Il tempio Wat Phra Kaew.

Wat Phra Kaew

C’è un’unica parola con cui potrei descrivere il posto che vi sto per consigliare di non perdere per nessuna ragione al mondo durante la vostra visita a Bangkok: magnificenza! Smalti colorati, statue gigantesche, affreschi multicolore, tetti dorati dalle forme più disparate, guglie che si stagliano contro il cielo e, ovunque guardiate, oro, che brilla sotto il sole. Descrivere Wat Phra Kaew, cercando di darvi un’idea precisa, è difficile, perché è un insieme di cose. Una cittadella nella città. La cittadella della spiritualità, uno dei luoghi più importanti e sacri per i thailandesi.

La città del Buddha di Smeraldo, il protettore dell’intera nazione che ha un rapporto speciale con il re di Thailandia. Quindi, oltre a ripetervi il consiglio di non perdervi questo luogo ve ne do un altro: mettete in preventivo un’intera mattinata da dedicare alla visita, senza fretta. Primo, perché c’è tantissimo da vedere. Secondo, perché quello che vedrete vi lascerà a bocca aperta. Terzo, trascorrerete del tempo immersi nella spiritualità buddista fuori dal caos della capitale.

By: Jorge Láscar

Una cittadella fuori dal tempo

Si trova nel bel mezzo del centro storico della città e quello che noterete già da lontano sono i tetti degli edifici, oltre 100 dai colori vivaci, e le guglie dorate, contenuti all’interno di mura che circondano e proteggono tutta l’area, una superficie complessiva di quasi 95 ettari e risale al 1782, anno di fondazione di Bangkok. “200 anni di storia reale e sperimentazione architettonica”, così gli storici ed esperti d’arte definiscono questo luogo, tanto per darvi un’idea della sua importanza. Lo stile architettonico è chiamato Rattanakosin, che sarebbe il vecchio stile di Bangkok. Tra tutti gli edifici presenti, sono il tempio del Buddha di Smeraldo e l’adiacente Grand Palace- il palazzo in cui vengono celebrate le cerimonie reali più importanti, come l’incoronazione-  ad attrarre maggiormente l’attenzione dei turisti che vengono a Bangkok. Una gran folla di gente e di devoti, ma non lasciatevi scoraggiare da questo:  è comunque un posto incredibile da visitare. Per organizzare al meglio la vostra visita vi consiglio, una volta entrati nel complesso, di iniziare da Wat Phra Kaew e le attrazioni nelle vicinanze, e poi di passare al Grand Palace.

Il tempio del Buddha di Smeraldo

Wat Phra Kaew è elegante, con il tetto  impreziosito da lucide mattonelle arancioni e verdi, i pilastri intarsiati con ricchissimi mosaici e i frontoni scolpiti e adornati di preziosi marmi. L’ingresso è sorvegliato da una coppia di yaksha appoggiati sulla loro spada, mitici giganti. Le statue, coloratissime e dalla faccia arcigna, sono alte 5 metri.  Tutto in questo tempio vi ricorderà che vi trovate nel luogo più importante e sacro della Thailandia. Quindi  ricordatevi anche di comportarvi con il dovuto rispetto, soprattutto quando vi troverete al cospetto di Buddha, piccolo sì (tra 60 e 75 cm) ma potentissimo (vi spiegherò perché), seduto in alto, sopra le teste dei fedeli e turisti, nella posizione yoga della meditazione, in cima ad un altare tutto d’oro, nel bel mezzo del tempio.  Non si hanno notizie storiche certe sulla statua, se non tante leggende che si tramandano di padre in figlio, ma quello che si sa per certo è che, anche se è chiamato da tutti Buddha di Smeraldo, non è fatto della preziosa gemma, ma è stato ricavato in un unico blocco di giada pregiata. Il nome si spiega con il fatto che i thailandesi indicano con la parola “smeraldo” il verde intenso. Purtroppo non potrete cogliere tutti i dettagli della sacra rapprentazione perché è arroccato così in alto, all’interno di un box di vetro e inoltre non potrete fare fotografie, vietate in tutto il tempio.

Il dio con..il guardaroba

Il Buddha di Smeraldo pare sia stato realizzato  nel 15° secolo ed è stato la causa di numerose guerre tra popoli che se lo sono conteso, prima di finire per sempre a Bangkok nel 1782. Questo perché l’immagine è considerata un talismano e ha un enorme significato religioso e politico per la Thailandia e il suo popolo. Nessuno può toccare la statua all’infuori del re ed ecco anche perché si trova in luogo così inaccessibile. Come molte altre statue di Buddha in Thailandia, anche questa rappresentazione sacra viene vestita. E’ un rituale che si svolge tre volte all’anno, in corrispondenza del cambio delle stagioni, che sono per l’appunto tre: estiva, invernale  e delle piogge. In estate Buddha porta una corona a punta d’oro e gemme preziose, e viene adornato con gioielli dalle spalle alle caviglie. In inverno, il vestito sarà a maglie d’oro o tessuto di perline sempre d’oro, coprendolo dal collo in giù come un poncho. Durante i mesi piovosi, Buddha porta un copricapo annodato intorno alla testa in oro, smalto e zaffiri; la veste d’oro drappeggiata sulla spalla sinistra, la spalla destra nuda,  mentre ornamenti d’oro impreziosiscono l’immagine fino alle caviglie. Quest’ultimo abbigliamento richiama, in maniera sicuro più sontuosa, la veste dei monaci buddisti, gli altri due quelli del re.

Le cerimonie di vestizione

Le date astrologiche per le cerimonie rituali sono quelle del mutare delle stagioni, ossia nel primo giorno di luna calante, quindi all’incirca in  marzo, luglio e novembre. Il cambio di costume rituale viene eseguito dal re thailandese in persona, che è il più alto maestro di cerimonie per tutti i riti buddisti. Prima di tutto, il re pulisce l’immagine dalla polvere accumulata e cambia il copricapo del Buddha. Poi, l’ assistente del sovrano si arrampica e compie l’elaborato rituale del cambio di indumenti, mentre il re intona canti di preghiera alla divinità, prima di spruzzare l’acqua santa sopra i monaci e ai fedeli riuniti per assistere al rito. Il sovrano chiede la benedizione della divinità e la buona fortuna per la stagione che sta per iniziare. I due set di abbigliamento non in uso in quel momento vengono esposti nel vicino padiglione di Regalia, nel recinto del Grand Palace, dove potrete ammirare anche altre decorazioni reali e monete. Si dice che sia stato re Rama I ad iniziare questa cerimonia di vestizione per la stagione calda e la stagione delle piogge, Rama III ha introdotto il rito per la stagione invernale. Cerimonie che hanno anche lo scopo di rimarcare il legame profondo che c’è tra Buddha e il sovrano: il dio viene vestito come un re e il re è l’unico che può toccarlo e vestirlo. Un chiaro riferimento simbolico.

Altre cerimonie nel Wat

All’inizio del periodo di Bangkok, il Buddha di Smeraldo veniva portato in processione per le strade della città  per chiedere protezione contro le calamità come la peste e il colera. Pratica interrotta durante il regno di Rama IV,  non si sa se perché il re fosse preoccupato che l’immagine potesse danneggiarsi durante la sfilata o semplicemente perché era un sovrano concreto. Egli dichiarò pubblicamente che “le malattie sono causate da germi, non da spiriti maligni o dal dispiacere del Buddha ” e le processioni della statua cessarono. Ci sono comunque altri riti che si svolgono in questo luogo sacro, al cospetto del Buddha di smeraldo. Quella più importante è la Giornata Chakri (iniziata il 6 aprile 1782), una festa nazionale per onorare la fondazione della dinastia con tale nome. Il re partecipa alla cerimonia, con la regina, tutto l’entourage della famiglia reale, il primo ministro, i funzionari del ministero della Difesa e di altri dipartimenti governativi. Prima si fanno offerte e  preghiere al tempio del dio, poi si prosegue con la visita al Pantheon, per rendere omaggio alle immagini dei governanti  Chakri del passato.

Esploriamo la cittadella

Interno del tempio

Siamo partiti, per la nostra visita, dal tempio del Buddha di Smeraldo che si trova in posizione centrale rispetto ai 100 edifici che lo circondano. Le pareti interne sono decorate con affreschi tardo stile Ayutthaya raffiguranti la vita del Buddha, i passi verso l’illuminazione, e la cosmologia buddhista dei mondi del Desiderio, Essere, e Illusione. Il ciclo inizia con la nascita del Buddha, che si vede al centro della parete di sinistra entrando nel santuario e la storia continua in senso antiorario. Da notare anche le porte intarsiate in maniera squisita in madreperla. Il portico che circonda il santuario è un esempio di magistrale artigianato thailandese. Sul perimetro ci sono 12 padiglioni aperti, costruiti durante il regno di Rama I. Le pareti interne sono decorate con affreschi raffiguranti l’intera Ramakien, cioè l’epica nazionale thailandese, dipinta durante il regno di Rama I e restaurata nel 1982, in 178 scene a partire dalla porta nord e proseguendo in senso orario.

Tra gli altri monumenti da vedere, tra le più interessanti, le tre pagode a nord dell’ edificio principale, che rappresentano i ‘centri mutevoli’ di influenza buddista.

Nove torri

Sul lato orientale del tempio ci sono nove torri. Sono state erette durante il regno di Rama I. Ognuna di esse è decorata con piastrelle smaltate con sfumature diverse per ogni torre e dovrebbe indicare i colori dei nove pianeti.

Phra Si Ratana Chedi, a ovest, risale al 19° secolo, nello stile delle stupa dello Sri Lanka per le ceneri del Buddha.

Phra Mondop, al centro, è una biblioteca costruita in stile Thai da Rama I, è nota per le sue porte realizzate magnificamente in madreperla da  ottimi artigiani nello stile Ayutthaya, per le librerie contenenti i Tripitaka (manoscritti sacri buddisti),  le figure di draghi e serpenti  e le statue dei re Chakri.

Il Pantheon Reale, a est, è stato costruito in stile Khmer nel corso del 19° secolo. E ‘aperto al pubblico per un giorno, nel mese di ottobre, per commemorare la fondazione della dinastia Chakri.

A nord della biblioteca, potrete ammirare un modello di Angkor Wat, il più sacro di tutti i santuari cambogiani. Il modello è stato costruito dal re Mongkut per ricordare che lo stato confinante era sotto il dominio della Thailandia.

A ovest,  nei pressi del cancello d’ingresso, c’è la statua di pietra nera di un eremita, considerato patrono della medicina, alla quale i parenti dei malati rendono omaggio con frutta, fiori e candele .

Quello che poi noterete ovunque nel complesso sono le statue di elefanti, che simboleggiano l’indipendenza e il potere. I re thailandesi sono andati a combattere sugli elefanti, ed è consuetudine per i genitori di far camminare in cerchio i loro bambini intorno a un elefante per tre volte, perché crescano forti come il pachiderma. Strofinate la testa della statua di un elefante, dicono che porti fortuna. Noterete infatti com’è liscia, l’hanno toccata milioni di persone!

Grand Palace

E veniamo ora al più importante edificio della cittadella, l’ex residenza del re, adiacente al tempio. Il sovrano vi si reca per le funzioni cerimoniali, come l’incoronazione. La residenza reale attuale è a nord di questo Grand Palace ed è conosciuto come il Palazzo Chitlada.

  • All’estremità orientale è la Boromphiman Hall (costruita in secondo l’architettura francese), che fu la residenza del re Rama VI, ora adibita a guest house per la visita dignitari stranieri.
  • L’edificio a ovest è la sala Amarindra, in precedenza una sala di giustizia, ora utilizzata per le cerimonie ufficiali.
  • Il Chakri Mahaprasat è la più grande sala del Grand Palace, costruita nel 1882 da architetti britannici, in una fusione di Rinascimento italiano e architettura tradizionale thailandese.
  • Nel Pantheon, di cui parlavo prima, sono conservate le ceneri dei re Chakri.
  • La sala del trono e la reception si trovano al primo piano, mentre il piano terra ospita una collezione di armi.
  • Nel palazzo interno c’era l’ harem del re (la pratica è stata interrotta da Rama VI, che decretò la regola una sola moglie), sorvegliato da guardie femminili ben addestrate.
  • Un’altra sala del palazzo è ilDusit Hall”, che inizialmente era una sala delle udienze, ma ora è stata trasformata in una sala funeraria per la famiglia reale. I cadaveri reali e dei loro familiari sono tenuti qui per un anno prima di essere cremati in un campo vicino.

Orari di visita

Il complesso è visitabile ogni giorno dalle 8:30 alle 15.30. Ci sono delle regole da rispettare per la visita del tempio: togliersi le scarpe, niente pantaloncini corti e le minigonne, top e magliette scollate. All’ingresso troverete abiti per coprirvi, ma se volete risparmiarvi la fila, andate già vestiti in maniera consona. Le fotografie all’interno del tempio sono vietate

By: Joe Stump By: Sébastien Bertrand By: yeowatzup By: Jorge Láscar
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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