Pesca coi cormorani a Gifu

La pesca con i cormorani, ukai in lingua locale, è una tradizione millenaria che ancora oggi viene tramandata di generazione in generazione. Nonostante sia stata gran parte sostituita dalle nuove tecniche di pesca, è ancora praticata in alcune città del paese, esclusivamente come attrattiva per i turisti. Il luogo per eccellenza in cui si può assistere a questa antica tradizione è la prefettura di Gifu: qui nelle serate estive tantissimi visitatori si accalcano lungo il fiume Nagara in attesa di salire sulle barche per osservare da vicino i pescatori intenti a pescare con i loro cormorani.

Se ne avete l’occasione, è un’esperienza che vi consiglio di fare per osservare un aspetto poco conosciuto della cultura giapponese ed entrare maggiormente in contatto con le tradizioni del posto.  La pesca coi cormorani viene svolta stagionalmente, da maggio a ottobre, con varie partenze serali dal Nagara Bridge. In totale questo tour richiede circa un’ora ed è indispensabile la prenotazione. In alternativa è possibile assistere alla pesca anche dalle rive del fiume.

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Come si svolge la pesca

I maestri pescatori, chiamati usho, salgono su una sorta di canoa in legno lunga circa 13 metri, di nome ubune, assieme a degli aiutanti incaricati di guidare la barca e assistere il pescatore; tutti indossano dei costumi tradizionali: nella parte superiore del corpo un kimono di colore nero fatto di un materiale ignifugo è abbinato ad una gonna di paglia, mentre in testa si usa un particolare cappello chiamato eboshi che aiuta a proteggere il capo dal fuoco delle torce usate sulla barca come illuminazione.  Il maestro pescatore tiene in mano le redini di una decina di cormorani addestrati, i quali nuotano attorno all’imbarcazione con un laccio legato al collo. I cormorani si tuffano in acqua per catturare i pesci, principalmente trote, del fiume Nagara, e riescono a raggiungere anche 6 metri di profondità per raggiungere le prede. Il motivo per cui vengono utilizzati i cormorani è essenzialmente uno, oltre all’ottima vista e alla grande abilità natatoria: quando catturano un pesce grande spesso non sono in grado di inghiottirlo, quindi è sufficiente costringerli ad aprire il becco per recuperare il pesce nella gola. Quando, quindi, i pescatori stringono leggermente il laccio attorno al collo del cormorano, questo non riesce a deglutire i pesci più grandi, ma solo quelli più piccoli che servono a nutrirlo.

In otto cerimonie ufficiali durante l’anno, la famiglia imperiale assiste alla pesca coi cormorani: in questa occasione uno dei pesci viene donato alla famiglia.

Accanto al molo da cui partono le imbarcazioni troverete negozietti che vendono souvenir a tema, con t-shirts e portachiavi ricchi di disegni di cormorani.

Le tecniche della pesca

La pesca coi cormorani, pur sembrando piuttosto semplice, richiede l’impiego di determinate tecniche, che devono essere eseguite nella maniera più precisa possibile. Uno dei momenti fondamentali è il laccio che viene fatto intorno al collo dal pescatore: la cordicina deve essere annodata in modo tale che il cormorano riesca ad inghiottire i pesci più piccoli che rappresentano il suo pasto, ma non i pesci più grandi che vengono invece presi dal pescatore.

C’è poi un altro aspetto che riguarda come vengono gestite le “tenawa”, ovvero le corde che legano il cormorano al pescatore durante la pesca. Solitamente un usho esperto riesce a gestire fino a 12 corde con una grande abilità manuale ed esperienza che gli permette di capire quando allentare un po’ la presa nel momento in cui un cormorano si muove e la corda tira troppo.

Grande esperienza è richiesta anche per chi si occupa del comando della barca, che deve essere in grado di coordinare i movimenti dell’imbarcazione in modo da agevolare il pescatore e i cormorani.

Nonostante ci possa essere chi critica questa tecnica di pesca, definendola uno “sfruttamento” dei cormorani, in realtà tra i cormorani e l’Usho si crea un legame molto speciale. I pescatori solitamente allevano intorno ai 20 cormorani e questo consente di fare dei turni, usando soltanto i cormorani in buona salute.

Il museo dedicato alla pesca coi cormorani

Sebbene sia possibile assistere alla pesca coi cormorani solo in un determinato periodo dell’anno, anche chi visita la città fuori stagione può conoscere meglio la storia di questa antica tradizione visitando il Nagaragawa Ukai Museum, situato sulle sponde settentrionali del fiume Nagara, nello storico quartiere di Gifu da sempre abitato dai pescatori. Attualmente si contano sei famiglie di pescatori, le cui case si trovano accanto al museo e sono contrassegnate da alcuni cartelli: uscendo dal museo potete quindi passare a vedere le case, dove noterete subito i cormorani che popolano i giardini.

Nel museo, inaugurato nel 2012, potrete apprendere meglio i dettagli sulla pesca dei cormorani, la storia, le tecniche e gli strumenti utilizzati. Il percorso di visita si sviluppa su due piani e con un bellissimo ingresso dalle pareti in vetro che affaccia sul fiume. Lungo un corridoio sono esposte le foto delle sei famiglie di usho di Gifu e dopo averlo superato si arriva ad una piccola sala in cui viene trasmesso un video dedicato alla storia e alle caratteristiche della pesca coi cormorani.

Proseguendo nella visita avrete modo di vedere un modello di barca dei pescatori in scala reale e conoscere nel dettaglio anche i segreti e i dettagli sulla costruzione di queste imbarcazioni.

Altre sezioni sono dedicate ai costumi tradizionali degli usho, alle caratteristiche anamotiche e comportamentali dei cormorani, al fiume Nagara e ai pesci che lo popolano e infine ci sono anche mostre interattive che di certo divertiranno i più giovani.  Lo spazio Cormorant Ecology Exhibition Space comprende un piccolo allevamento di cormorani che vengono utilizzati per la pesa.

Il museo include anche un negozietto di souvenir e dolci e una caffetteria con spazi all’aperto nella stagione estiva, che offre splendide viste sul Castello di Gifu e sul fiume.

Storia della pesca coi cormorani

Le origini della pesca coi cormorani risale a 1.300 anni fa e si crede sia stata introdotta dai cinesi in Giappone. Nel periodo Edo assistere alla pesca era una sorta di passatempo molto popolare e questa forma di intrattenimento la si ritrova spesso anche nelle vecchie stampe e dei dipinti di quell’epoca.

Una parte del pescato veniva inviato al daimyo locale, il signore feudale, e allo shogun a Tokyo. Con il Rinnovamento Meiji e la fine dello shogunato, la pratica della pesca coi cormorani perse il suo antico lustro e arrivò quasi a scomparire fino a che non intervenì la famiglia imperiale, che inserì questa tradizione nel patrimonio culturale del paese, per conservare la professione dei pochi pescatori rimasti. Oltre all’imperatore, altre figure storiche e personaggi dell’arte e dello spettacolo rimasero affascinati dall’antica tradizione della pesca coi cormorani: tra loro c’erano lo shogun Tokugawa Ieyasu,il poeta di haiku Matsuo Basho, che la descrisse nelle sue opere, e persino l’attore  Charlie Chaplin.

Come arrivare

Il modo migliore per raggiungere Gifu è con il treno della linea JR, scendendo alla stazione della città. Da qui potete raggiungere il fiume in circa 15 minuti in taxi o autobus.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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