Creare mappe mentali

Una mappa mentale è una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan alla fine degli anni ’60: si tratta di una tecnica basata sulle capacità personali, sulle sinestesie create con colori e immagini, sulle risorse mentali inconsce e su tutti quei processi che collegano spontaneamente le informazioni. La costruzione di una mappa mentale procede con la libera associazione mentale a partire da un elemento centrale, agganciando progressivamente nuovi elementi verso l’esterno della struttura oppure ristrutturando dinamicamente quelli già inseriti.

Le mappe mentali sono state a lungo confinate ai creativi, mentre oggi la tecnologia le ha messe a disposizione anche a coloro che non hanno dimestichezza con il disegno.

Mappe mentali e mappe concettuali

La mappa concettuale è uno strumento grafico teorizzato da Joseph Novak negli anni settanta, attraverso cui la conoscenza di informazioni su un determinato argomento viene rappresentata attraverso un grafico.
Una mappa concettuale è costituita da nodi concettuali descritti da una figura geometrica etichettata e collegati da frecce orientate. La struttura complessiva è di tipo reticolare, in cui potrebbe anche non esserci un preciso punto di partenza.
Le mappe mentali e le mappe concettuali sono due forme di rappresentazione grafica del pensiero che spesso vengono confuse tra loro, ma che in realtà differiscono per vari aspetti.
La prima differenza si nota ad un primo sguardo: una mappa mentale è connotata da un ampio uso di colori e disegni, elementi che mancano del tutto nelle mappe concettuali: la mappa mentale è concepita per comunicare un pensiero in maniera immediata, mentre la mappa concettuale è un disegno che richiede più tempo e un’analisi più approfondita per essere compreso.
Un’altra differenza consiste nella presenza fissa di un centro nelle mappe mentali, un fulcro da cui si dipartono raggiera tutti gli altri elementi in maniera gerarchica. Al contrario le mappe concettuali non presentano una spiccata componente gerarchica e, come si è visto, potrebbero non avere un punto di partenza preciso.

Struttura di una mappa

Secondo l’impostazione originale di Buzan, una mappa mentale è caratterizzata sempre da una struttura gerarchico-associativa. Due sono le tipologie di connessioni che si possono creare attraverso le mappe mentali:

  • - connessioni gerarchiche, tali da collegare ciascun elemento con quello che lo precede
  • - connessioni associative, tali da collegare elementi gerarchicamente disposti in punti diversi della mappa

In quanto gerarchiche, le mappe necessitano di una geometria in cui al centro si trova l’elemento principale e tutto intorno si trovano collegati gli elementi di primo livello, ciascuno dei quali si può collegare a sua volta con elementi di secondo livello e così via. In altre parole una mappa mentale possiede sempre un centro che funge da snodo e fa da riferimento per l’intero schema.

Come disegnare una mappa mentale

In una mappa mentale è importante scegliere gli elementi da inserire in modo opportuno, sia a livello testuale che grafico, in quanto tale scelta provoca risonanze mentali utili per la rappresentazione e per l’evocazione di nuovi concetti da collegare.
Quando ci si appresta a realizzare una mappa mentale, occorre sempre iniziare da un centro, andando ad individuare gli argomenti principali su cui sviluppare i vari livelli. Durante il disegno sono possibili ripensamenti, integrazioni e cancellazioni, l’importante è attenersi al principio secondo cui il generale si trova posizionato più vicino al centro di quanto rispetto ai dettagli.
La mappa mentale non ha un’impostazione gerarchica assoluta, quanto piuttosto di contesto, nella quale gli elementi si dispongono intorno a un centro, il punto di partenza, allargandosi via via a raggiera, dove ciò che si colloca radialmente fa da punto intermedio in un processo associativo potenzialmente senza limiti.
Una mappa mentale efficace permette di far scaturire spontaneamente e velocemente le idee, rispecchiando efficacemente un determinato pensiero o concetto.

Ecco come realizzare una mappa mentale, passo dopo passo:

  • Pensare ad un concetto centrale, che non dovrebbe consistere di più di un paio di parole. Più semplice si mantiene il concetto di partenza, maggiore sarà la capacità di collegarlo ad ulteriori concetti.
  • Partendo dal centro, disegnare un’immagine che rappresenti l’argomento principale, utilizzando se possibile più colori e utilizzando per l’occasione un foglio bianco in senso orizzontale, in quanto la modalità panoramica fornisce la sensazione di apertura. Idealmente, la scrittura in grassetto dovrebbe essere usata solo per cose che non sono rappresentabili in un’immagine.
  • Iniziare a scrivere tutto quello che viene in mente: man mano che si formulano pensieri, disegnare delle diramazioni che partano dal concetto principale, elaborando anche queste con meno parole possibili. Nel prosieguo della mappatura, cercare di diminuire il numero di parole per ramo.
  • Ricordarsi di usare i colori il più possibile, in modo da aumentare l’impatto di ogni elemento (a questo proposito Buzan suggerisce di colorare fin dall’inizio senza rimandare la colorazione a una fase successiva).
  • Continuare a creare diramazioni fino a che tutte le idee non sono presenti nella mappa.
  • Connettere ogni elemento con una linea, anche in questo caso disegnando linee colorate e curve, in modo da stimolare il cervello (le linee dritte sono più ripetitive). Ogni linea deve finire con l’elemento che sottolinea quell’immagine o parola, evitando linee troppo corte o troppo lunghe rispetto alla parola chiave.
  • Scrivere una parola chiave per ogni linea: ogni parola chiave deve essere caratterizzata da una diversa enfasi, deve essere chiara e univoca.
  • Sviluppare i concetti chiave in maniera ordinata e gerarchica, disegnando linee via via più sottili e parole via via più piccole man mano che si procede verso l’esterno.
  • Disegnare immagini e icone, in modo da aiutare a concentrare informazioni e a richiamarle, stimolando inoltre la creatività.
  • Personalizzare il più possibile la mappa, attraverso codici e simboli particolari.
  • Consigli per realizzare una mappa mentale efficace
  • Evitare di bloccarsi in una sola area, ma continuare a far fluire le idee.
  • Nel caso in cui alcune ramificazioni si rivelino poco promettenti, ripartire dal concetto centrale e procedere nuovamente verso l’esterno.
  • Evitare censure: la mappa mentale deve favorire la libera espressione di idee.
  • Se necessario, unire più fogli.
  • Abbondare nell’uso dei colori, in modo da rendere la mappa più efficace, immediata e memorizzabile.
  • Usare un colore diverso per ogni ramificazione, così da poterle memorizzare meglio.
  • Dove possibile, sostituire le parole con immagini.
  • Cercare di mantenere la mappa in ordine: una mappa confusa sarà difficile da rileggere in un secondo tempo e vanificherebbe il processo di memorizzazione.
  • Variando il formato e le dimensioni dei rami, dei caratteri e delle immagini, si possono evidenziare meglio gli elementi, stabilendo una gerarchia di importanza tra di essi.

La componente evocativa

La mappa mentale è uno strumento essenzialmente finalizzato alla memorizzazione e allo sviluppo della creatività. Per questa ragione Buzan ha elaborato un modello basato sull’evocatività, un modello in cui tutti gli elementi sono ricchi di immagini fantasiose e colorate, tali da rendere gradevole la rappresentazione e da stimolare l’emisfero cerebrale destro, preposto a funzioni quali la creatività, la memoria, la fantasia e l’intuizione. Ecco perché è importante che la mappa mentale sia a colori fin dalle prime fasi di realizzazione, con gli elementi descritti possibilmente da singole parole chiave anziché da lunghe frasi, al fine di lasciare spazio a nuove associazioni o integrazioni.
Una delle caratteristiche principali delle mappe mentali è dunque l’utilizzo di elementi evocativi in grado di stimolare il processo creativo attraverso la libera associazione mentale.

Gli elementi evocativi possono essere immagini accattivanti che richiamino alla mente idee e suggestioni, singole parole chiave che sintetizzino dei concetti, o ancora colori vivaci che attirino l’attenzione.

  • Frecce: possono essere singole, multiple, con tratteggi, unidirezionali o bidirezionali
  • Figure geometriche: quadrati, cerchi, ellissi ecc. Le figure geometriche possono anche essere usate per mostrare l’ordine di importanza, ad esempio un quadrato per l’idea principale, un cerchio per le idee vicine ecc.
  • Figure a tre dimensioni: possono dare una sensazione di prospettiva e aumentare il risalto della grafica.
  • Immagini creative: facilitano il processo associativo. Possono servire sia come centro della mappa che come elementi periferici.

Applicazioni

Creare una mappa mentale è uno dei tipi di invenzione non formale più diffusi, utile, ad esempio, ad uno scrittore colpito da blocco creativo o da problemi nell’organizzare le sue idee e il suo pensiero. Ecco perché questa mappatura trova ampio utilizzo tra i creativi e gli scrittori in particolare, dal momento che consente di raccogliere efficacemente le idee e i pensieri, prima o durante la stesura di un testo, sia esso narrativa, saggistica o la scrittura di fatti reali.
Le mappe mentali fanno leva sulle capacità creative personali e di gruppo e sulle sinestesie create attraverso immagini e colori, in una catena associativa che ogni volta lasciano aperta più di una chiave interpretativa.
Per questo motivo esse sono estremamente efficaci come strumenti di annotazione e di apprendimento, nonché come supporto nell’orientamento personale e nell’ambito di gruppi di lavoro.
Vari sono i campi di applicazione delle mappe mentali, che possono essere impiegate con successo sia a livello lavorativo che personale. In quest’ultimo caso, gli elementi evocativi consentono di far emergere emozioni, sensazioni e ricordi, dando loro una forma, rivelandosi efficaci strumenti di annotazione e di supporto all’elaborazione del pensiero.
In ambito lavorativo, possono rivelarsi molto utili per supportare la comunicazione, le sessioni di brainstorming ed il team building, in modo da favorire il dialogo, la comprensione e l’elaborazione di idee.
Nel caso del brainstorming, una mappa mentale può costituire il punto di partenza di un processo creativo che può portare ad interessanti risultati, obiettivi strategici, formulazione di un progetto ecc.

Un’evoluzione delle mappe mentali: le solution map

Le solution map rappresentano un compromesso tra la componente evocativa delle mappe mentali tradizionali e l’espressività tipica delle mappe concettuali.
Come le mappe mentali, anche le solution map sono caratterizzate da una strutturazione gerarchico-associativa, con rami e sotto-rami, in maniera che ogni elemento abbia un solo antecedente.
Altro punto in comune con le mappe mentali è il largo impiego di immagini, colori e simboli che la creatività.
Come nelle mappe concettuali, anche nelle solution map è possibile introdurre un testo esteso, per descrivere con precisione un determinato concetto, subordinando dunque la componente evocativa alla chiarezza espressiva, raggiunta anche attraverso codifiche cromatiche e testuali che aiutano a rappresentare un concetto in modo sintetico ma preciso.
Le solution map si avvalgono di software, che ne agevolano la fruizione e pertanto sono quasi sempre legate alle funzionalità del sistema che le ha generate e che ne consente l’impiego.
Tutti questi aspetti rendono le solution map strumenti assai versatili, che possono essere impiegati in numerosi contesti, anche al di fuori degli ambiti tipici delle mappe mentali e delle mappe concettuali. Ad esempio nella gestione di progetti e commesse, nel sistema qualità, nella gestione imprenditoriale e strategica, nell’apprendimento e formazione ecc.

La tecnologia a servizio delle mappe mentali

Benché come suggerito da Buzan le mappe mentali vadano realizzate su carta, in quanto la manualità del disegno stimola l’emisfero cerebrale destro, negli ultimi anni sono stati messi a punto dei software che permettono di raggiungere gli stessi risultati anche a coloro che hanno poca dimestichezza con carta e penna.
Si tratta di applicativi che consentono di realizzare in digitale delle mappe del tutto analoghe a quelle mentali, strutturate secondo un modello gerarchico-associativo e ricche dal punto di vista grafico, cercando dunque di mantenere in piedi la componente evocativa, che, come si è visto, è uno dei fattori chiavi della mappa mentale.
Per contro, l’uso di strumenti informatici porta a rappresentazioni che si discostano leggermente dal modello originale di Buzan, fornendo ad esempio la possibilità di inserire un testo esteso, consentendo tuttavia di realizzare mappe mentali utilizzabili anche in chiave operativa.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi godo la vita in ogni sua forma.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).