Il Giappone mi fa Schifo

Nel 2004 avevo 18 anni, da tempo non andavo in vacanza in estate ed avendo lavorato avevo da parte un po’ di soldi. Volevo fare un viaggio, ma non sapevo dove andare. Avevo pensato di andare nel Nord Europa, o in Irlanda, o negli USA per vedere la città dei Goonies. Poi un giorno degli amici parlavano del Giappone ed ho detto “ci vado!“. Sembrava uno scherzo, invece ho comprato il biglietto e ci sono andato veramente, da solo, restando a Tokyo 18 giorni.

Nel frattempo avevo conosciuto un ragazzo giapponese che mi ha dato una mano qualche volta, ma per la maggior parte del tempo ero sempre da solo, come piace a me. Ho girato la città un po’ di qua e un po’ di là, ma al mio ritorno tirando le somme della vacanza ho pensato che il Giappone mi faceva schifo e che non ci sarei più tornato, per vari motivi che vi indico qua sotto. Poi in realtà al mio ritorno ho iniziato ad informarmi meglio sul Giappone ed ho capito che non era tanto male, quindi nel 2006 ci sono tornato e sono rimasto ben 43 giorni, un viaggio decisamente fantastico che mi ha fatto innamorare del Giappone dove sono poi tornato molte altre volte.

NB: In questo articolo non voglio andare “contro il Giappone” ma solo indicarvi i motivi per cui al mio primo viaggio non mi piaceva molto; alcuni sono gli stessi motivi che poi mi hanno fatto innamorare del Giappone. Inoltre ci sono molti aspetti negativi del Giappone che illustrerò in altri articoli, queste solo solo impressioni avute dopo il primo viaggio.

Il Giappone all’inizio mi faceva schifo perché:

Non capivo niente del Giappone

Sia chiaro che non mi sto riferendo alla lingua. Sono più che convinto che per fare un buon viaggio le lingue non servono, quello a cui mi sto riferendo è la totale ignoranza che avevo per qualsiasi cosa riguardasse il Giappone. Avevo letto un po’ di cose su internet e su qualche libro, ma in realtà al mio arrivo a Tokyo non sapevo nemmeno la differenza tra Manga e Anime e non sapevo un sacco di altre cose.
Tutto questo potrebbe non essere un problema se si va in Paesi molto simili all’Italia, ma è un problema per chi va in Giappone perché non sapendo prima alcune cose a volte si rimane abbastanza scioccati.

Casino

Non so perché ma Tokyo me la immaginavo tutta perfetta, pulita, con strade larghe e tutto sommato tranquilla. In realtà al mio arrivo ho capito subito che non era così, ci sono negozi con la merce in strada e commessi che sbraitano con il megafono per attirare i clienti, stradine piccole, talvolta puzza di fogna ecc. Quando si capisce che tutto questo fa parte di Tokyo poi sembra di vivere in un parco di divertimenti tematico, ma nel mio primo viaggio il casino (disordine, rumore ecc.) non me l’aspettavo.

Caldo

Ero stato da fine agosto a metà settembre, mi era stato detto che avrei trovato caldo afoso ma non pensavo così tanto e psicologicamente non ero assolutamente preparato. Ricordo ancora quando sono uscito dall’hotel, ho aspettato 2 minuti al semaforo e dopo aver attraversato la strada avevo già la schiena sudata.
Tutto sommato, se uno non può andare in altri mesi anche luglio ed agosto vanno bene perché in fondo è ben vero che è caldissimo ma è pur sempre Giappone.
C’è da dire che il caldo più afoso della mia vita credo l’ho trovato però al mio terzo viaggio, nel maggio del 2009, quando ho avuto la malsana idea di salire il monte Misen sull’isola di Miyajima, vicino ad Hiroshima.

I negozi dove sono?

Ricordo ancora la mia prima passeggiata a Shinjuku, di mattina. A prima vista mi sembrava tutto abbastanza morto ed ero un po’ deluso, mi immaginavo chissà che cosa ma l’errore che ho fatto all’inizio è guardare solo “a livello strada” come si fa in Italia. Il bello del Giappone, ma l’ho scoperto qualche giorno dopo, è che è proprio vero che costruiscono puntando verso l’alto, ci sono edifici con all’interno anche 100 ristoranti ma a livello strada sono abbastanza anonimi.

Conoscere gente è impossibile

Per un turista che va solo un paio di settimane in Giappone credo che conoscere persone sia quasi impossibile. Certo, qualcuno si conosce, ma tutti vanno per la loro strada ovviamente e come in ogni parte del mondo non ci sono molte occasioni per conoscere sconosciuti.
C’è chi sostiene di aver fatto amicizie in viaggio, però difficilmente sono amicizie come quelle che si possono avere essendo già in contatto da un po’ di tempo, per questo consiglio di utilizzare internet per conoscere giapponesi, stabilire un amicizia virtuale e poi incontrarsi durante il viaggio. Se uno va in Giappone e rimane almeno qualche mese ovviamente le possibilità di conoscere incrementano.
Mia moglie invece l’ho conosciuta per caso quando ero a Tokyo nel mio terzo viaggio, ma è stato un caso più unico che raro.

Diffidenza verso gli stranieri

Fin dal mio primo viaggio in Giappone ho capito che c’è un po’ di diffidenza verso gli stranieri, un po’ come in Italia non vediamo sempre di buon occhio chi arriva dall’estero.
I giapponesi sono aperti, gentili, cordiali e si possono stabilire ottimi rapporti, ma in linea di massima un po’ di diffidenza (a volte molta) l’ho sempre notata.

Spinti nei treni

Quando nelle ore di punta il treno è pieno la gente si comprime come le sardine e talvolta come forse sapete sono addetti che spingono la gente nei vagoni per far entrare il più alto numero possibile di persone. Quando al mio primo viaggio c’erano persone che mi si appiccicavano e spingevano per poter entrare nel treno non capivo tutto questo e mi sembrava folle. Poi ci si fa l’abitudine, è Tokyo.

Spazi stretti

La prima volta che sono stato in internet cafe ho notato subito il silenzio di tomba ed ho voluto rispettarlo, ma le stanzine sono così strette che per entrarci è difficile non sbattere ovunque, cosa che ovviamente ho fatto causando un bel po’ di rumore. Il problema è che spesso ci sono situazioni in cui si è davvero stretti, sopra ho parlato dei treni ma anche in altri momenti è così. Ricordo che in un hotel c’era solo un posto dove potevo mettere per terra la valigia per poterla aprire, perché in tutti gli altri spazi della camera non riuscivo a distendere la valigia.

Coda

Ai giapponesi piace fare la fila. Forse è un’affermazione esagerata, ma nemmeno troppo. Gli piace stare in fila perché poi quando finalmente arriva il loro momento è una bella soddisfazione, non è certo una cattiva idea pensarla così, se non fosse che spesso ci sono dei grandi controsensi. Il più grande controsenso l’ho notato ad esempio nei ristorantini di ramen dove puoi trovare un ristorante con 30 persone in fila e il ristorante a fianco con nessun cliente, e il giorno dopo la situazione si capovolge totalmente. Ci sono ristoranti che dei giorni magari preparano 500 piatti e dei giorni solo 50, perché il giapponese medio spesso sceglie un ristorante in base a quanta gente c’è a fare la coda credendo che dove ce n’è molta si mangia meglio. E questo succede anche in vari tipi di negozi, se inizia la coda poi la coda si allunga a dismisura, con anche oltre 50 persone in fila per prendere un bignè alla crema fresco appena fatto.
Poi ci si fa l’abitudine, ma al mio primo impatto un po’ mi dava fastidio dover fare la fila per molte cose. C’è da sottolineare però che a differenza di noi italiani in Giappone sono molto rispettosi della fila e oltre a questo anche file molto lunghe finiscono abbastanza in fretta.

Fumatori e non fumatori

In molte zone è vietato fumare per strada, ma non è vietato nei locali pubblici. Non si può fumare per strada principalmente per evitare di bruciare accidentalmente gli altri con la sigaretta dato che in molte zone ci sono alte concentrazioni di persone.
A qualcuno sicuramente dà fastidio andare nei ristoranti dove c’è un bel po’ di fumo, a me dà abbastanza fastidio dato che non ho mai fumato una sigaretta in vita mia. La vera “zona fumatori” con cappe d’aspirazione ecc come si fa in Italia si può dire che salvo rari casi non sanno nemmeno cosa sia, quindi qualche ristorante ha ben pensato di suddividere la sala in “zona fumatori” e “zona non fumatori”. Certo, il fumo va ovunque, ma non è questo il problema. Il problema è che molti tavoli per non fumatori sono a pochi centimetri dai tavoli per fumatori. Che senso ha? poi col tempo si porta pazienza, ma al mio primo viaggio questa cosa non la riuscivo proprio a capire.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).