Slang Americano

Siete arrivati negli Stati Uniti e nonostante gli anni passati a studiare inglese non riuscite a capire gli americani quando parlano? Tranquilli, è normalissimo: negli USA, molto più che in altre nazioni, l’uso dello slang è dilagato tanto da diventare quasi una seconda lingua e molte espressioni sono utilizzate quotidianamente da tutti. Non è considerato un dialetto e nemmeno un modo di parlare giovanile, perché anche adulti e anziani usano lo slang, anche se molte espressioni e modi di dire si sentono per lo più tra le comunità ispaniche e afroamericane, perché non dimentichiamoci che lo slang è nato e si è sviluppato principalmente dal linguaggio del rap e delle gang. Anche se alcune espressioni sono riconosciute e comunemente utilizzate a livello nazionale, altre sono tipiche di alcune zone o città. Se ad esempio siete in vacanza a New York e vi chiedono se volete una “pie” qua significa solo una cosa: pizza (intera, non il trancio)! Nel resto del Paese, invece, “pie” si usa con il classico significato che si impara a scuola, ovvero “torta”. In molte città poi le espressioni sono legate alle comunità di immigrati più numerose e spesso si utilizzano parole non inglesi o si mescola l’inglese ad altre lingue; restando sempre a New York, dove la comunità ispanica è molto numerosa, se un newyorchese vi chiede indicazioni per una “bodega” vi sta chiedendo dov’è un grocery store, ovvero un tipico mini-market dove si compra l’essenziale (caffè, bagel, shampoo, ecc.).

Purtroppo tutte queste espressioni non vengono insegnate a scuola e spesso non si trovano nemmeno nei dizionari, ma credo che sia utile impararne almeno qualcuna per conoscere meglio la cultura americana, oltre che per riuscire a comunicare con le persone del posto ed evitare di fare gaffe! Ma non limitatevi solo ad impararle: quando vi capita usate queste espressioni per dare l’impressione di essere dei veri americani!

Salutare qualcuno

Se vi sentite dire “Yo, bro/dude/man!” non vi stanno insultando, ma semplicemente salutando. “Yo” è una forma molto colloquiale e giovanile, che non sentirete spessissimo e a volte è sostituito da “hey” o “hi” mentre “bro” (abbreviazione di brother), “dude” e “man” significano semplicemente “amico”.

Per chiedere come va o come stai, spesso si usa “what’s up”, pronunciato in maniera veloce e abbreviata, tanto che risulta come “wassap”. È un’espressione informale, solitamente usata tra gli amici, mentre nei negozi e nei ristoranti vi sentirete dire spesso “How are you doing?” leggermente più formale, ma meno di “How are you?”, la classica espressione che insegnano nelle scuole e che non viene quasi più usata. Dimenticatevi invece di espressioni come “How do you do” e anche risposte come “I’m fine, and you?”, perchè non le sentirete mai!

Parlare del tempo

Se sentite il facchino dell’hotel che “yak” (parla, blatera) del tempo, potrebbe consigliarvi “It’s very brick outside, you should take a coat”, ovvero “si gela fuori, è meglio che prenda un cappotto”.

Arrabbiarsi: Mad vs Tight

Come ci hanno insegnato a scuola “Mad” ha tra i suoi significati “arrabbiarsi” mentre “Tight” si usa, tra le altre cose, per indicare che un abito è “stretto/aderente” (le tights infatti sono le calze da donna). Ma quando uscite in compagnia di un americano e vi dice che è “mad hungry” non spaventatevi: non significa che è “arrabbiato perché ha fame”, ma semplicemente che “sta morendo di fame/non ci vede più dalla fame”. E allora cercate un ristorante e se mentre mangia esulta con l’espressione “That’s crazy good!” (è buonissimo!) sta semplicemente facendo i complimenti allo chef!

Dovete invece preoccuparvi se qualcuno vi dice “You got me tight!”: significa che l’avete fatto arrabbiare tantissimo!

Fare i complimenti/criticare

Se quando provate un nuovo vestito, la commessa del negozio se ne esce con espressioni come “You look dumb (stupido, sciocco) good!” o “you look terrific!”: non vi sta dando degli stupidi e nemmeno dicendo che state malissimo, ma semplicemente vi sta facendo i complimenti per il look. Siate felici anche se vi dicono “ You’re a badass/cool”: significa che siete “in gamba”. Non sorridete invece se qualcuno dice in giro che siete “geek” o “creepy” significa che siete un po’ “sfigati/imbranati” o talmente “strani da far quasi paura”! Ma potete sempre rispondere che sono tutte “bullshit”, ovvero “cavolate”.

Esprimere stati d’animo

Le vacanze sono finite ed è arrivato il momento di tornare a casa? Se siete “depressi/tristi” potete usare le espressioni  “I’m feeling blue” or “I have blues”, se invece non vedete l’ora di rivedere la vostra famiglia e siete “super emozionati/non state più nella pelle” allora siete “hyped”. “Hype” si usa anche per indicare che una persona sta “esagerando” nell’esprimere emozioni positive o negative, quando ad esempio siete euforici perché avete trovato per terra “ten bucks”, ovvero “dieci dollari”! Ma vi è concesso esultare se invece trovate un “benjamin”, ovvero una banconota da 100 dollari (perché sopra è ritratto il volto di Benjamin Franklin).

Le contrazioni di parole: Wanna, Gonna & Co.

Oltre allo slang, è bene imparare anche parole che seppur non possano essere propriamente considerate slang sono molto utilizzate. Si tratta in realtà di contrazioni di due o più termini, usate nel linguaggio colloquiale informale. Forse alcune le conoscete già, perché si sentono spesso nei film e serie tv, nelle canzoni e persino nei discorsi del Presidente Obama. Eccone alcune:

  • watcha. Se vi sentite dire “whatcha doing” o “whatcha want” vi stanno semplicemente chiedendo “cosa fate” o “cosa volete”; watcha è l’abbreviazione di “what are you”;
  • gonna è la contrazione di “going to” che significa “essere in procinto/programmare di fare qualcosa”, ad esempio se vi chiedono “What are you gonna do today?” vi stanno chiedendo “cosa avete intenzione di fare o che programmi avete”. Potete rispondere “I gotta (have got to) go shopping”, ovvero “devo andare a fare spesa”;
  • gotcha deriva dall’unione di “I got you” e viene usato spesso con un bambino ad esempio se giocate a rincorrerli direte “I gotcha”, ovvero “ti ho preso”, ma si usa anche in una conversazione per dire “ho capito quello che mi stai dicendo o ti comprendo perfettamente”;
  • gimme è invece l’abbreviazione di “give me”. Un esempio è il classico “gimme five” per dire “batti il cinque con la mano”;
  • wanna è invece la contrazione di “want to”. Se vi chiedono “Do you wanna eat a burger?” non dovete far altro che rispondere di sì!!

Queste sono solo le principali abbreviazioni che sentirete ma ce ne sono tante altre, come “Lotta” (Lot of), “Kinda” (Kind of), “Lemme” (Let me), Dunno (Don’t know).

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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