Periodo Kofun

Il periodo Kofun è un’era della storia Giapponese che segue il periodo Yayoi. L’arco temporale che ricopre è quello che va dal 300 circa d. C. al 538. Questo periodo insieme a quello che segue (il periodo Asuka) viene spesso denominato periodo Yamato. Questo periodo si delinea come il più antico della storia giapponese, ma la cronologia delle fonti tende ad essere molto incerta quindi per effettuare uno studio preciso si ha bisogno anche delle scoperte archeologiche. L’etimologia della parola Kofun deriva dal tipo di tumuli che venivano usati in Giappone in questo periodo. Vi sono differenze religiose tra questo periodo e quello che segue, in quanto il periodo Kofun è caratterizzato dalla cultura scintoista che esisteva prima che si diffondesse il Buddismo.

La società durante il periodo Kofun

Durante questo periodo storico la società giapponese si fece più stratificata. Infatti troviamo gli uji: dove la parola uji designava un vero e proprio clan, questo si sviluppava intorno ad una famiglia nel quale i membri avevano legami di sangue ma non si sa se reali o meno. Gli individui di questi clan vantavano un antenato comune o di discendere da una divinità. Ogni clan era organizzato in maniera gerarchica e patriarcale. Vi era un capo, detto uji no kami, il quale svolgeva funzioni politiche e religiose, era il tramite diretto tra la divinità e i membri del clan. Come si può facilmente intuire dalla struttura patriarcale della società, questa carica di capo veniva trasmessa da padre in figlio insieme ad alcuni oggetti simboli di potenza come lo specchio, un sigillo ed una spada che esistevano già precedentemente. Questi oggetti, carichi di simbologia, li ritroviamo in molte leggende giapponesi. All’interno stesso dei clan vi era un’ulteriore stratificazione, alcuni sottogruppi di famiglie chiamate ie. All’interno di una comunità esistevano anche persone che non appartenevano direttamente al clan ma lavoravano per esso, magari per il clan di importante del territorio, questi venivano generalmente chiamati be, ed erano spesso lavoratori dei tessuti, pescatori, contadini etc.. La piramide sociale delle comunità ai tempi del periodo Kofun finiva con gli yatsuko, il gradino più basso popolato da servi.

I primi contatti tra i clan

I vari clan cominciarono ad avere contatti tra loro, ma non sempre questi rapporti furono pacifici. Nel migliore dei casi nascevano delle federazioni di clan con al capo il clan più importante. Il più potente di questi clan fu quello di Yamato (ecco perchè spesso questo periodo storico viene ribattezzato Yamato). Gli Yamato riuscirono a sottomettere gli altri clan e ad avere una prima unione. Il capo clan Yamato si vantava di discendere direttamente dalla divinità Amaterasu questo sicuramente ebbe il suo peso nel sottomettere gli altri clan. È attestato il fatto che molti clan ebbero rapporti commerciali con i regni coreani quali Silla, Koguryŏ e Paekche.
Dai ritrovamenti effettuati in Corea gli archeologi hanno supposto che la popolazione del periodo Kafun ebbe grande influenza militare, l’attività militare stava quindi iniziando a svilupparsi considerevolmente.
Non solo militarmente ma anche economicamente il clan Yamato si stava sviluppando arrivando a commerciare con i vicini asiatici.

La tomba Kofun

Le tombe Kofun che hanno dato il nome a questo periodo erano strutture molto semplici, fatte di pietra e costruite sulle colline, dentro vi era solo un sarcofago in legno e qualche oggetto che potesse servire al defunto nell’aldilà. Le prime tombe quindi non avevano caratteristiche speciali. Fu a partire dal V secolo che iniziano ad essere costruite diversamente. Anche il sarcofago era in pietra e non più in legno, inoltre si faceva più attenzione alla conservazione della tomba. Successivamente gli oggetti che dovevano accompagnare il morto nell’aldilà sparirono e al loro posto furono inseriti gli haniwa. Questi sono delle tipiche statuette in terracotta che venivano usate solo per le sepolture. Gli haniwa potevano rappresentare diversi soggetti come guerrieri, contadini, artigiani, musici etc..
Le tombe Kofun sono importanti per due motivi. Il primo è per i ritrovamenti archeologici che sono stati fatti, con gli haniwa e precedentemente oggetti di uso comune. Il secondo è per le tantissime informazioni che ci forniscono sulla stratificazione sociale di allora. Infatti le tombe di personaggi più importanti erano distanti da quelle delle persone meno importanti, spesso venivano costruite sulla cima di una vallata ed avevano un corredo funerario fatto di oggetti molto più rifiniti e particolareggianti. Le tombe più importanti sono state trovate proprio nel territorio degli Yamato.

L’introduzione del Buddismo

Nel “Nihon shoki” si narra della diffusione del Buddismo in Giappone. Questa religione si sarebbe diffusa a partire dal 552 e proveniva forse dal vicino regno coreano di Paekche. La leggenda vuole che il sovrano di questo regno mandò al Kinmei dei Yamato (il capo clan) una statua del Buddha insieme ad una lettera in cui spiegava che cos’era questa religione e i vantaggi di adorare Buddha.
L’inserimento di una divinità fortemente estranea provoco vari squilibri nei clan dell’arcipelago nipponico. Di fatti vacillava la posizione del kami che era capo religioso nonché politico. Nelle fazioni in cui la presenza del kami era più radicata non si vide quindi di buon occhio l’introduzione di un nuovo credo, mentre invece i clan meno legati al reggente Yamato accettarono di buon grado l’introduzione della nuova religione. Tra i clan favorevoli vi era il Soga che era immigrato direttamente dalla Corea. A questo si opposero due clan alleati: i Nakatomi e i Mononobe. Lo scontro tra le due parti fu inevitabile e si ebbe intorno al 587. A vincere questo conflitto fu il clan Soga. Questa vittoria determinò l’accettazione della nuova religione in Giappone, ma non solo. Infatti il fatto che i Soga si imposero sui clan rivali comportò anche il consolidamento di rapporti commerciali con i vicini orientali Cina e Corea.
Ma il Buddismo non significò solo lotta e scontri tra clan ma anche un nuovo modo di pensare a livello culturale e sociale. Di fatti alcuni riti religiosi precedentemente celebrati caddero nel dimenticatoio. La stessa costruzione delle tombe che dà il nome al periodo Kofun fu sostituita dalla cremazione dei cadaveri. Un altro cambiamento molto significativo fu l’introduzione della scrittura dalla vicina Corea che si ispirava alla scrittura cinese. Da questo periodo in poi le fonti sono più certe grazie alla verifica di testi scritti. Sebbene le fonti scritte non siano molte risultano decisive per inquadrare la storia del Giappone che prende caratteristiche meno mitiche. Non bisogna però ritenere che con la venuta della nuova religione la vecchia sia andata in pensione, anzi lo Shinto fu ancora praticato e con il tempo si mescola al Buddhismo e vi si affianca completamente.

Politica e influenze con Cina e Corea

Intorno alla fine del 5° secolo i rapporti tra Giappone e Corea iniziano a modificarsi infatti la Cina e la Corea tendevano sempre più all’unificazione isolando le isole nipponiche. Se da una parte però il Giappone temeva il gigante vicino (la Cina), dall’altro ammirava la cultura cinese di cui ne imitava le gesta. Si iniziarono ad esempio a costruire città su modello della vicina Cina.
Con il termine Toraijin si indicano persone che sono venute in Giappone da paesi stranieri (il senso del termine è molto generale). Toraijin indica anche le persone che insediandosi in Giappone ne hanno concepito la cultura e si sono neutralizzate, ma anche gente venuta in tempi antichi dalla vicina Cina tramite le isole Nansei. Queste migrazioni hanno introdotto molti aspetti della cultura cinese in Giappone. Per delineare l’influenza cinese e soprattutto per censire quanti non erano nipponici ma bensì provenivano dalla vicina Cina vi è un testo molto importante il Shōjiroku Shinsen, scritto nell’ 815, qui sono state censite le famiglie con origini non indigene. A detta di questo testo erano più di 600 le famiglie che aveva usanze cinesi.
Ma non solo cinesi vennero in Giappone portando le loro tradizioni e mescolandosi con la cultura locale, vi furono anche molti coreani. Molti coreani giunti in Giappone soprattutto nel IV secolo divennero progenitori dei futuri giapponesi. Secondo il Nihon Shoki la più antica testimonianza di immigrazione coreana illustre era Amenohiboko, un principe leggendario che si stabilì in Giappone forse intorno al IV secolo.
Dal punto di vista politico il clan Soga si rafforzò molto configurandosi come una potenza nemica del clan Yomato. Il capo del clan Soga fece uccidere l’imperatore nonostante c’era con lui un rapporto di parentela (era il nipote), quest’omicidio avvenne perchè vi erano dei contrasti interni per l’affermazione del clan. Nel 592 l’imperatrice Suiko salì al trono e fu la prima donna a ricoprire questo ruolo. Contemporaneamente un nipote di Suiko venne nominato sesshō, ovvero reggente e di fatto regnò al suo posto. Questi era conosciuto con il nome di Shōtoku Taishi. Shatoku fu l’arbitro tra la cultura Kofun e la successiva Asuka, alcune riforme che attuò infatti portarono profondi cambiamenti al Giappone.

La nascita della scrittura

Le influenze con i vicini orientali coreani e cinesi furono fondamentali per la nascita della scrittura in Giappone. Infatti nelle isole la scrittura arrivò tardi e sia i coreani, sia i giapponesi che i cinesi scrivevano con caratteri cinesi. Di sicuro si sa che la scrittura in Giappone si è sviluppata anche sull’onda di una sorta di ammirazione per la vicina Cina. In molti clan le capacità letterarie della vicina Cina erano molto apprezzate tanto da copiarle. I reperti archeologici lo confermano, infatti la spada di Inariyama datata tra la fine del IV secolo e l’inizio del V contiene iscrizioni con caratteri di tipo cinese.
In generale è possibile affermare che in questo periodo gran parte della cultura materiale del Giappone proviene dalla vicina Cina tramite la Corea, molti archeologi confermano questa ipotesi in quanto alcuni reperti mostrano somiglianze nel modo di costruire le armi, ma non solo dai vicini orientali arrivarono alcune colture sconosciute ai Giapponesi ed anche la lavorazione dei tessuti.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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