Ko Panyi

Essendo bagnata dal mare, la Thailandia annovera tra le attività più praticate quella della pesca. Per questo motivo, sono presenti tantissimi villaggi di pescatori, la cui affascinante atmosfera risulta essere fonte di attrazione per i turisti. Un esempio interessante è il villaggio di Ko Panyi, situato nella provincia di Phang Nga, abitato da sole 360 famiglie discendenti da due famiglie di pescatori musulmani provenienti da Java.

Storia e informazioni

Il villaggio di Ko Panyi venne fondato alla fine del XVIII secolo da un pescatore malese, Toh Baboo, che insieme ad altri partì alla scoperta di queste isole alla ricerca di un luogo ricco di pesci ed ideale per stabilirvisi definitivamente. Con il passare del tempo, la popolazione aumentò e con essa la sua ricchezza, soprattutto grazie alla crescita del settore turistico in Thailandia in generale.
Il villaggio è dotato di una scuola musulmana sia per studenti maschi che femmine. Inoltre, è presente una moschea per accogliere i musulmani del posto nei momenti di preghiera, ed un mercato dove è possibile trovare beni come medicine, vestiti e prodotti per la cura della persona.
Nonostante il turismo si sia enormemente sviluppato negli ultimi tempi, il 40% delle attività di sostentamento della comunità continuano a basarsi sulla pesca.

Cosa vedere e cosa fare

Trattandosi di una piccola isola, la maggior parte dell’area è ricoperta da scogliere calcaree su cui gli abitanti del villaggio hanno stabilito le proprie attività, costruendo edifici in legno che rendono l’atmosfera sicuramente suggestiva.
I turisti possono usufruire dei ristoranti dove assaporare la cucina locale, ovviamente caratterizzata dal pesce, ammirando un meraviglioso panorama sul mare. Sono inoltre presenti tanti piccoli negozi di souvenir in cui è possibile acquistare prodotti locali di artigianato. Ciò che colpisce maggiormente è l’ospitalità e la generosità degli abitanti del villaggio, pronti a raccontare aneddoti e a dare informazioni di ogni tipo riguardanti la vita sull’isola.
Infine, si segnala la presenza di un campo da calcio galleggiante costruito da bambini utilizzando prevalentemente scarti di legno.

Curiosità

Uno dei progetti più importanti dell’area è quello intrapreso dagli insegnanti della scuola del villaggio, che organizzano tantissime attività per consentire ai propri studenti di aumentare la propria conoscenza dell’ambiente, insegnando loro come rispettarlo e anche come guadagnare soldi per il sostentamento della scuola stessa. A tali scopi, vengono organizzate attività quali la raccolta di bottiglie e lattine per il villaggio, coniugando la possibilità di mantenere pulita la zona e guadagnare qualche soldo dalla loro vendita alle associazioni che si occupa del riciclaggio dei rifiuti. Un’altra interessante iniziativa è quella di insegnare ai bambini come coltivare autonomamente ortaggi e altre verdure per poi venderli sempre per mantenere la scuola.

Come arrivare e consigli

Per raggiungere l’isola è possibile noleggiare una barca al porto Surakul per circa 1700 Baht (circa 50€), con la possibilità di trasportare fino a 10 persone, rivelandosi quindi un’alternativa piuttosto economica. Oltre a questo, è possibile affidarsi alle agenzie che organizzano tour guidati e che generalmente si occupano anche di andare a prendere e riportare all’hotel i partecipanti.

Si ricorda inoltre che, essendo una comunità musulmana, le donne non dovrebbero vestirsi usando gonne o pantaloncini corti, preferendo invece jeans e magliette sempre a patto che non espongano troppo il corpo.

Informazioni e mappa

Nome: Ko Panyi

Foto

By: Emily Sullivan By: Maxence
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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