Santuario di Enoshima

Il Santuario di Enoshima è uno dei tre grandi santuari giapponesi dedicati a Benten (o Benzaiten), dea della fortuna e protettrice di artisti e persone dello spettacolo. Il santuario di Enoshima comprende in realtà tre santuari, collocati in punti diversi dell’isola e collegati tra loro da un percorso che si snoda in mezzo alla foresta. Ciascuno di questi luoghi presenta differenti atmosfere, rituali e caratteristiche che è bello scoprire mentre si esplora la natura e si ammirano i paesaggi dell’isola.

L’accesso al santuario

Arrivati ad Enoshima la prima cosa che vedrete è il ponte Enoshima Benten Bridge, lungo quasi 400 metri e costruito in occasione delle Olimpiadi di Tokyo del 1964. Passeggiando sul ponte cogliete l’occasione per soffermarvi ad ammirare l’azzurro intenso del mare su ambo i lati.

Dal ponte già potrete intravedere la porta torii che segnala l’accesso all’area sacra del santuario shintoista, che si distingue dalle tipiche torii di altri santuari in quanto è fatta in bronzo, sebbene inizialmente fosse in legno.

Oltrepassato il torii in bronzo vi ritroverete a passeggiare lungo Nakamise Dori, un viale affiancato da piccole botteghe di souvenir e dolcetti, ristorantini di specialità locali e locande tradizionali. La strada termina di fronte ad una seconda porta torii, questa volta in legno e di colore rosso, che precede la terza, e più famosa, porta Zuishinmon.

Zuishin-mon

Una scalinata conduce all’enorme porta Zuishin-mon, che venne realizzata ispirandosi al “palazzo del drago” Ryugu-jo, un castello sottomarino descritto nella popolare novella giapponese “Urashima Taro”. Il drago è un’immagine ricorrente al santuario di Enoshima e nei luoghi dedicati a Benten, in quanto la leggenda narra di una storia d’amore tra la dea e un drago a cinque teste. Il nome Zuishin-mon significa però “rinfrescare, rigenerare” ed è un invito ai visitatori di fermarsi a pregare in questo luogo per purificare l’anima e la mente, preparandosi così ad accedere al santuario.

Non perdetevi i decori e gli intagli che decorano le pareti e il soffitto della porta Zuishin-mon, in cui potete riconoscere figure di leoni ed elementi floreali.

Santuario Hetsunomiya

La prima tappa del percorso è rappresentata dal santuario Hetsunomiya, quello più affollato e popolare, complice anche il fatto che si trova più in basso degli altri ed è quindi più facilmente accessibile dai visitatori. Qui, oltre alla dea Benten, si venera Tagitsuhime-no-Mikoto, considerata la guardiana del mare, che vedrete raffigurata in una statua esposta nella sala principale. Accanto all’edificio noterete un grande cerchio, chiamato “chinowa” fatto con paglia ed erba dell’isola, che viene usato per rituali di purificazione: si dice che attraversare il cerchio prima di pregare liberi da ogni errore e impurità d’animo. È importante seguire però la giusta combinazione, ovvero passare attraverso il cerchio e poi dirigersi verso sinistra ritornando al punto di partenza e poi attraversare nuovamente il cerchio ma questa volta ritornando indietro da destra e infine passare un’ultima volta attraverso il cerchio: in questo modo si dà vita ad un “8”, simbolo dell’eternità.

Alla sinistra del santuario si erge l’attrazione principale del complesso, l’Hoanden, una sala a pianta ottagonale realizzata sulla base della sala Yumedono (Sala dei Sogni) del Tempio Horyu-ji di Nara. Qui sono custodite due statue di Benten, una, chiamata Happi-Benzaiten, in cui la divinità è raffigurata con otto braccia, e la seconda, chiamata Myoon-Benzaiten, in cui invece la divinità viene raffigurata semi nuda. Per accedere a questa sala è necessario pagare un biglietto di ingresso di 200 yen. Poiché Benten è una figura legata anche alla ricchezza e al denaro, vi capiterà di vedere alcuni visitatori che effettuano il rituale “lavaggio delle banconote” presso lo stagno del santuario, un rito portafortuna che si dice faccia moltiplicare il denaro lavato.

Santuario Nakatsumiya

A pochi minuti di cammino da Hetsumiya si raggiunge il santuario Nakatsumiya, caratterizzato da una sala principale di colore rosso vivo, ristrutturata negli anni ’90, che al suo interno custodisce una statua di Ichikishimahime-no-Mikoto, sorella di Tagitsuhime-no-Mikoto, un’altra divinità femminile legata al mare e alle tempeste. Un’altra particolarità di questo santuario sono le numerose lanterne in pietra che punteggiano i giardini attorno agli edifici: sono frutto di doni fatti da musicisti, mercanti e artisti del Periodo Edo. Lungo il sentiero che conduce al santuario potrete inoltre vedere alcune impronte di mani lasciate da tanti attori famosi del teatro kabuki.

Santuario Okutsumiya

L’ultima tappa è il santuario Okutsumiya, dedicato alla più anziana delle tre divinità sorelle, Tagirihime-no-Mikoto. Accanto alla sala principale si può ammirare una lanterna sulla quale è dipinta la principessa Otohime, un personaggio della novella “Urashima Taro”, e una seconda in cui è raffigurato Urashima Taro, il protagonista del racconto, ritratto sul dorso di una tartaruga. La stessa tartaruga è dipinta anche sul soffitto della sala principale.

A pochi passi dalla sala principale si trova un altro edificio, Wadatsumi-no-miya, dove è esposta una statua di Ryujin, il Dio Drago, a cui è dedicato un festival annuale che si svolge in questo santuario il 9 di settembre.

In una decina di minuti a piedi dal Santuario Okutsumiya potete raggiungere le sacre Grotte Iwaya, dove un tempo monaci e fedeli pregavano.

Come arrivare

Il santuario si può raggiungere con una passeggiata di 15-20 minuti da una delle seguenti stazioni: Stazione Katase-Enoshima, servita dalla linea Odakyu Line; Stazione Enoshima, servita dalla Enoshima Electric Railway; Stazione Shonan Enoshima, raggiungibile con la Shonan Monorail.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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