Previsione del 5 luglio 2025 in Giappone

In Giappone c’è una famosa previsione secondo cui il 5 luglio 2025 succederà qualcosa di terribile. Un disastro, una catastrofe, la fine del Paese… Sto scrivendo questo articolo un paio di settimane prima di questa data che si preannuncia storica.
Anche perché la previsione viene dalla stessa persona che aveva previsto lo tsunami del 2011.
Tutto parte da un manga, eppure questa data è rimbalzata online come una bomba a orologeria. Se cercate su internet troverete video apocalittici, voci strane, teorie su terremoti, attacchi e persino alieni. Alcuni ci credono davvero. Altri ci giocano sopra. Altri ancora iniziano a farsi prendere dal panico. Ma com’è nata questa storia? E soprattutto: ha davvero senso preoccuparsi?

In questa pagina vi metto un po’ di immagini realizzate con l’intelligenza artificiale, tanto per farvi venire un po’ di preoccupazione in più.

Indice


Da dove nasce la previsione del 5 luglio 2025

Tutto nasce da un manga poco conosciuto del 1999, intitolato “Watashi ga Mita Mirai” (Il futuro che ho visto), realizzato da Ryo Tatsuki, un’autrice che afferma di disegnare i propri sogni premonitori. In quel manga, pubblicato oltre dieci anni prima del disastro di Fukushima, c’era una frase che ha fatto molto parlare dopo il fatto: “una grande catastrofe a marzo 2011”. Dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo, molti hanno ricollegato quella previsione al disastro realmente accaduto, facendone quasi un caso di preveggenza. E da lì la leggenda è esplosa.

Nel 2021, in una ristampa aggiornata dello stesso manga, compare una nuova frase che ha attirato di nuovo l’attenzione: “La vera catastrofe sarà nel luglio 2025”, con la data specifica 5 luglio 2025 scritta chiaramente in una vignetta. Nessun dettaglio concreto, solo suggestioni, immagini simboliche e toni vaghi. Ma è bastato per far esplodere le teorie online. C’è chi parla di mega tsunami, eruzioni vulcaniche, meteoriti, chi tira fuori complotti globali e chi addirittura dice di aver avuto sogni simili. I social, come sempre, amplificano tutto, e nel giro di poco la data è diventata virale. Ma resta il fatto che si tratta solo di un manga, senza alcuna base reale o scientifica, e che la “previsione” del 2011 è un caso che si spiega facilmente col fatto che ogni anno in Giappone ci sono terremoti. Nessuna magia, solo suggestione.

Ondata gigante colpisce una strada cittadina affollata.

Le profezie catastrofiche più famose del passato

Non è certo la prima volta che si parla di fine del mondo. Ogni generazione ha avuto la sua data fatidica. E ogni volta è successa la stessa cosa: niente. Nessuna catastrofe. Nessuna apocalisse. Solo tanta immaginazione.

Ecco alcune tra le previsioni più famose (e smentite) degli ultimi 100 anni:

  • 1910 – La cometa di Halley: si pensava che il passaggio della cometa avrebbe portato gas velenosi sulla Terra. La gente comprava maschere antigas e “pillole anti-cometa”.
  • 1999 – La profezia di Nostradamus: una delle più famose. “Nel settimo mese del 1999 verrà dal cielo un grande Re del terrore”. Non è successo assolutamente nulla.
  • 2000 – Il bug del millennio (Y2K): si pensava che tutti i computer del mondo sarebbero impazziti allo scoccare del nuovo millennio. Alcuni si aspettavano anche disastri nucleari. E invece tutto ha funzionato.
  • 2003 – Planet X: secondo una teoria, un misterioso pianeta chiamato Nibiru avrebbe colpito la Terra. Rimandato più volte… mai visto.
  • 2012 – Il calendario Maya: la più iconica. Secondo una lettura fantasiosa del calendario Maya, il mondo sarebbe finito il 21 dicembre 2012. Sono passati anni, e siamo ancora qui.

Tutte queste teorie avevano una base pseudo-scientifica o mistica, ma nessuna si è mai avverata. Eppure, ogni volta la paura si diffonde. E ogni volta, dopo la data prevista, tutti si dimenticano. Fino alla prossima previsione.

Strada deserta in una città distrutta con edifici crollati e cielo nuvoloso.

Perché le persone ci credono ancora

Vi chiederete: ma se ogni volta si rivela una bufala, perché la gente continua a crederci?

Perché le profezie catastrofiche toccano corde profonde dentro di noi: la paura dell’ignoto, il bisogno di trovare spiegazioni semplici a eventi complessi, la voglia di sentirsi “speciali” o “avvisati”. E poi, diciamocelo: le storie di fine del mondo fanno presa, ci intrattengono, ci danno l’illusione di sapere qualcosa che altri non sanno.

Nel caso del 5 luglio 2025, il fatto che la data sia vicina, che sia collegata al Giappone (paese spesso visto come misterioso, tecnologico, esoterico), e che sia stata “predetta” in un manga celebre, crea la miscela perfetta per farla esplodere sui social.

Ma resta una cosa da dire: se anche succedesse qualcosa in quella data, non significherebbe che era predetto. Succedono disastri ogni giorno nel mondo. Azzeccare una data per puro caso, su 365 possibili, non è una profezia. È statistica.

Gigantesca onda si abbatte su Tokyo di notte, persone in fuga.

Cosa penso davvero di tutto questo

Ve lo dico sinceramente: non c’è niente da temere.

Anzi, trovo tutta questa storia del 5 luglio 2025 quasi divertente, se presa con lo spirito giusto. Ma mi preoccupa quando vedo persone che davvero si spaventano. Che rinviano viaggi, che scrivono su internet dicendo “è meglio non andare in Giappone in quei giorni”, che iniziano a creare teorie più grandi di loro.

Mi viene da dire: rilassatevi. Godetevi il vostro viaggio. O la vostra vita in generale. Non fatevi condizionare da una tavola di un manga.

Se succede qualcosa, sarà solo un caso. E se anche non succede niente (come sarà), tra un po’ la gente se ne dimenticherà e tirerà fuori un’altra data. È sempre così.

I giapponesi se ne fregano (e vi spiego perché)

La verità è che i giapponesi di molte cose se ne fregano. Non perché siano menefreghisti, ma perché hanno un altro rapporto con la realtà. E con la fantasia.

Per un giapponese, sapere che una data è scritta su un manga non significa nulla. Non genera panico, né aspettative. Al massimo, chi conosce bene l’autore potrebbe pensare che è una citazione interna, o un inside joke. Ma l’idea di trasformare un’opera di fantasia in una previsione reale è qualcosa che non appartiene al modo di pensare giapponese medio.

E poi, c’è anche un altro fattore: i giapponesi hanno altro a cui pensare. Una società come quella giapponese, dove ogni giorno si affrontano questioni concrete come il lavoro, la scuola, la burocrazia, i trasporti, non ha tempo da perdere dietro a una paranoia nata da internet.

E questo lo vedo spesso anche con altre notizie. Magari in Italia se ne parla per settimane, mentre qui in Giappone nessuno sa neanche di cosa si tratta. Succede anche con scandali, incidenti, polemiche politiche estere. La distanza emotiva, culturale e mediatica è enorme.

Di questa previsione in Giappone qualcuno ne parla, in pochissimi sono fissati e ci credono, ma la maggior parte se ne frega.

Strada allagata con auto e onde, città moderna in lontananza.

Il fascino delle teorie assurde

Ma allora perché certe storie prendono così piede in Occidente? Perché alcune persone si fissano su una data, su un simbolo, su una profezia, e iniziano a crederci davvero?

La risposta è più semplice di quanto sembri: ci piacciono le narrazioni misteriose. Tutti noi, in un modo o nell’altro, siamo attratti dal senso del destino, dal pensiero che forse qualcosa di grande sta per accadere. E quando non c’è una vera spiegazione logica, ci piace costruircene una da soli. È un modo per sentirsi protagonisti di una storia, per rendere la realtà un po’ più interessante.

E poi ci sono i social, che amplificano tutto. Un video ben montato, con musica inquietante e scritte rosse in sovrimpressione, può far sembrare reale anche la cosa più campata in aria. E in pochi giorni, una teoria che prima non conosceva nessuno diventa virale.

Attenzione però: non tutto quello che si vede online è reale. E se una cosa la dicono in tanti, non vuol dire che sia vera.

Cosa fare (e cosa non fare)

Se per caso avete in programma un viaggio in Giappone in quei giorni, vi dico solo una cosa: andateci tranquillissimi.

Non c’è motivo di rimandare, cambiare data o preoccuparsi. Il Giappone, anche nel luglio 2025, sarà lì ad aspettarvi con i suoi templi, i festival estivi, i matsuri, i fuochi d’artificio e magari anche un po’ di umidità (quella sì, è reale!).

Quello che non vi consiglio di fare è perdere tempo a cercare altri “indizi”. Non iniziate a scavare in vecchi manga, film o canzoni alla ricerca di nuove prove. È un pozzo senza fondo, che non porta a nulla. E rischiate solo di farvi venire ansia per una cosa che non esiste.

Usate invece quella data come una scusa per fare qualcosa di bello. Un viaggio, una cena speciale, una giornata all’aperto. Festeggiate la normalità, che è una delle cose più sottovalutate del mondo.

Qualche curiosità sulle date “magiche” in Giappone

A proposito di date: il Giappone ha un rapporto molto particolare con i numeri e con certe giornate. Ma non nel senso “catastrofico” a cui pensate voi.

Ad esempio:

  • Il 4 aprile (4/4) è evitato da molti perché il numero 4 si legge “shi”, come la parola “morte”.
  • Il 7 luglio, invece, è considerato romantico perché è il giorno di Tanabata, la festa delle stelle innamorate.
  • Il 13 agosto è l’inizio dell’Obon, periodo in cui si dice che gli spiriti degli antenati tornino a casa.
  • Anche l’11 novembre (11/11) è diventato popolare perché ricorda dei bastoncini e viene celebrato come il giorno del “Pocky”.

Ma nessuna di queste date viene presa troppo sul serio. Sono più che altro un’occasione per ridere, festeggiare o riflettere un po’.

Ed è per questo che l’idea che i giapponesi stiano aspettando il 5 luglio 2025 con paura è totalmente sbagliata.

Il Giappone reale del luglio 2025

Sapete cosa succederà davvero in Giappone il 5 luglio 2025? Ve lo dico io.

Ci saranno:

  • i primi matsuri dell’estate, con bambini in yukata che mangiano kakigōri
  • coppie che vanno a vedere i fuochi d’artificio lungo i fiumi
  • pendolari sudati nelle stazioni, con il ventaglio in mano
  • studenti che fanno il bagno in piscina con la scuola
  • turisti che si perdono tra i vicoletti di Kyoto
  • gente comune che va a lavorare, a fare la spesa, a vivere

Tutto qui. Nessun meteorite, nessun alieno, nessuna esplosione nucleare. Solo la solita vita giapponese, d’estate, con le sue gioie e le sue fatiche.

E sapete una cosa? È molto meglio così.

Un ultimo consiglio personale

Se davvero siete attratti da queste storie, fatevi un regalo: usatele come spunto per viaggiare, esplorare, conoscere davvero il Giappone. Invece di fissarvi su un manga e su una data, venite a vedere com’è davvero la vita qui.
Scoprirete che la realtà, a volte, è molto più interessante della fantasia.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 20 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).