Racconti sull’eclissi solare

L’11 agosto del 1999 è stato uno di quei giorni in cui l’Italia, da nord a sud, si è fermata. E non per guardare una partita della nazionale di calcio: era il giorno dell’eclissi solare. Ma il fenomeno non riguardava solo l’Italia: tutta l’Europa si è fermata a guardare il sole nero, il giorno che si trasforma in notte per brevissimi ma intensi istanti.

Io nel 1999 avevo 13 anni, la giornata è stata memorabile per me, un giorno ve la racconterò, ma intanto qua sotto pubblico il racconto che mi ha inviato una visitatrice del sito in cui parla della sua esperienza.

Mi trovavo in vacanza a Bolzano, la città italiana che per prima vide l’eclissi e dove era previsto il massimo oscuramento del sole, quasi il 97%, quindi molto vicina alla totalità. In Italia, infatti, l’eclissi era visibile solo parzialmente, con percentuali di copertura del sole che variavano a seconda delle località.

Nell’aria si percepiva molta trepidazione e attesa per l’evento sin dalla sera precedente: tutti non facevano che parlare d’altro e chiunque incontravi ti chiedeva se e dove avresti visto l’eclissi. Tutti sapevamo che sarebbe stato un evento straordinario, non solo perché le eclissi di sole sono già di per sé un fenomeno suggestivo ed emozionante da vedere, ma anche per il fatto che si trattava dell’ultima eclissi solare del millennio. Era come la chiusura di un ciclo, che veniva salutato con una bellissima danza tra la Luna e il Sole, e dava inizio ad una nuova era. La prossima eclissi ad interessare tutta la penisola italiana sarebbe avvenuta solo nel 2075: un tempo troppo lungo che convinse tutti a non perdersi questa magia. L’eccezionalità dell’evento era data anche dal fatto che l’eclissi avrebbe coinvolto gran parte dell’Europa, permettendo a molte persone di assistere a questo spettacolo che solitamente ha luogo in zone circoscritte o remote, difficili da raggiungere, mentre in questo caso il percorso dell’eclissi attraversava il vecchio continente.

A Bolzano l’arrivo del fenomeno era previsto per le 11:30 circa, ma già dal mattino presto erano tutti in piedi pronti ad accaparrarsi il proprio spazio. Man mano che si avvicinava l’eclissi le piazze, i tavolini all’aperto dei bar, le terrazze degli hotel e gli spazi verdi si affollavano sempre di più.  L’avvicinarsi delle nuvole ci ha fatto temere, per un po’, che non saremmo riusciti a goderci al meglio l’evento, ma per fortuna non è stato così. La visione dell’eclissi è iniziata poco prima delle 11.30. Ricordo ancora quegli istanti come se fosse ieri. Nonostante la folla, all’improvviso la città era sprofondata in un silenzio surreale e tutti erano pronti al conto alla rovescia: c’era chi aveva già iniziato ad indossare gli occhialini, chi stava preparando le telecamere e le macchine fotografiche per immortalare l’evento, chi era munito di telescopio o binocolo per osservare meglio. Per molti di noi questa era la prima eclissi e questo ci faceva sentire in un certo senso privilegiati: sono in pochi quelli che possono dire di aver visto un’eclissi solare nella vita.

All’avvicinarsi dell’evento si avvertiva che nell’ambiente circostante qualcosa stesse cambiando: la temperatura si è abbassata di qualche grado, il cielo cominciava a scurirsi sopra le montagne, i mezzi pubblici e i locali hanno cominciato ad accendere le luci. Sembrava una di quelle scene apocalittiche che si vedono nei film e che anticipano l’arrivo di un evento catastrofico sulla Terra, ma per fortuna ciò che ci aspettava era tutt’altra cosa.

Lo spettacolo ebbe inizio: la Luna arrivò a sfiorare il Sole, che cominciò progressivamente a perdere la sua forma tondeggiante. C’era chi cominciava a vestirsi perché stava facendo sempre più freddo e chi invece, incurante di tutto, restava con lo sguardo fisso in alto, come ipnotizzato dall’eclissi. Nonostante sapessi cosa mi aspettava provavo uno strano senso di agitazione e timore che si mischiava alla gioia e all’adrenalina: in quei momenti lo scenario che si apriva davanti a me era qualcosa di surreale, che mi fece capire quanto siamo piccoli di fronte alla natura e all’universo. Tutto sembrava fermo, immobile, non si sentivano gli uccellini cantare come avviene di solito alla sera, segno che anche la natura sembrava assistere a quel momento. L’unico rumore era il clic continuo delle macchine fotografiche che cercavano di riprendere quegli istanti pur sapendo che non ci sono parole, foto o filmati che riescano a descrivere ciò che si vede in quei due minuti. Anche la foto scattata con la migliore macchina o un video non renderanno mai giustizia a questo spettacolo, per questo consiglio a tutti, se ne avete l’occasione, di cercare di vedere l’eclissi di sole almeno una volta nella vita perché al di là della catena di eventi meravigliosi che si susseguono, con il Sole che tende piano piano a spegnersi per lasciare spazio alla Luna, il cielo che si tinge di vari colori, il buio che scende a mezzogiorno per poi lasciare spazio nuovamente alla luce, l’evento più meraviglioso di tutti accade dentro di noi, perché in quegli istanti recuperi il contatto con te stesso, senti il tuo cuore battere all’impazzata per l’adrenalina e l’emozione e riesci a “sentire” ogni pensiero e ogni sensazione. Mentre ero lì, in mezzo a questa sorta di meditazione collettiva, era come essere parte di qualcosa di importante e unico; per la prima volta mi sentivo parte di quell’universo ancora in parte sconosciuto ed era come se vedessi il cielo per la prima volta, nonostante il cielo sia sempre lì, sopra di me, ogni giorno. La verità è che è proprio il fatto di sapere che c’è, che è sempre lì, che ci porta spesso a non guardare il cielo e in quei pochi minuti ti concentri su ogni dettaglio, ogni nuvola ogni sfumatura, ogni piccola stella i pianeta che brilla, anche se con l’eclissi parziale non si riuscivano a vedere benissimo, e ti rendi conto che la natura e l’universo sono in grado di creare magie incredibili, a cui nemmeno le spiegazioni scientifiche riescono a sottrarre fascino. Infatti nell’antichità il fascino di questo evento era alimentato anche da un alone di mistero che avvolgeva le eclissi solari: nessuno sapeva perché avvenivano ed erano considerate un cattivo presagio, e per questo molto temute. Oggi ci prepariamo all’evento già da molto tempo prima, sappiamo tutto o quasi sul perché è come avvengano le eclissi solari, abbiamo visto foto e filmati, e arriviamo pronti e attrezzati di ogni strumentazione. Ma nonostante ciò, la natura ci insegna che non siamo mai pronti ad un fenomeno del genere: è in grado di stupirci sempre e comunque.

Dopo quei brevi istanti che sono sembrati un’eternità, il Sole tornò alla sua forma abituale e la temperatura iniziava a risalire. Era tornata nuovamente l’estate a Bolzano. La folla piano piano si è dispersa, anche se qualcuno restava ancora lì, quasi incredulo da quello che aveva visto. Tutto è tornato alla normalità e finisce così il racconto di quella giornata memorabile, che resterà di certo tra i miei ricordi più belli.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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