissime, che si dice sia stato piantato dal famoso monaco buddista Kobo Daishi.

Una conclusione piacevole della visita è di certo una sosta alla sala da tè per una tazza di matcha con dolcetti o l’assaggio della specialità del santuario Atsuta più famosa: una locale versione dei noodle kishimen, tra i piatti più apprezzati della cucina di Nagoya, che potete provare nel ristorante situato all’interno del complesso del santuario.

Informazioni generali per la visita

Il complesso del santuario è sempre aperto e l’ingresso è gratuito. Il museo Bunkaden è invece aperto dalle 9 alle 16:30 con chiusura l’ultimo mercoledì e giovedì del mese.

Come arrivare

Potete raggiungere il Santuari Atsuta in vari modi. Dalla stazione di Nagoya potete prendere la linea ferroviaria Meitetsu Nagoya Line fino alla stazione Jingumae o in alternativa la linea JR Tokaido Line fino alla stazione Atsuta. In metropolitana potete invece salire sulla linea Meijo Line fino alla stazione Jingunishi. Da tutte le stazioni il santuario dista pochi minuti a piedi.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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