Vapori in uno degli inferni di Beppu.

Beppu Jigoku

Nuvole di fumo caldo, acque rosso sangue e fondali infestati da coccodrilli: sono questi gli “inferni” di Beppu, una delle località termali più famose del Giappone. Situata nell’isola vulcanica di Kyushu,  nella prefettura di Oita, Beppu offre lo scenario di un inferno dantesco, ma in realtà un paradiso dove spiritualità, natura e benessere si fondono, richiamando ogni anno tantissimi turisti, che qui si circondano di paesaggi dove la terra ribolle e le antiche leggende e storie di divinità donano un’atmosfera mistica e affascinante.

Le sorgenti di origine vulcanica sono le principali attrazioni di Beppu e vengono sapientemente utilizzate sia per uso termale che per uso domestico e industriale. Se ne contano oltre 2000, che rendono Beppu la seconda area al mondo produttrice di acqua termale dopo lo Yellowstone National Park negli USA, ma se alcune vengono usate come onsen in cui rilassarsi con un bagno caldo come vuole la tradizione giapponese, in altre non ci può immergere perché l’acqua può arrivare ad una temperatura di 99°C. Sono gli 8 “jigoku”, ovvero “inferni” di Beppu, ciascuno con le proprie caratteristiche e la propria storia.

Gli otto “inferni” di Beppu

I jigoku sono 8 spettacolari sorgenti vulcaniche in cui non ci si tuffa ma che non si possono non ammirare in tutta la loro bellezza e magia: sono un’attrattiva turistica molto popolare e se vi trovate anche voi a Beppu non potete perderveli.

Sei jigoku si trovano nel distretto di Kannawa, in posizione molto ravvicinata tra loro e quindi si possono visitare facilmente e senza perdere troppo tempo, mentre gli altri due nel distretto Shibaseki e distano poco più di 2 km da Kannawa, ma si possono raggiunge comodamente con l’autobus.

Ciascuna sorgente ha un proprio nome e una propria peculiarità, vediamole insieme:

  • Umi Jigoku. È il più grande e probabilmente uno dei più spettacolari. Il nome significa “inferno del mare” ed è chiamato così per via del colore blu turchese dell’acqua che ricorda quella del mare e quasi inviterebbe a tuffarsi, se non fosse che la profondità arriva a 200 metri e l’acqua fumante raggiunge una temperatura di circa 98 °C,  adatta a cucinare e infatti il vapore viene utilizzato per cuocere alcune specialità vendute accanto all’ingresso della sorgente. Il paesaggio è reso ancora più suggestivo dalla vegetazione rigogliosa che incornicia la sorgente, dove si fanno spazio piccoli stagni di una calda tonalità arancione e laghetti ornati di fior di loto.
  • Oniishibozu Jigoku. È “l’inferno delle teste rasate” perché le bolle di fango di colore grigiastro che emergono dalla sorgente sono state paragonate dagli abitanti di Beppu alle teste rasate dei monaci. Qui la temperatura ha una media di 99°C, perciò se volete farvi un bagno caldo meglio optare per il vicino onsen pubblico, che ospita diverse vasche termali a temperature più adeguate.
  • Shiraike Jigoku. “L’inferno bianco” prende il nome dal colore bianco dell’acqua dovuto ad un mix di minerali che la rende quasi simile al latte. La temperatura qui si aggira intorno ai 95°C. Dalle acque emergono delle formazioni rocciose e tutt’intorno si estende una bellissima distesa di vegetazione, tanto che il paesaggio sembra quasi un giardino zen giapponese, dove ogni elemento sembra essere studiato come in un’opera d’arte. Nelle vicinanze si trova anche un piccolo, ma in questo caso non troppo curato, acquario.
  • Kamado Jigoku. Formato da piccole sorgenti che ribollono ed emettono vapore, in maniera simile a dei fornelli, un’immagine da cui prende il nome. E non solo: all’ingresso troverete una statua grottesca di colore rosso, raffigurante un demone che sorveglia i “fornelli” dalla cima della sua “grande pentola”, In questo caso però l’acqua termale ha in alcune sorgenti una temperatura gradevole e vi consiglio di approfittare delle sue proprietà curative che gli abitanti di Beppu sfruttano da secoli. I visitatori possono bere l’acqua calda termale, immergere mani e piedi nell’acqua calda e inalare i vapori per curare eventuali raffreddori o mal di gola. In alcune di queste sorgenti la temperatura raggiunge invece il punto di ebollizione e chi lo desidera può assaggiare vari snack a base di verdure e uova sode cotti nell’acqua calda o a vapore.
  • Oniyama Jigoku. È l’inferno più pericoloso, la “montagna dei mostri” o, come viene più comunemente soprannominato “l’inferno dei coccodrilli” che qui si sono ritagliati la propria dimora.  Sono circa 80 alligatori che tra le acque calde e fangose di questo jigoku hanno trovato l’habitat ideale per riprodursi.
  • Chinoike Jigoku. È tra i più terrificanti, per via del colore dell’acqua, rossa come il sangue, che ha portato a chiamarlo “inferno di sangue”. È di certo tra le sorgenti più popolari e scenografiche, ma è anche la più antica di quelle di Beppu e quella più “fresca” in quanto ha una temperatura media di 78°C. Il colore è dovuto a metalli e minerali presenti nel suolo, come ferro e un’argilla ricca di magnesio. Anche in questo caso è vietato il bagno, ma l’argilla del suolo viene utilizzata per creare ottimi prodotti di cosmetica per la pelle che potete acquistare nel negozietto di souvenir presente accanto alla sorgente.
  • Tatsumaki Jigoku. È un “inferno tempestoso” quello che si può ammirare in questa sorgente che si contraddistingue per le potenti eruzioni di acqua che potrebbero raggiungere 50 metri d’altezza se non fosse per il largo disco di pietra che viene posizionato sul geyser per cercare di limitare, per quanto possibile, la potenza dell’acqua. I getti di acqua sono molto frequenti, ogni 30-40 minuti circa, e durano per 6-10 minuti, offrendo un incredibile spettacolo a tutti i visitatori. Questo jigoku è anche il più caldo in assoluto: raggiunge 150 °C, emanando un fortissimo odore di zolfo.

Come arrivare

Le cinque sorgenti del distretto di Kannawa si possono raggiungere comodamente in autobus partendo dalla stazione JR di Beppu. Le linee più rapide sono la 5, la 7 e la 9 che impiegano circa 15 minuti. L’autobus ferma al terminal di Kannawa da cui si prosegue a piedi.

Da Kannawa per raggiungere il distretto di Shibaseki dovete invece prendere l’autobus 16/16A che  arriva a destinazione in circa 5 minuti. Sono disponibili due corse ogni ora. Questa linea consente poi di ritornare alla stazione ferroviaria di Bebbu, fermando prima alla stazione di Kamegawa.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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