Tenugui

Probabilmente li avrete visti nei negozietti di souvenir sparsi in tutto il Paese  e vi sarete chiesti a cosa servono realmente: i tenugui (da te=mano e nugui = pulire/asciugare) sono tipici asciugamani di cotone che si prestano a vari utilizzi. Rispetto agli asciugamani occidentali in spugna i tenugui sono più leggeri e lisci al tatto, privi di orlatura e con una lunghezza che varia da 35 a 90 centimetri; li trovate decorati con una grande varietà di motivi colorati, dai disegni umoristici ai simboli portafortuna fino a raffinate fantasie artistiche da collezionare.

Oltre ad essere leggero e ad occupare poco spazio in valigia, il tenugui è un oggetto economico e potrebbe essere carino regalarlo ai vostri amici come souvenir per portarli a conoscere meglio un aspetto tradizionale della cultura giapponese che sicuramente i fan di manga e anime avranno già avuto modo di scoprire: i tenugui ricorrono in varie scene di fumetti e cartoni. Inoltre molti tenugui sono decorati con immagini simboliche legate alla cultura giapponese, come alberi di ciliegio, sushi, attrazioni e paesaggi, scene di romanzi popolari o personaggi dei manga e questo li rende un souvenir perfetto!

Ma a cosa servono e che origine hanno i tenugui?

I mille utilizzi

I tenugui sono usati principalmente per asciugare le mani e il corpo e per questo li trovate di frequente nei bagni pubblici, ma in realtà non ci sono limiti alle sue possibilità di utilizzo: possono servire anche come canovaccio da cucina e straccio per le pulizie, mentre quelli più artistici potete trovarli nelle case appesi alle pareti come se fossero un quadro. In estate lo si porta sempre in borsa per usarlo come fazzoletto per asciugare il sudore o come bandana per proteggersi dal sole; viene utilizzato anche come tovaglietta nei picnic all’aperto e come carta regalo per avvolgere oggetti o del cibo.

Ciò che pochi sanno è che l’origine di questo oggetto risale a tanti secoli fa: in passato i tenugui venivano usati durante le cerimonie e i rituali religiosi oppure come una sorta di fascia o bandana per la testa dagli attori di teatro tradizionale, dalle donne e da chi praticava il kendo e lo poneva sotto il casco. Negli anni  è diventato quasi un accessorio di moda, usato non solo come copricapo o fascia per i capelli, ma anche come cintura e foulard.

Le origini e la diffusione

Le origini del tenugui risalgono al periodo Heian (794-1192 d.C.) quando veniva usato principalmente durante le cerimonie buddiste. Non era un accessorio molto diffuso soprattutto a causa del suo costo elevato: inizialmente era fatto di seta, un materiale molto pregiato. Con lo sviluppo del settore tessile e la produzione (e importazione) di nuovi tessuti, il tenugui cominciò ad essere prodotto con materiali più economici, alla portata di tutte le classi sociali e questo lo rese  sempre più popolare, complice anche la sua versatilità e la comodità di utilizzo: più resistente della carta, il tenugui poteva essere lavato e riutilizzato. Considerati i suoi molteplici utilizzi, ben presto questo pezzo di stoffa divenne una vera e propria necessità e nel periodo Edo (1592-1868), con lo sviluppo della produzione di cotone nel paese, era ormai un oggetto di uso quotidiano, che serviva non solo come accessorio (cintura, portafoglio, ecc.) ma anche nelle pulizie domestiche e nei bagni onsen, che in quel periodo divennero una pratica molto diffusa, perché il tenugui presentava dei vantaggi rispetto ad altri tessuti: si asciuga in fretta e non graffia ed è quindi ideale per asciugarsi e per pulire le superfici.

Fu sempre in questo periodo che il tenugui cominciò ad essere considerato non solo per la sua funzione pratica ma anche per il suo aspetto estetico ed artistico, divenendo un vero e proprio accessorio di moda e un’opera d’arte. Gli artigiani cominciarono così a introdurre nuovi stili, colori e motivi e si organizzavano di frequente delle competizioni per premiare i pezzi più belli e originali.  Tutto ciò contribuì in maniera determinante alla nascita di nuove tecniche di stampa e tintura dei tessuti.

Nei tempi moderni il tenugui subì un calo di popolarità che lo portò ad essere sostituito da altri tessuti e materiali moderni: i fazzoletti di carta usa e getta, gli asciugamani di spugna, le borse e i contenitori di plastica, i portafogli di pelle e tanti altri oggetti sostituirono il tenugui nei suoi vari utilizzi e all’improvviso questo accessorio tradizionale divenne obsoleto.

Ma negli ultimi anni l’esigenza sempre più forte di ritornare alle antiche tradizioni ha ridato una nuova vita al tenugui, portando i giapponesi a riscoprire i vantaggi di questo pezzo di stoffa che presenta delle caratteristiche molto particolari: non esistono due tenugui identici perché in molti casi la tintura viene eseguita in maniera tradizionale e il risultato dipende da vari fattori, come l’umidità e la temperatura. Anche l’utilizzo quotidiano produce alcuni effetti visibili sul tessuto, ma al contrario di altri materiali, che si rovinano con il tempo, il tenugui anche se perde un po’ di colore di fatto migliora e diventa più morbido e quindi delicato a contatto con la pelle.

Un altro motivo che ha fatto tornare alla ribalta il tenugui è una maggiore consapevolezza sulle problematiche ambientali: questo oggetto, potendo essere lavato e riutilizzato più volte, riduce il consumo di carta e plastica, contribuendo così a salvaguardare l’ambiente.

Come viene prodotto un tenugui

Esistono vari tipi di tenugui (classificati in “tokuoka”, “oka” e “bun/sori”) a seconda dello spessore del tessuto, che può presentare una fibra sottile o più grossa: più sottile è il tessuto e maggiori sono le possibilità di personalizzazione e di creatività del design.

Un’altra distinzione viene fatta in base alla tecnica utilizzata per decorare gli asciugamani, che può essere di due tipi: tintura “chusen” e stampa.

La prima è una tecnica tradizionale molto antica che viene eseguita con degli stampi in carta; la tintura penetra nel tessuto, quindi i dipinti decorano entrambi i lati dell’asciugamano. Ma poiché la tintura subisce delle modifiche causate da fattori come umidità e condizioni climatiche esterne, con il passare del tempo e un utilizzo prolungato, il colore tende a sbiadire dando al tenugui un bellissimo aspetto vintage.

La procedura è piuttosto laboriosa: gli stampi vengono prima posti su un vassoio di legno dove in precedenza è stata spalmata una pasta morbida e poi applicati sul tessuto. La pasta serve a proteggere il tessuto dal colore, e viene quindi applicata nelle zone che si vogliono risparmiare: in questo modo, quando poi viene applicata la tintura, prima su un lato e poi sull’altro, la stoffa ricoperta di pasta non la assorbe e questo permette di mantenere i contorni del motivo precisi e ben delineati. Al termine di questo processo il tessuto viene lavato per rimuovere la pasta e la tintura in eccesso e poi viene esposto al sole ad asciugare.

Con il processo di stampa invece è possibile produrre disegni più piccoli e dettagliati, ma d’altra parte la stampa consente di decorare solo un lato del tenugui, mentre l’altro solitamente resta a tinta unita. Inoltre, a differenza della tintura, con la stampa è difficile colorare interamente un’intera superficie di tessuto.

Dove acquistare i tenugui?

I tenugui li potete trovare praticamente ovunque, in ogni negozietto di souvenir presso le attrazioni, gli aeroporti e i musei, nelle boutique specializzate che vendono solo questo tipo di prodotto e altri oggetti artigianali oppure nei grandi magazzini. Prima di acquistarli potete fare un giro di perlustrazione, poiché le stampe e i disegni disponibili variano da un negozio all’altro, ma in ogni caso, essendo molto economici (da qualche centinaia ad un massimo di 1.500 yen)  potete anche pensare di comprarne di varie fantasie e motivi per divertirvi a collezionarli.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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