Lavorare a Phuket

Sono in molti a sognare di vivere al caldo su un’isola tropicale, a pochi passi dalla spiaggia e circondati da una natura incontaminata. Per questo sono sempre più italiani a sognare di trasferirsi a Phuket ed il primo passo è quello di trovare un lavoro, che permette poi di richiedere all’ambasciata un “business visa” e realizzare così il proprio sogno.

Ma prima di tutto questo è bene conoscere le leggi che regolano i visti di lavoro per gli immigrati e a quali settori lavorativi è possibile accedere da stranieri: molti impieghi, infatti, sono riservati esclusivamente ai thailandesi.

Come e in quali settori cercare lavoro a Phuket

Se volete cercare lavoro a Phuket vi consiglio prima di partire di consultare i vari siti web di offerte di lavoro (come Phuket Gazzette) perché anche se è molto difficile trovare un impiego a distanza, almeno potete farvi un’idea delle attività in cui c’è maggior carenza di personale. Altrimenti in loco trovate anche diverse agenzie interinali, che aiutano a cercare lavoro.

Tra gli impieghi più gettonati tra gli stranieri e dove è più facile trovare lavoro ci sono:

  • Insegnante di lingua. Se conoscete bene l’inglese e avete esperienza o una certificazione TEFL, una delle possibilità è quella di insegnare la lingua nelle scuole o privatamente. Non è un’attività che porta grossi guadagni a livello statale (si guadagnano circa 30-35.000 bath al mese) ma vi consente comunque di viverci e in ogni caso di entrare nel mondo del lavoro locale. Per guadagnare qualche extra potete affiancare qualche ora di insegnamento privato. Esistono anche varie agenzie internazionali che propongono programmi di lavoro di un anno o più in Thailandia, che include un periodo iniziale di formazione e corsi per ottenere il certificato TEFL. L’italiano non è una lingua molto richiesta ma potete sempre provare a proporvi anche come insegnante di italiano, oltre che di inglese.
  • Istruttore di immersioni o di altri sport acquatici. Se avete esperienza e siete qualificati, potete lavorare a Phuket come istruttore. L’isola è infatti una meta gettonata per gli amanti di immersioni, snorkeling, surf e altri sport acquatici, quindi vale la pena tentare in questo settore inviando la propria candidatura agli hotel e alle scuole private. Gli istruttori di immersioni guadagnano circa 30-40.000 bath al mese e per ottenere il certificato PADI potete anche seguire dei corsi direttamente a Phuket. Tenete però presente che è un lavoro stagionale, considerato che nel periodo delle piogge ci sono pochi turisti ed è difficile praticare attività in mare.
  • Lavorare per una multinazionale. In Thailandia hanno sede molte multinazionali sparse per il paese, quindi potete provare a verificare se qualcuna di queste grandi aziende straniere ha una sede a Phuket e candidarvi.
  • Lavorare nelle ONG. Molte organizzazioni no profit offrono varie posizioni in tutto il Paese in diversi progetti, che vanno dall’assistenza all’infanzia alla tutela ambientale. Di solito questo tipo di lavori durano uno o due anni e anche se non offrono un grande stipendio, prevedono un rimborso spese che vi consentono comunque di pagarvi le spese.
  • Gestire un bar, un ristorante o un hotel. Molto spesso nelle isole turistiche come Phuket si vedono stranieri gestire un’attività di ristorazione o alberghiera, dove poi a lavorare sono persone del posto, spesso familiari o amici del proprietario. Se avete una buona esperienza in hotel potete anche provare a candidarvi per lavorare in una delle grandi catene internazionali presenti sull’isola, dove spesso le cariche manageriali più alte sono destinate agli stranieri che hanno buona padronanza della lingua inglese.
  • Avviare un’impresa. Se avete una disponibilità economica e le competenze necessarie, potete avviare la vostra attività. Oltre a lavorare nel settore turistico, aprendo voi stessi un ristorante o una struttura ricettiva, potete ad esempio creare un’azienda di import-export, di consulenza di marketing o in qualsiasi settore siate esperti.

Visto e regole per lavorare in Thailandia

La legislazione thailandese è piuttosto rigida, regolamentando il mercato del lavoro con norme che puntano prima di tutto a privilegiare la popolazione locale e a difendere la produzione artigianale. Quindi gli stranieri che vogliono lavorare in Thailandia si trovano a dover fare i conti con un lunga lista di lavori vietati che include le attività manuali nel settore dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’artigianato: uno straniero non può fare lo scultore né produrre vestiti e tessuti, strumenti musicali e oggetti artigianali in legno, ceramica o altri materiali. Vietati agli expat sono anche lavori semplici come il commesso, il barista, tutti quegli impieghi che riguardano il settore della bellezza e del benessere (barbiere, parrucchiere, estetista, massaggiatrice). E non è finita qui: non è possibile lavorare come guida turistica, autista di escursioni, il venditore ambulante, cameriere, ragioniere e così via. La lista è davvero lunga e se avete intenzione di lavorare a Phuket e in Thailandia in generale vi consiglio di verificare se il lavoro desiderato rientra in questo elenco.

Questo significa che per poter lavorare a Phuket bisogna possedere delle competenze professionali di eccellenza, non disponibili nel mercato lavorativo locale: ad esempio possono essere assunti degli chef esperti, un manager altamente qualificato un ingegnere specializzato, un artista di fama internazionale ma anche un’insegnante di lingua o un allenatore esperto che apportino dei benefici al Paese.
Dovete sapere inoltre che la legge stabilisce una certa quota di lavoratori stranieri per ogni azienda, a seconda delle dimensioni e del capitale, quindi le compagnie locali hanno a disposizione solo un limitato numero di posti destinati agli expat.

Anche l‘iter burocratico non è così semplice: una volta rilasciato il visto business  bisogna ottenere dalle autorità un permesso di lavoro, indispensabile per dimostrare di avere tutti i requisiti necessari a svolgere l’attività lavorativa. Il permesso viene rilasciato dopo un’ispezione che prevede anche una sorta di esame di thailandese ed inglese; una volta ottenuto va poi consegnato all’azienda.
Il permesso di lavoro resta valido fino alla scadenza del visto e ciò significa che una volta scaduto il visto dovete rifare la richiesta sia del visto che del permesso di lavoro. È opportuno sottolineare che la legge thailandese non considera lavoratori solo chi percepisce un salario: i volontari delle organizzazioni no profit e tutti coloro che svolgono lavori non retribuiti o con un rimborso spese hanno comunque l’obbligo di richiedere il visto e i permessi di lavoro.

In alternativa c’è la possibilità di avere un visto come investitori, se volete aprire un’attività vostra: sono molti gli italiani che a Phuket rilevano hotel e ristoranti, dato anche l’indubbio vantaggio economico.
È importante sottolineare che se volete fare i furbetti e svolgere attività lavorative vietate agli stranieri, è considerato un reato grave, con multe pesanti, seguite solitamente dall’espulsione e dal divieto di rientrare nel paese per un determinato periodo di tempo, a volte anche fino ai 10 anni.

Chiunque desideri lavorare a Phuket deve tenere ben presente queste condizioni e norme anche nel caso in cui si trovasse a capo di un’azienda e dovesse assumere del personale, poiché le sanzioni vengono applicate anche al datore di lavoro. Ovviamente tutto questo non vale per gli stranieri  che hanno la cittadinanza thailandese o che sono residenti permanenti nel Paese. 

Salario, ore di lavoro e tassazione

La paga minima giornaliera a Phuket è 300 baht e di solito si lavorano 5-6 giorni a settimana per un totale di 48 ore.

A Phuket la tassazione varia in base al reddito annuale, come segue

  • reddito compreso tra 0-150.000 bath – 5%
  • reddito compreso tra 150.001-500.000 bath – 10%
  • reddito compreso tra 500.001-750.000 bath – 15%
  • reddito compreso tra 750.001-1.000.000 bath – 20%
  • se superiore – 25%.
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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