Dettaglio di fiori di ciliegio e una lanterna, presso il parco di Ueno a Tokyo.

Volontariato in Giappone

Fare volontariato in Giappone può sembrare una bellissima idea: ci si immerge nella cultura locale, si dà una mano a chi ne ha bisogno e si vivono esperienze che un normale viaggio da turista difficilmente può offrire. Ma dietro a questo concetto apparentemente semplice si nascondono una serie di regole e rischi che tantissimi sottovalutano.
Vi consiglio di informarvi bene prima di partire, perché in Giappone la linea che separa il volontariato legale dal lavoro illegale è sottile, e ci sono stati casi di persone che si sono trovate in grossi guai, fino ad essere arrestate o espulse dal Paese.

In questo articolo vi spiego tutto quello che dovete sapere per avvicinarvi al volontariato in Giappone in modo consapevole: cosa è consentito, cosa rischia di essere considerato lavoro mascherato, quali visti servono e quali errori è meglio evitare. Vi darò anche qualche consiglio pratico per fare volontariato in modo sicuro, senza compromettere il vostro viaggio.

Indice


Volontariato illegale

Molti partono pensando che “volontariato” significhi sempre attività lecita, soprattutto se non si riceve un vero e proprio stipendio. In realtà non è così: per la legge giapponese, il concetto di lavoro non è legato solo alla presenza di un salario, ma anche a qualsiasi beneficio materiale ricevuto in cambio di ore di attività.

Se ricevete vitto, alloggio, rimborsi spese o qualsiasi altra forma di compenso in cambio del vostro tempo e della vostra energia, agli occhi delle autorità giapponesi state svolgendo un’attività lavorativa. E per lavorare serve avere un visto che lo consenta.
Molte persone finiscono per violare inconsapevolmente queste regole, con il rischio di trovarsi coinvolte in situazioni molto serie.

Perché in Giappone controllano così tanto

Negli ultimi anni il governo giapponese ha aumentato moltissimo i controlli sulle attività lavorative illegali da parte degli stranieri.
In parte perché il Paese ha una politica migratoria molto rigida, in parte perché ci sono stati diversi scandali legati a finti volontariati usati da aziende o piccole strutture per ottenere manodopera gratuita.

Vi consiglio di non sottovalutare la questione: non è raro che i controlli vengano effettuati a sorpresa, soprattutto nei settori più a rischio (come ostelli, guesthouse, agricoltura e piccoli ristoranti).

Volontariato vero e proprio: cosa è legale

Ci sono comunque delle situazioni in cui il volontariato è perfettamente legale anche con un visto turistico o altro visto non lavorativo.
In generale, potete svolgere attività di volontariato se:

  • non ricevete alcuna forma di compenso (nemmeno vitto o alloggio gratuiti)
  • l’attività è svolta per un ente senza scopo di lucro e non commerciale
  • il vostro impegno è occasionale e non richiesto in modo regolare
  • non vi viene richiesto un numero minimo di ore settimanali

Un esempio classico è partecipare a eventi di pulizia delle strade o delle spiagge organizzati da associazioni locali, o dare una mano in occasione di eventi culturali pubblici. In questi casi nessuno vi fornirà nulla in cambio e quindi il vostro ruolo resta quello di un vero volontario.

Cosa invece è a rischio

Il problema nasce quando il volontariato viene usato come copertura per attività che in realtà sono vere e proprie forme di lavoro.
Situazioni ad alto rischio sono:

  • Aziende, anche agricole, dove in cambio di lavoro in una struttura si riceve vitto e alloggio
  • volontariato “semi-obbligato” in guesthouse o ristoranti
  • insegnamento di lingua con rimborsi spese fissi o benefit materiali
  • collaborazioni con piccoli business locali, anche se vi parlano di “aiuto” o “scambio culturale”

Vi consiglio di evitare del tutto queste situazioni se non avete un visto che vi autorizza a lavorare. In molti casi le autorità considerano già il solo fatto di ricevere vitto e alloggio in cambio di ore di attività come un rapporto di lavoro.
Le pene possono essere severe: arresto, detenzione nel centro di immigrazione, deportazione e ban di ingresso per anni.

I casi di arresto che sono avvenuti davvero

Non si tratta di un rischio teorico. Negli ultimi anni ci sono stati diversi casi di persone fermate proprio per questi motivi.
Uno dei più noti ha riguardato un gruppo di ragazzi stranieri che lavoravano in una guesthouse a Hokkaido. Anche se ricevevano solo vitto e alloggio, il fatto che avessero turni fissi e orari di lavoro è bastato per far scattare l’accusa di lavoro illegale.

Situazioni simili sono avvenute in alcune aziende agricole del Giappone centrale, dove i volontari venivano impiegati in modo continuativo, ricevendo alloggio e pasti in cambio. Anche in questo caso, per le autorità giapponesi si trattava di lavoro a tutti gli effetti.

Come funziona il visto Working Holiday

Molti pensano che il visto Working Holiday sia la soluzione ideale per fare volontariato in Giappone in modo sicuro. In effetti è così: con questo visto è possibile lavorare legalmente e quindi partecipare anche a forme di volontariato che prevedono una controprestazione materiale.

Purtroppo, al momento in cui scrivo questo articolo, il visto Working Holiday non è ancora disponibile per i cittadini italiani.
Vi consiglio di monitorare la situazione perché negli ultimi anni ci sono state discussioni tra i due governi per attivare questo accordo. Se dovesse diventare disponibile, sarebbe senza dubbio il modo migliore per partecipare ad alcune forme di volontariato più strutturate senza rischi.

Cosa si rischia concretamente

Molti sottovalutano le conseguenze legali che può avere una violazione delle leggi sull’immigrazione in Giappone.
Vi elenco qui in modo chiaro cosa potreste rischiare:

  • arresto e interrogatorio da parte dell’immigrazione
  • detenzione nel centro di immigrazione (può durare settimane o mesi)
  • deportazione con volo forzato a vostre spese
  • ban di ingresso per un periodo variabile (da 5 a 10 anni)

Ovviamente non è detto che finisca sempre così, ma vi consiglio di non giocarvela: i controlli ci sono, e quando si finisce nel mirino dell’immigrazione giapponese, le autorità sono molto rigide.

Quali attività sono considerate sicure

Ora che abbiamo visto cosa è rischioso, vi spiego quali attività di volontariato potete svolgere con buona tranquillità, se avete un visto turistico o uno status che non consente di lavorare.

In generale, le attività sicure hanno queste caratteristiche:

  • sono organizzate da enti pubblici o associazioni senza scopo di lucro
  • non prevedono nessuna forma di compenso (nemmeno rimborsi spese o benefit materiali)
  • sono di tipo occasionale e non strutturato (partecipate quando potete, senza obblighi)
  • non richiedono un numero minimo di ore o di giorni

Esempi concreti possono essere:

  • eventi di pulizia di parchi o spiagge
  • iniziative legate a festival locali
  • raccolte fondi pubbliche per cause benefiche (senza retribuzione)
  • attività di supporto a grandi eventi culturali aperti al pubblico

Anche in questi casi, però, vi consiglio sempre di verificare in anticipo con gli organizzatori che tipo di impegno vi verrà richiesto e che non ci siano compensi materiali. Se l’organizzatore è serio, ve lo spiegherà chiaramente.

Come vengono scoperti i volontari illegali

Molti si chiedono: ma come fanno le autorità a scoprire se sto facendo volontariato in modo illegale?
Vi consiglio di non fare troppo affidamento sul “tanto non lo sapranno mai”, perché i controlli non sono rari.

Ecco i principali modi con cui le autorità possono accorgersene:

  • segnalazioni anonime da parte di persone che vi vedono lavorare in una struttura commerciale
  • controlli a campione su ostelli, guesthouse e aziende agricole
  • controlli sui social media, dove spesso i volontari pubblicano foto che mostrano il tipo di attività svolta
  • interrogatori in aeroporto: capita che vengano fatte domande sul motivo del soggiorno e le attività svolte

Ricordate che in Giappone le autorità hanno ampi poteri e che basta pochissimo per far scattare un’indagine se sospettano che stiate lavorando senza autorizzazione.

Le parole chiave da cui diffidare

Ci sono alcune frasi che dovrebbero farvi accendere subito un campanello d’allarme quando valutate un’opportunità di volontariato in Giappone.

Se trovate scritte cose come:

vitto e alloggio in cambio di qualche ora di aiuto”, “un paio d’ore al giorno per coprire le spese”, “scambio culturale con attività regolare”, “ti offriamo vitto e alloggio se ci aiuti con la gestione della struttura”

vi consiglio di lasciar perdere. Queste sono esattamente le situazioni che vengono considerate lavoro illegale, anche se chi le propone vi dirà che non c’è alcun problema.

Alcuni lo fanno lo stesso

Ma allora perché si trovano ancora tante offerte su piattaforme online?
Il motivo è semplice: in teoria queste piattaforme dicono che si tratta di scambi culturali. In pratica, moltissime strutture giapponesi le usano per ottenere manodopera gratuita.
Inoltre molte piattaforme sono per stranieri che richiedono il Working Holiday Visa.

E finché non c’è un controllo, tutto fila liscio. Il problema è che i controlli stanno aumentando, e quando la situazione viene scoperta è lo straniero a pagare le conseguenze più gravi.

Vi consiglio di non farvi tentare da queste opportunità: anche se sembra un buon modo per risparmiare su vitto e alloggio, i rischi sono altissimi.

Un’alternativa sicura

Se volete vivere un’esperienza più lunga e autentica in Giappone senza rischiare di trovarvi in situazioni ambigue, vi consiglio GiappoLife. Cioè fare un percorso strutturato e legale.
Un modo molto interessante è quello di studiare il giapponese con un visto da studente, che vi consente anche di lavorare part-time in modo perfettamente regolare.
Per questo vi consiglio di dare un’occhiata a GiappoLife, un servizio con assistenza gratuita per chi vuole trasferirsi in Giappone. Potete ricevere aiuto per trovare un alloggio adatto, iscrivervi a una scuola di linguae ottenere il visto da studente, con cui poi sarà possibile anche lavorare senza problemi legali.
È una strada che vi permette di vivere il Giappone con la massima tranquillità, senza correre i rischi che invece tante forme di volontariato “improvvisato” possono comportare.

Ti consiglio di venire in Giappone con GiappoTour! Il viaggio di gruppo in Giappone con più successo in Italia, organizzato da me! Ci sono pochi posti disponibili, prenota ora!
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).