Sanità in Giappone

Sono stato spesso negli ospedali giapponesi ed ho avuto modo di vederne l’ambiente e capire un po’ come funziona il tutto, poi anche grazie a libri e internet ho raccolto alcune informazioni aggiuntive con cui ho scritto questo articolo.

In linea di massima penso che gli ospedali in Giappone siano migliori di quelli italiani, anche se c’è da dire che hanno costi proibitivi. Per questo motivo per i turisti che visitano il Giappone è fondamentale l’assicurazione sanitaria in viaggio.

Costi

Si è soliti associare il Giappone a costi proibitivi in ogni aspetto della vita quotidiana per i residenti. Per quanto riguarda il sistema sanitario occorre dire che sebbene possa apparire decisamente più caro rispetto a quelli occidentali, Italia compresa, esso è tuttavia più accessibile rispetto ad esempio a quello americano, dove le cure vengono fornite solo a fronte del pagamento di costosissime assicurazioni. Dal 1961 il Giappone fornisce una copertura sanitaria che permette di accedere praticamente tutti ai servizi di prevenzione, cura e riabilitazione. In particolare lo stato copre i costi sanitari al 70%, mentre il restante 30% è a carico del paziente. Tutti i residenti del Giappone sono tenuti per legge ad avere una copertura assicurativa sanitaria che permetta di sostenere quel 30% non coperto dalla pubblica sanità. Il pagamento per i servizi medici personali avviene attraverso un sistema di assicurazione gestito a livello governativo, che tutela indistintamente tutti i cittadini. Coloro ai quali la propria azienda non paga un’assicurazione integrativa che copra quella percentuale di spese a proprio carico, hanno la facoltà di chiedere dei pubblici sussidi. A seconda del reddito familiare e dell’età dell’assicurato, i pazienti sono tenuti a versare il 10%, 20% o 30% delle spese mediche non coperte dallo stato. Le soglie mensili sono fissate per ogni famiglia e tutte le spese che superano tala soglia vengono rimborsate dal governo. I pazienti sono inoltre liberi di scegliere medici e strutture presso le quali sottoporsi a tutte le cure del caso. Gli ospedali, per legge, devono essere gestiti da realtà no-profit, dalle quali sono escluse tutte le società a scopo di lucro.

Assicurazioni

L’assicurazione sanitaria è obbligatoria per tutti i residenti del Giappone, anche se non vi è alcuna penalità per coloro che scelgono di non assicurarsi, circa un 10% della popolazione. In totale vi sono otto categorie assicurative, suddivise a loro volta in due sotto-categorie, ossia l’Assicurazione Sanitaria dei Dipendenti e l’Assicurazione Nazionale Sanitaria. Alla prima sotto-categoria appartengono per lo più i dipendenti pubblici, mentre alla seconda fanno capo i lavoratori autonomi e gli studenti.
Il premio assicurativo mensile viene generalmente scalato dal reddito. L’eventuale assicurazione sanitaria integrativa privata è disponibile solo per coprire costi extra e di solito prevede un pagamento forfettario, anziché basato sulle spese effettive.

Storia

Il sistema sanitario nazionale giapponese nasce nel 1927, quando fu creato il primo piano di assicurazione dei lavoratori dipendenti. A partire dal 1961 venne messo in atto il sistema di copertura assicurativa universale, mentre nel 1983 si attuò una particolare politica di tutela assicurativa nei confronti degli anziani. Alla fine del 1980, il governo riconobbe la necessità di unificare i vari sistemi assicurativi e di controllare i costi, facendo si che gli ospedali fossero adatti a fornire sia le cure ambulatoriali e sia le cure basate sul regime di ricovero, causando però alcuni risvolti negativi come la distribuzione non uniforme del personale sanitario, con le aree rurali paradossalmente meglio servite delle grandi città.

Gli ospedali

All’ingresso di ogni ospedale giapponese si trova una reception che indirizza il paziente nelle varie sezioni, a seconda della necessità (chirurgia, ginecologia, dermatologia cc.).
Se si entra in un ospedale per la prima volta, viene spesso richiesta una sorta di “tassa di introduzione” e occorre riempire un discreto numero di moduli, con informazioni personali, recapiti e dettagli circa il proprio stato di salute.
A seconda della sezione in cui si ha necessità di recarsi, occorre poi compilare dei documenti specifici; si ottiene infine una “scheda paziente“, che il più delle volte si presenta come una sorta di carta di credito con il proprio nome e il numero attribuito dall’ospedale. Molti strutture sono dotate di macchinette automatiche dove poter inserire questa tessera e stampare immediatamente tutta la propria scheda paziente.
Le attese possono essere anche molto lunghe, soprattutto per i pazienti nuovi, a quali non è concesso effettuare una prenotazione, ma la maggior parte delle sale d’attesa dispone di grandi schermi TV per passare il tempo.
Al termine della propria visita si riceve l’eventuale prescrizione medica e ci si può recare al banco per effettuare il pagamento, anche in questo caso attendendo che venga chiamato il proprio nome.

Dottori e infermieri

Se da un lato il Giappone, come qualsiasi altro stato al mondo, ha dottori bravi e dottori meno bravi, una differenza con la situazione italiana è che i dottori giapponesi lasciano che sia il paziente a raccontare la propria situazione e il tipo di iter medico che desidera intraprendere, mentre il sistema occidentale prevede che il dottore si occupi di tutto, dalla diagnosi alla decisione del tipo di cura.
Ecco perché, trovandosi in un ospedale giapponese, è utile insistere e pretendere che il proprio medico curante venga incontro alle nostre esigenze, spingendo affinché elabori un corretto piano d’azione.
Un’altra differenza tra il sistema sanitario nipponico e quello italiano è che non ci si ritrova mai soli col medico, al contrario vi è sempre un infermiere presente, persino nel caso delle visite ginecologiche.
A medici e infermieri viene concessa una licenza che dura tutta la vita e che non richiede alcun rinnovo. In Giappone non esiste una rigida differenziazione tra medici specialisti e medici generalisti. Tradizionalmente, i medici vengono formati per diventare specialisti , ma una volta che hanno completato la formazione, solo pochi continuano ad esercitare la professione di specialista, mentre la maggior parte lascia i grandi ospedali per andare ad esercitare in piccole realtà o cliniche proprie, senza tuttavia possedere un’idonea riqualificazione alla medicina generale.

Un caso particolare: gli studi dentistici

Negli studi dentistici italiani ogni paziente viene fatto accomodare in una stanza separata dalle altre, dove il dentista e l’assistente lo visitano in assoluta privacy. Negli studi giapponesi invece vi sono diverse poltrone nella stessa stanza e non è raro che un dottore si occupi contemporaneamente di più pazienti: è così che ci si trova a vedere e sentire tutto quello che succede al proprio vicino di poltrona.

Le medicine

Le prescrizioni su come assumere una certa medicina, vengono annotate direttamente su piccoli sacchetti di carta su cui è inoltre riportato il proprio nome; mentre in Italia si è tenuti ad acquistare l’intera confezione, anche quando magari si devono assumere solo poche pillole, in Giappone viene prescritta solo la quantità di farmaco di cui si ha realmente bisogno, un sistema decisamente funzionale e anti spreco. Nel caso di un numero di pastiglie inferiori a quello della confezione intera, ogni singola pastiglia viene fasciata separatamente e il paziente riceve una stampa che va a sostituire il classico bugiardino, e che contiene indicazioni sugli effetti collaterali, gli ingredienti della medicina ecc.
Spesso è lo stesso medico che consegna le pillole in singole buste.

Politiche governative in tema di sanità

Nel 2008 il Giappone ha speso circa l’8% del prodotto interno lordo del paese per la salute. A partire dagli anni ’80 si è registrato un aumento della spesa sanitaria, ma mentre alcuni paesi come gli Stati Uniti hanno conseguentemente aumentato i costi al cittadino, il Giappone si è impegnato a non aumentare significativamente tali costi, fissando delle soglie per le prestazioni mediche, onde evitare qualsiasi tipo di speculazione.

Il rovescio della medaglia

In proporzione al numero dei cittadini, il Giappone ha circa tre volte il numero degli ospedali rispetto agli Stati Uniti, e in media i giapponesi si recano in ospedale quattro volte più spesso rispetto agli americani, anche in presenza di malesseri minori, come semplici raffreddori. Per tale ragione, in alcuni casi si è registrata una carenza di risorse, come nella capitale Tokyo: un rapporto ha infatti mostrato che più di 14.000 pazienti in emergenza sono stati respinti almeno tre volte dagli ospedali prima di ottenere il trattamento richiesto, in alcuni casi con drammatiche conseguenze.

Ospedali nei drama giapponesi

In alcuni drama giapponesi è possibile vedere come sono all’interno gli ospedali in Giappone. In particolare il drama che vi consiglio è Kekkon Dekinai Otoko, che oltre ad essere probabilmente il più bel drama mai creato (molti lo citano spesso come l’esempio di “drama perfetto“), è anche un ottimo modo per vedere gli ospedali dato che il protagonista ci va spesso per farsi curare. Potrete vedere in particolare la sala d’attesa, l’incontro con la dottoressa, le infermiere ecc. E il tutto è decisamente realistico.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).