Cestini per la raccolta differenziata in Giappone.

Cestini in Giappone

Chi viene in Giappone rimane sempre spiazzato dal fatto che i cestini sono praticamente introvabili. Siete per strada, finite di bere una bottiglietta o sgranocchiare qualcosa comprato al conbini… e vi ritrovate a tenere in mano l’immondizia per mezz’ora, senza trovare dove buttarla. La prima reazione è di stupore, poi fastidio, poi rassegnazione. Ma dietro questa apparente stranezza si nasconde un’intera filosofia, che racconta molto del Giappone. E oggi ve ne parlo, dandovi consigli pratici per evitare di impazzire alla ricerca di un cestino e per capire meglio la mentalità giapponese.

Indice


Perché non ci sono cestini

La ragione principale è la sicurezza. Dopo l’attentato del 1995 nella metropolitana di Tokyo, in cui furono usati dei sacchetti per nascondere il gas sarin, molti cestini vennero rimossi, soprattutto nei luoghi pubblici e nelle stazioni. Da allora, non sono mai tornati del tutto. Ma c’è anche un altro motivo culturale: in Giappone si dà per scontato che ognuno si prenda cura dei propri rifiuti, portandoseli a casa o tenendoli con sé fino a quando non trova un posto adatto dove buttarli. È una forma di responsabilità personale che può sembrare scomoda, ma che riflette un rispetto profondo per lo spazio comune.

Motivi scientifici

Un altro motivo per cui il Giappone riesce a restare così pulito, anche senza cestini ovunque, è legato alla cosiddetta “teoria delle finestre rotte”. Secondo questa teoria provata scientificamente, il degrado chiama altro degrado: se in un posto c’è già sporco o incuria, le persone saranno più propense a contribuire all’inciviltà. Al contrario, un ambiente ordinato innesca comportamenti virtuosi. E in Giappone questa teoria sembra funzionare alla perfezione. Il fatto che le strade siano pulite spinge tutti, cittadini e turisti, a non voler essere i primi a sporcare. È come se la pressione sociale, silenziosa ma fortissima, ci ricordasse che ogni piccolo gesto conta. E vi assicuro che sentirsi “fuori posto” solo per tenere in mano una bottiglia vuota è un’esperienza molto giapponese.

Dove trovare i cestini

Non è vero che non ci sono *proprio* cestini. Ma sono pochi, e si trovano in luoghi strategici. I posti dove più facilmente potete trovarli sono:

  • All’uscita dei conbini: ma attenzione, spesso sono solo per i clienti, e alcuni li tengono all’interno.
  • Vicino ai distributori automatici: servono soprattutto per buttare bottiglie e lattine vuote.
  • Nelle stazioni: ma non tutte le stazioni li hanno, e spesso sono solo per oggetti specifici.
  • Nei parchi pubblici: anche qui, più facile trovarli nei parchi grandi, non nei giardini di quartiere.
  • Fuori dai fast food e dalle catene come Starbucks o McDonald’s.

Il resto del tempo, dovrete semplicemente tenervi il rifiuto in borsa o nello zaino, come fanno i giapponesi.

Come si buttano i rifiuti

Quando trovate un cestino, non potete buttare tutto insieme. I rifiuti sono divisi con estrema precisione. In genere trovate almeno 3 categorie:

  • Bottiglie in PET
  • Lattine e vetro
  • Rifiuti generici (a volte solo carta)

Cosa fanno i giapponesi con i loro rifiuti

Molti giapponesi portano i rifiuti a casa. È normalissimo vedere persone con bottigliette vuote nello zaino, o addirittura con sacchetti con la spazzatura del giorno. Non è che non gli dia fastidio: è che è considerato normale, e quindi nessuno si lamenta. È un gesto quasi automatico, e fa parte del rispetto per gli altri. Nessuno vuole lasciare in giro cartacce o involucri. E nessuno si aspetta che sia qualcun altro a doversene occupare.

Restituire i rifiuti nel posto dove si è acquistato

Una cosa che magari non vi viene spontanea, ma che in Giappone è del tutto normale, è lasciare i rifiuti nel posto dove avete comprato qualcosa. Se prendete un gelato in una gelateria, potete tornare lì con lo stecco o il contenitore vuoto e lasciarlo nel loro cestino. Se mangiate uno spiedino per strada preso da un piccolo stand, potete ridare il bastoncino al venditore. Nei café da asporto, molti clienti finiscono di bere fuori dal locale e poi rientrano per buttare bicchiere e cannuccia nel bidone giusto. Non serve chiedere ogni volta: in Giappone è implicito che un negozio accetti indietro i rifiuti legati a quello che avete acquistato lì.

È un modo intelligente di gestire la spazzatura, e in fondo anche un piccolo atto di fiducia: tu consumi qui, io ti aiuto a smaltire quello che resta. Quindi se non sapete dove buttare qualcosa, chiedetevi semplicemente: *“l’ho comprato qui vicino?”* Se sì, potete probabilmente tornare indietro e risolvere il problema in modo discreto e rispettoso. \

Potete anche buttare i rifiuti nelle sedi della stessa catena. Per esempio prendete un caffè da Starbucks, e lo buttate in un altro Starbucks.

Non buttate a caso: i rifiuti si pagano

Un errore che può sembrare innocuo, ma che in Giappone è molto malvisto, è quello di buttare i propri rifiuti nei cestini di qualcun altro. Sì, anche se sembrano pubblici. In Giappone lo smaltimento dei rifiuti è a pagamento: le famiglie comprano sacchetti ufficiali (colorati e con scritte specifiche) in base al comune, e pagano in base a quanti ne usano. Lo stesso vale per negozi e attività commerciali, che spesso devono affidarsi a ditte private per la raccolta.

Se buttate qualcosa in un cestino fuori da un negozio, o peggio ancora in un sacco lasciato davanti a una casa, state letteralmente facendo pagare qualcun altro per la vostra spazzatura. È per questo che molti bidoni nei quartieri residenziali sono coperti, legati o addirittura custoditi: per evitare che estranei ci infilino roba dentro. È una forma di rispetto molto sentita, e vi consiglio davvero di evitarlo. Meglio tenersi in tasca una bottiglietta per mezz’ora, che rischiare di fare una figura pessima — o addirittura far arrabbiare qualcuno.

I cestini dei conbini

I cestini dei conbini andrebbero usati solo se avete acquistato qualcosa lì dentro.Menza dirlo a nessuno, vi dico che in emergenza se avete un piccolo rifiuto, i conbini sono i posti migliori per buttarlo. I conbini mettono a disposizione dei cestini all’entrata o all’uscita, spesso ben divisi per tipo di rifiuto. Questo perché molti clienti mangiano o bevono subito dopo l’acquisto, e sarebbe impensabile non dare loro un posto dove buttare tutto. Alcuni conbini più moderni, però, stanno iniziando a rimuovere i cestini per evitare l’abuso da parte di chi butta altri rifiuti lì…tipo voi che state leggendo questo articolo.

Cosa portare con sé per gestire i rifiuti

Se visitate il Giappone, vi consiglio di portarvi sempre un sacchettino vuoto nello zaino. Va benissimo anche uno di quelli del conbini, piegato bene. Così quando non trovate un cestino potete mettere lì le vostre cose sporche e buttarle più tardi. Un’altra idea utile è una bottiglietta riutilizzabile, per evitare ogni volta di dover buttare plastica. Io ormai la uso sempre, anche perché l’acqua in Giappone è potabile e ci sono fontane in molte stazioni.

Posso lasciare i rifiuti sul tavolino dei ristoranti?

Se siete in un ristorante vero e proprio, ovviamente sì: i camerieri puliranno il tavolo. Ma nei fast food, nei food court o nei café self-service, è educato portare il vassoio all’apposito punto di raccolta. E qui di nuovo: non potete buttare tutto a caso. Dovete separare le bacchette, il bicchiere, il contenitore, i liquidi avanzati. È un gesto piccolo, ma in Giappone è un segno di civiltà. E ve lo dico sinceramente: i giapponesi notano chi lo fa e chi no.

Se sbagliate cestino

In linea di massima no. I giapponesi sono molto discreti. Però vi assicuro che se buttate tutto a caso davanti a un giapponese, difficilmente lo lascerete indifferente. Magari non vi dice nulla, ma lo noterà. E nei condomini è ancora peggio: ho sentito storie di lettere minatorie lasciate agli inquilini che sbagliano giorno o tipo di rifiuto. Quindi: anche da turisti, fate attenzione. Non tanto per evitare rimproveri, ma per rispetto.

I giorni della raccolta differenziata

Una cosa interessante, anche se magari non vi tocca direttamente, è come funziona la raccolta rifiuti nelle case. Ogni zona ha un calendario settimanale. Lunedì plastica, martedì carta, mercoledì bruciabile… eccetera. Se sbagliate giorno, non ritirano il sacchetto, e anzi a volte vi mettono sopra un adesivo con scritto il motivo. Nei condomini tutti sanno che giorno si butta cosa, e ci sono regole anche sul tipo di sacchetto da usare. È un po’ come in alcune zone d’Italia, ma qua sono un po’ più rigorosi.

Se vi portate il rifiuto a casa

Molti turisti finiscono per portarsi a casa la spazzatura e buttarla in hotel. Finché si tratta di una bottiglietta o due, non è un problema. Ma evitate di riempire i cestini della hall con sacchetti del conbini pieni di roba: non è ben visto. Meglio buttare tutto nel cestino del bagno in camera, o chiedere alla reception dove poter buttare qualcosa di voluminoso.

Non lasciate mai rifiuti in giro

Può sembrare scontato, ma in Giappone lo è ancora di più. Un mozzicone di sigaretta, un fazzoletto usato, una bottiglia vuota lasciata su una panchina: sono cose che nessuno fa. Anche chi fuma, spesso porta con sé un posacenere portatile per non buttare nulla a terra. Se vi trovate con qualcosa in mano e non c’è un cestino, portatelo con voi. È un piccolo gesto, ma in Giappone conta tantissimo.

Nei festival o matsuri

Durante i festival, i cestini compaiono come per magia. In genere ci sono zone ben visibili con cestini separati per tipo, e spesso anche personale che vi aiuta a capire dove buttare cosa. Ma attenzione: solo all’interno del perimetro del festival. Appena uscite, spariscono di nuovo. Quindi approfittatene!

Il lato positivo: città pulite

Alla fine, questa “assenza di comodità” ha un effetto positivo: le città giapponesi sono pulitissime. Nonostante ci siano pochi cestini, le strade sono ordinate, i marciapiedi senza cartacce, i parchi puliti. È quasi un paradosso, ma funziona. Perché ognuno si assume la responsabilità del proprio rifiuto.

Conclusione personale

Lo so, può sembrare un’ossessione. Ma vi assicuro che vi abituerete in fretta. E magari vi resterà anche addosso: io, quando torno in Italia, mi dimentico totalmente che esistono i cestini in giro. Portate con voi un sacchettino, rispettate le regole locali e buon viaggio!

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).