Funerale in Giappone

Le usanze funebri giapponesi variano molto da regione a regione, anche se alcuni aspetti sono standard in tutto il paese. Il 91% dei funerali giapponesi viene celebrato secondo la tradizione buddista.
Subito dopo la morte, i parenti inumidiscono le labbra del defunto con acqua. Quando si verifica un decesso, i santuari all’interno delle abitazioni giapponesi vengono chiusi e coperti con carta bianca per tenere lontani gli spiriti impuri. Una piccola tavola decorata con fiori, incenso e una candela viene posta accanto al letto del defunto. Talvolta viene posto un pugnale sul petto del defunto per scacciare gli spiriti maligni.
Il corpo del defunto viene solitamente lavato in ospedale e vestito con una tuta (nel caso si tratti di un uomo) o con un kimono (nel caso si tratti di una donna). Il corpo viene poi portato nel luogo dove si terrà la veglia funebre.
Quando una persona passa a miglior vita, un rappresentante della camera mortuaria si mette d’accordo con un parente più prossimo, solitamente il figlio maggiore, per organizzare la data del funerale, il servizio di veglia, il tipo di bara e tutti quegli aspetti connessi allo svolgimento delle onoranze funebri.
Il corpo viene sistemato all’interno di una camera mortuaria o davanti all’altare di famiglia, mentre il parente più prossimo veglia accanto ad esso, fino al momento della sepoltura. Tutti i partecipanti alla veglia indossano abiti neri: in particolare, gli uomini indossano abiti neri con camicia bianca e una cravatta nera, mentre le donne indossano abiti neri o kimono nero.

Gli addetti si occupano di posizionare il corpo nella bara. Successivamente vengono posti un kimono bianco tradizionale, una fascia bianca con un triangolo al centro, sandali e soldi per pagare il pedaggio attraverso il fiume dei tre inferni, come vuole la tradizione buddista; talvolta vengono sistemati anche alcuni oggetti cari al defunto, come sigarette, caramelle ecc.

Il corpo viene adagiato con la testa verso nord o, in altri casi, verso ovest. Nel buddismo, l’ovest rappresenta il regno occidentale del Budda Amida .
Il corpo viene poi posizionato di fronte all’altare maggiore, nel caso in cui la veglia e il funerale si terranno presso la sala mortuaria o davanti all’altare della famiglia, se la veglia si terrà a casa.

La veglia

Gli ospiti che giungono alla veglia sono soliti firmare un apposito registro, per offrire le loro condoglianze e per lasciare inoltre una busta speciale avvolta da un nastro bianco e nero, contenente soldi: l’importo varia a seconda del grado di parentela dell’ospite e viene indicato all’esterno della busta. Dopo il funerale il registro e le varie buste vengono consegnate alla famiglia del defunto. L’ospite fa le sue condoglianze ai familiari, di solito seduti vicino al defunto, dopodiché si reca in un’altra stanza, dove vengono serviti bevande e cibo.
Viene bruciato incenso davanti all’altare o su un tavolo davanti alla bara: parenti e amici si avvicinano al feretro, suonano il campanello dell’altare e pregando.
Il sacerdote buddista arriva ad una determinata ora, parla brevemente con la famiglia, mentre gli ospiti prendono posto sedendosi sul pavimento. Successivamente, rivolgendosi verso l’altare, egli inizia la lettura di un sutra, effettuando un rituale che coinvolge anche tutti i presenti, chiamati ad alzarsi e a fare delle offerte. In conclusione, tutti effettuano un inchino verso l’altare. A seconda della setta buddista, i presenti intonano dei mantra all’unisono. Anche dopo che la veglia è terminata, altri ospiti continuano ad arrivare per rendere omaggio al defunto. Un piccolo presente viene dato a ogni ospite, come segno di ringraziamento da parte della famiglia. La famiglia resta tutta la notte accanto al defunto

Il funerale

Il funerale si svolge solitamente il giorno successivo a quello della veglia. Se la veglia si è svolta a casa, il corpo viene trasferito in un tempio e posto davanti ad un altare. Una tavoletta di legno con inciso il nome del defunto viene posta sull’altare o davanti ad esso: si tratta del nome postumo assegnato dal sacerdote. Il nome postumo, o kaimyo, è un nome diverso da quello che la persona ha avuto in vita, e che si suppone aiuti ad evitare che il defunto ritorni ogni volta che viene pronunciato il suo nome. La lunghezza del nome dipende anche dalla durata della vita della persona, o più comunemente, dall’entità della donazione dei parenti al tempio: non è raro che alcuni templi facciano pressione sulle famiglie per l’acquisto di un nome più costoso.
Anche nel funerale, così come avvenuto per la veglia, ciascuno dei membri della famiglia offre incenso in ordine gerarchico, seguito dagli altri amici e parenti. La persona che offre incenso giunge dinnanzi ad un’ urna posta di fronte all’altare, si mette sull’attenti (o si siede sul cuscino di fronte ad essa, nel caso in cui l’urna sia posta su un tavolino basso), tiene in mano un rosario, si inchina e pone un pizzico di incenso nell’urna; dopo aver offerto l’incenso, si inchina nuovamente e ritorna al suo posto. Dopo che il sacerdote ha terminato la lettura del sutra, i presenti si allontanano. Un rappresentante della famiglia ringrazia tutti per conto della famiglia. Infine, a seconda della zona, parenti e amici vengono invitati a mettere i fiori nella bara, prima che essa venga sigillata.
La bara viene poi messa sul carro funebre, che conduce il corteo verso il luogo della cremazione.

La cremazione

La bara viene scaricata dal carro funebre e collocata su una superficie scorrevole collegata al forno. I membri della famiglia assistono mentre la bara procede verso il fuoco e attendono che venga comunicata l’ora per andare a ritirare i resti. Talvolta viene consegnata alla famiglia anche una chiave che apre il portale crematorio. La famiglia torna poi a casa o aspetta alla camera ardente fino al tempo prefissato. In alcune zone, il percorso utilizzato per andare a casa viene modificato per evitare che lo spirito del defunto segua la famiglia verso casa. Al momento stabilito, i membri della famiglia vanno a ritirare i resti del caro defunto: ad ognuno dei membri viene dato un set di bacchette per raccogliere i resti e posizionarli nell’urna. L’addetto di solito indica quali sono i pezzi importanti da raccogliere (ad esempio il pomo d’Adamo). Le ossa dei piedi vengono raccolte per prime, per ultime quelle della testa, questo per garantire che il defunto non sia a testa in giù nell’urna. I membri della famiglia effettuano questa operazione contemporaneamente: questa usanza spiega il perché, quando due persone prendono un pezzo di cibo allo stesso tempo con le bacchette, esse tendano a ritrarsi immediatamente, in quanto ciò avviene unicamente per porre i resti del defunto nell’urna. Quando l’urna è stata riempita, viene coperta e avvolta in un panno bianco e può essere portata a casa o direttamente al cimitero, a seconda delle zone. Nelle zone rurali, ad esempio, si svolge solitamente un corteo funebre per trasportare l’urna al cimitero.
In alcuni casi, le ceneri possono essere ripartite tra più urne: ad esempio, alcune ceneri vengono destinate ad una tomba di famiglia, mentre altre al tempio.

La tomba

La tipica tomba giapponese è di solito una tomba di famiglia costituita da un monumento in pietra, con un posto per i fiori, per incenso, e per l’acqua, e una camera o cripta sottostante per le ceneri.
Il nome del defunto è spesso inciso nella parte frontale della tomba. Quando una persona sposata muore prima del suo coniuge, il nome del coniuge viene talvolta inciso anch’esso sulla pietra, con le lettere dipinte di rosso. Dopo la morte e la sepoltura del coniuge l’inchiostro rosso viene rimosso dalla pietra. Questo di solito viene fatto per ragioni finanziarie, in quanto costa meno far incidere due nomi allo stesso tempo, piuttosto che incidere il secondo nome quando il secondo coniuge muore. I nomi dei defunti possono essere incisi sul lato sinistro, oppure su una pietra separata posti davanti alla tomba. Spesso, il nome viene anche scritto su un “sotoba” , una tavola di legno posta su un supporto dietro o accanto alla tomba.
Alcune tombe dispongono di una scatola per biglietti da visita, dove amici e parenti che visitano la tomba possono lasciare il proprio biglietto.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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