Tatami

Il tatami è una sorta di “tappeto” che viene generalmente usato come materiale per pavimentare nelle tipiche case in stile giapponese.

Sicuramente già dalla televisione o dai cartoni animati si nota che le case giapponesi sono molto diverse da quelle occidentali. Una delle differenze che salta maggiormente all’occhio è il tatami.

Com’è fatto il tatami?

Più che un semplice tappeto in realtà il tatami è costituito da pannelli rettangolari che sembrano appunto tappeti. Sono fatti con un materiale molto morbido, la paglia di riso, che viene intrecciata e poi pressata. Originariamente però il nucleo del tatami è formato da tavole di legno o polistirolo con un rivestimento in tessuto e paglia. Il tatami non è realizzato in dimensione standard, spesso lo spessore raggiunge i 6 cm (ma questa misura è variabile) mentre le misure non essendo fisse possono variare da zona a zona. Ma in generale si può affermare che il tatami abbia la dimensione di una persona sdraiata con la lunghezza che supera di due volta la larghezza. In linea di massima il tatami è 88cm x 176cm.

La storia del tatami

Il termine tatami deriva dal verbo tatamu che vuol dire proprio “piegare” in quanto il tatami prima era un vero e proprio tappeto, quindi si poteva ripiegare e mettere da parte oppure essere accatastato in vari strati. Il tatami risale al periodo Heian ed era un bene di lusso, quindi non conosciuto a tutti, ma bensì alla nobiltà soltanto. In questo periodo era in voga uno stile architettonico definito Shinden-zukuri che prevede camere sontuose con una pavimentazione principalmente in legno. Il tatami quindi veniva utilizzato sostanzialmente come un posto a sedere. Nel periodo successivo, il periodo Kamakura era in auge un altro stile architettonico, chiamato shoin-zukuri, che riguardava per lo più le residenze dei samurai o dei sacerdoti che erano al potere in quei tempi. Durante il periodo detto Muromachi, questo stile architettonico raggiunge il suo apice e si sviluppa notevolmente. In questa fase il tatami viene a ricoprire interamente la pavimentazione di intere stanza, prima di quelle più piccole e poi di quelle più grandi. Le camere che sono interamente rivestite con il tatami vengono chiamate zashiki (che letteralmente vuol dire “camere adatte per sedersi”). In Giappone in tempi antichi erano le norme di comportamento ed il “galateo” a stabilire come doveva essere disposto il tatami nelle stanze.

Le diverse classi sociali

Si è detto che il tatami era conosciuto e si diffuse in ambienti nobili. Si può affermare con certezza che intorno al XVI samurai e sacerdoti ma anche nobili di diversi ranghi non utilizzavano il tatami ma bensì un altro genere di stuoia, chiamato Goza. Le persone meno abbienti invece utilizzavano stuoie di paglia come giacigli per dormire. Ma erano proprio le classi inferiori ad avere stuoie o coperture per i pavimenti. Dapprima usato dai nobili poi man mano sempre più popolare il tatami ha scalato la società divenendo un oggetto delle classi alte come delle classi medie solo a partire dal XVII secolo.

Ed oggi come si usa il tatami?

Un oggetto del passato come il tatami è ancora usato nelle case giapponesi del 21° secolo? La risposta è si il tatami ha assunto la dignità di unità di misura per ambienti ed ancora oggi è molto presente nelle case giapponesi. Le case di nuova costruzione hanno spesso pochi tatami, ma quelle più tradizionali seguono canoni di costruzione che prevedono il tatami e alcune fatture tradizionali definite con il nome di washitsu o nihonma.

Il formato del tatami

Che forma deve avere il tatami? Abbiamo detto precedentemente che non esistono forme standard, ma le dimensioni cambiano da zona a zona. Si veda ad esempio Kyoto, in questa città i tatami misurano spesso 95,5cm x 191 cm. Queste tipologie di tatami vengono generalmente chiamati come Kyōma tatami.
Diversamente da Kyoto nella regione di Nagoya i tatami misurano invece 0,91 per 1,82 metri. In questa regione i tatami vengono chiamati ainoma che letteralmente vuol dire “la taglia di mezzo”.
Nei prezzi di Tokyo invece il tatami ha una misura di 0,88 metri per 1,76 metri. Tatami di queste grandezze vengono definiti Edoma o Kantōma tatami.
Lo spessore oscilla tra i 5 e i 6 centimetri a seconda della zona. Il Kyōma tatami ha uno spessore di 5,5 centimetri, mentre invece il Kantōma tatami ha uno spessore di 6 centimetri.

Uso del tatami

Il tatami è ancora usato nell’antica cerimonia del tè. Il modello usato per questa cerimonia viene detto daimedatami e viene utilizzato in spazi adibiti alla suddetta cerimonia: gli chashitsu. Attualmente il tatami viene usato come unità di misura, nel senso che in una tipica abitazione giapponese la misura delle stanze è calcolata proprio in base ai numeri di tatami che possono rivestire il pavimento. Con il termine tsubo si indica la somma di due tatami che generalmente forma un quadrato in quanto la lunghezza deve essere sempre la metà dell’altezza.

Regole per la disposizione del tatami

Esistono delle regole ben precise in Giappone per rivestire il pavimento con il tatami, di fatti un cattivo rivestimento potrebbe di essere di male auspicio e viceversa. Queste differenze risalgono al periodo Edo. Al giorno d’oggi si considera di buon auspicio la disposizione del tatami a forma di T.

Pulire la casa dagli insetti

Per eliminare insetti, acari ec. in Giappone sono in vendita delle speciali “bombolette” che creano un enorme quantità di fumo. Nel video qua sotto potete vedere la fase iniziale di accensione. Il fumo sprigionato poi diventa davvero tantissimo, per questo è necessario uscire di casa per varie ore. Inoltre al ritorno a casa è bene lavarare soprattutto le stoviglie e magari anche i vestiti se sono stati molto a contatto con il fumo.
Con questo metodo tutti gli acari e gli altri insetti nascosti tra i tatami e nella casa muoiono.

Foto di tatami





















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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).