Motivi per cambiare lavoro

La decisione di lasciare il proprio posto di lavoro per uno nuovo è sicuramente fra i momenti più stressanti cui si possa andare incontro, specialmente se si ha lavorato per tanti anni nella stessa azienda e ci si ritrova a dover affrontare l’ignoto: nuovi colleghi, nuovi capi, nuove mansioni ecc.

Abbandonare il proprio luogo di lavoro significa dire addio alla vecchia routine, alle abitudini ormai consolidate, ai piccoli riti quotidiani, come ad esempio la pausa caffè.
Lasciare il proprio lavoro significa anche e soprattutto dire addio a colleghi con cui magari si era in sintonia, lavorativa e non solo, e con i quali si era riusciti a sviluppare una solida e proficua collaborazione.

Ecco perché molte persone tendono a rimandare il più possibile una simile decisione, talvolta finendo addirittura per rinunciarvi, precludendosi di fatto un futuro potenzialmente migliore.
Ciononostante alcune situazioni rendono quasi inevitabile cambiare lavoro: stipendio insufficiente, insoddisfazione personale, problemi con i collaboratori ecc., per non parlare di quei casi in cui lasciare il proprio lavoro sia indispensabile per garantirsi un benessere emotivo.
Ecco alcuni utili consigli per prendere il più serenamente possibile questa decisione.

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Guadagnare di più

Potrebbe sembrare materialistico e venale, ma lo stipendio è uno degli aspetti più importanti nel valutare se tenersi o lasciare un lavoro. Se in seguito ad un colloquio ci viene proposta una posizione altamente più remunerativa, basterà riflettere sul peso che hanno mutuo, tasse, utenze e altro, per rendersi conto di quanto sia utile garantirsi un’entrata maggiore a fine mese. Ecco perché, qualora si abbia la fortuna di ricevere un’offerta di lavoro particolarmente vantaggiosa sotto il profilo economico, bisognerebbe cogliere al volo l’occasione, non prima di aver valutato però anche tutti gli altri aspetti che il nuovo lavoro ci propone. Se proprio non si è disposti a cambiare tipologia di lavoro, può essere utile pensare che lo stesso lavoro, in un’altra azienda, potrebbe essere meglio pagato. Ad esempio, è possibile che una realtà aziendale più piccola di quella per cui si sta lavorando non abbia la stessa quantità di lavoro della sua controparte più grande, ma potrebbe essersi ricavata una nicchia esclusiva che le permette di pagare meglio i suoi dipendenti. Allo stesso modo, è possibile che un’azienda più grande, a fronte del maggiore flusso di lavoro, possa garantire stipendi più alti proprio in virtù delle sue dimensioni. In situazioni come queste, dipendenti che occupano identiche posizioni ma in diverse aziende potrebbero trovarsi ad avere stipendi assai diversi e diverse opportunità di crescita.

Trovare nuovi stimoli

A chi non farebbe piacere avere un lavoro “facile”, con ritmi lenti e senza particolari impegni e responsabilità? In realtà, un lavoro troppo facile può avere conseguenze disastrose per la propria felicità e la crescita professionale in quanto un lavoro che non richiede alcuno sforzo o sfida mentale può concorrere a demotivare e sopire ogni entusiasmo, fino a produrre uno stato di noia cronica. Se ci si scopre ad essere particolarmente annoiati, demotivati e frustrati è ora di cambiare qualcosa. Un lavoro che soddisfa e stimola rende assai più felici nell’affrontare la quotidianità.

Fare carriera

Questa è la ragione principale che spinge la maggior parte delle persone a cambiare lavoro, soprattutto quando l’azienda non dà loro questa possibilità. Ambire ad occupare una posizione via via più prestigiosa col passare degli anni è una tendenza del tutto giustificabile, a maggior ragione se nell’attuale luogo di lavoro si avverte che non vi sono i presupposti per una crescita in questo senso. Lavorare per anni con lo stesso tipo di mansione e iniziare a sentire che si potrebbe fare molto di più grazie all’esperienza acquisita, non è certamente una condizione piacevole. In casi come questo potrebbe davvero valere la pena provare a cercare un nuovo lavoro che permetta una vera crescita, maggior responsabilità e maggiori gratificazioni, sia sul piano personale sia su quello remunerativo.

Cercare nuove sfide

Nuove sfide in campo lavorativo significano una maggiore stimolazione mentale e di conseguenza un incentivo ad affrontare la giornata in maniera diversa, con più motivazione. Molti amano la sensazione di stare imparando qualcosa di nuovo, in alcuni casi per acquisire maggiori competenze, in altri per trovare semplicemente uno stimolo intellettuale. Spesso lavorare per anni nello stesso luogo può precludere il fatto di affrontare nuove sfide, per cui l’unica soluzione resta quella di rimettersi totalmente in gioco e iniziare un nuovo percorso che infonda rinnovato entusiasmo.

Sentirsi apprezzati

Quante volte capita di pensare che il proprio responsabile non ci stimi abbastanza, a cominciare dalla busta paga a fine mese. La sensazione di non essere sufficientemente apprezzati per quello che si fa è una condizione molto frequente fra i lavoratori dipendenti, tale da causare spesso un calo nelle prestazioni lavorative. Cambiare lavoro potrebbe essere la scelta giusta per rimettersi in marcia in un nuovo ambiente, mostrando le proprie capacità e sperando che, questa volta, esse vengano riconosciute e premiate come meritano.

Trovare un posto di lavoro più vicino a casa

La vicinanza tra la propria abitazione e il luogo di lavoro è un fattore da non sottovalutare: arrivare in ufficio già stressati solo per affrontato un’ora di traffico o per aver perso il treno, non aiuta di certo ad affrontare la giornata lavorativa al meglio. Provare a cercare un impiego logisticamente più comodo potrebbe essere una scelta saggia, per evitare l’inutile stress legato allo spostamento.

Dire addio ad un capo insopportabile

A chi non è mai capitato di avere un capo capace di renderci la vita un inferno? Ecco una buona, anzi ottima ragione per cambiare lavoro.
A volte non siamo soddisfatti di come questi coordini e diriga il personale, altre volte ci sono semplicemente dei problemi di comunicazione che rendono ogni scambio verbale teso e pieno di diffidenza. Tutte queste situazioni possono provocare amarezza e risentimento, tanto che a risentirne è la qualità della vita, dal momento che il lavoro occupa quasi totalmente la nostra giornata e spesso condiziona anche i momenti che passiamo a casa in famiglia.
Quando la convivenza con i propri superiori diventa talmente difficile da farci sperare di ammalarci pur di non andare al lavoro, è bene iniziare seriamente la ricerca di un nuovo posto di lavoro. Se da un lato non è possibile prevedere come ci troveremo nel nuovo ambiente, dall’altro saremo almeno certi di non rivedere più l’odiato capo.

Abbandonare la nave prima del naufragio

Quello di lasciare il proprio lavoro quando si intravede la possibilità che la propria azienda stia fallendo è un consiglio decisamente opportunistico ed egoistico, ma pur sempre saggio, visti gli attuali tempi di crisi. Purtroppo sono molte le ragioni per cui le aziende falliscono: alcune semplicemente hanno la sfortuna di appartenere ad un settore messo in ginocchio dalla crisi globale, altre possono soffrire di amministratori non particolarmente capaci e tali da causare, con le loro stesse mani, il fallimento della loro azienda. Nei casi più estremi, possono verificarsi dei guai di tipo giudiziario, legati ad azioni illegali, frodi ecc. Fortunatamente tutte queste situazioni sono più facili da individuare all’interno dell’azienda piuttosto che all’esterno. Non appena avvertite segnali concreti e preoccupanti (licenziamenti, sensibili cali nel fatturato ecc.) provate ad indagare, chiedendo spiegazioni o eventualmente rassicurazioni ai vostri responsabili e qualora aveste la risposta che temevate, prima che sia troppo tardi, passate all’azione e iniziate immediatamente la ricerca di un nuovo lavoro

Migliorare la vostra qualità della vita

Quando il vostro lavoro, per i motivi più diversi, diventa un ostacolo alla vostra felicità o vi impedisce di adattarvi ai ritmi che la vostra famiglia vi impone, è ora di chiedersi se valga la pena continuare così o aspirare ad una nuova realtà lavorativa che permetta di coniugare al meglio vita privata e lavoro, salvaguardando il proprio benessere emotivo e regalando un po’ più di respiro. Chi ha la fortuna di avere un capo comprensivo, disposto a rivedere alcuni punti come ad esempio la flessibilità oraria, può certamente trarne beneficio provando ad esporre le proprie esigenze personali. I problemi arrivano quando i responsabili si dimostrano totalmente avversi a qualsiasi tipo di richiesta e, al contrario, esigono sempre maggior dedizione e spirito di sacrificio. Cosa fare in questi casi? Meglio accettare la situazione, lavorare a testa bassa e rinunciare a vedere la propria moglie e i propri figli quanto si vorrebbe (e quanto essi, a ragione, richiederebbero) oppure cogliere l’occasione per guardare altrove e intraprendere un nuovo percorso che permetta di conciliare al meglio queste due sfere? In sede di colloquio si potrebbero esporre immediatamente quelle che sono le proprie esigenze, verificando se esistano da subito le premesse per un accordo.

Trovare un ambiente di lavoro più sereno

Ogni ambiente di lavoro, sia nell’ambito impiegatizio che non, sviluppa una propria “cultura” del lavoro. Avere la fortuna di trovarsi in mezzo a colleghi che condividono le nostre passioni, potrebbe essere un ulteriore stimolo a lavorare e a farlo al meglio. Al contrario, quando il proprio ambiente ci risulta totalmente ostile e la giornata scorre senza il minimo contatto umano, può diventare davvero difficile trovare le motivazioni per continuare in quella direzione. Se vi trovate in un ambiente di lavoro che non è favorevole per la produttività o semplicemente per la pacifica convivenza fra colleghi, vale la pena prendere in considerazione di cambiare aria. Nei casi peggiori, certi ambienti sono connotati da discriminazione sessuale o cattive abitudini, che in determinate circostanze potrebbero meritare denunce o indagini più approfondite.

Indipendentemente da tutto, un brutto ambiente di lavoro è senza dubbio una valida ragione per considerare di cambiare lavoro e aspirare a qualcosa di meglio in questo senso.

Un primo passo potrebbe essere quello di chiedere un cambio di reparto, ma spesso tale richiesta non può essere esaudita per le ragioni più disparate. Arriva dunque il momento di chiedersi se non sia meglio cercare altrove. Il discorso è lo stesso fatto a proposito di un capo mal tollerato: anche se non sappiamo a cosa stiamo andando incontro, potremmo almeno essere certi di non essere più circondati da quei colleghi che ci rendevano la vita impossibile.

Motivi meno validi

Quando si è alla ricerca di un nuovo lavoro, il più delle volte ci sono valide ragioni che spingono a questa scelta. Altre volte, tuttavia, si può essere mossi da motivazioni futili, tanto da finire col fare una scelta sbagliata e controproducente.

Cambiare lavoro solo per guadagnare di più

Quando si è soddisfatti con il proprio lavoro, ma si desidera trovarne uno nuovo a tutti i costi solo per avere uno stipendio invidiabile, ci si potrebbe pentire della scelta, in quanto la gratificazione di avere una busta paga più consistenze svanirebbe nell’arco di un paio di mesi, lasciandoci in balia di un lavoro che si è scelti per le ragioni sbagliate e che dunque potrebbe non essere adatto a noi. I criteri per la scelta di un nuovo impiego devono essere più solidi e meditati: nuove sfide, un nuovo ambiente, migliore qualità della vita ecc.

Cambiare lavoro solo perché non si va d’accordo con un collega

Nessuno è perfetto. Se nel proprio ufficio dovesse esserci un collega con il quale proprio non riusciamo ad andare d’accordo, sarebbe infantile decidere di mollare tutto e cercare un altro lavoro solo per questa ragione. Al contrario si può cercare di limitare al minimo indispensabile i rapporti con questa persona, puntando ad approfondire quelli con gli altri colleghi.

Cambiare lavoro in vista di eventi imminenti che possono spaventare

Molte volte le persone si fanno prendere dal panico quando sentono l’arrivo di un evento imminente, come ad esempio una fusione o un licenziamento. In casi come questi è bene non farsi prendere dal panico, ma informarsi al meglio su quanto si sta prospettando, cercando di valutare eventuali rischi seri per la propria permanenza in azienda

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi godo la vita in ogni sua forma.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).