National Historic Trails Interpretive Center

Il passato del Wyoming è un intreccio di storie affascinanti di cowboy, indiani e pionieri. Il nome di questo Stato deriva dalla lingua dei nativi americani e significa “grandi praterie” e qui ancora oggi il paesaggio è dominato da immensi spazi aperti, una natura selvaggia e incontaminata e montagne che sembrano toccare il cielo.

In una cornice così non è difficile tornare con la fantasia al 1800 e immaginarsi le carovane dei pionieri solcare i sentieri diretti ad ovest in cerca di fortuna o libertà. Molti di loro si fermavano a Casper, una piccola stazione di sosta che oggi è divenuta la seconda città più grande del Wyoming. Arrivando a Casper ci si trova di fronte ad una località moderna e vivace, ma che conserva gelosamente il proprio passato e la propria cultura: i rodei sono ancora oggi l’evento più atteso dell’anno e i numerosi musei della città raccontano la storia di queste terre. Tra questi c’è il National Historic Trails Interpretive Center dove attraverso mostre e attrazioni interattive si narrano le vicende dei pionieri che si avventuravano sui quattro leggendari percorsi della storia del West: l’Oregon Trail, il Mormon Pioneer Trail, il California Trail ed il Pony Express Trail.

Visitando il museo avrete l’opportunità di ripercorrere questi storici tragitti, scoprendo com’era la vita dei pionieri all’epoca, quali erano i loro sogni, le loro ambizioni e quali difficoltà dovevano affrontare.

Visitare il museo

La più grande migrazione verso l’ovest è avvenuta tra il 1840 e il 1870: si conta che circa 500.000 persone sono passate attraverso l’area di Casper in questo periodo. I motivi che spinsero i pionieri a mettersi in marcia erano dei più svariati: c’è chi si dirigeva verso l’Oregon in cerca di nuovi terreni, chi scappava dalle persecuzioni religiose cercando la libertà nella Great Salt Lake Valley e chi invece prendeva parte alla corsa all’oro in California. Ogni carovana lasciava dietro di sé non solo dei tracciati sul terreno, ma una storia fatta di speranze, paure, gioie e dolori. E tutte queste storie sono raccontate oggi all’interno delle sette sale espositive del museo attraverso filmati, mostre, foto e documenti storici. Appena entrati, nella lobby troverete l’Inscription Wall, una parete che riporta i nomi dei migranti che sono stati ritrovati incisi sulle rocce o altri oggetti lungo i percorsi.

Il viaggio comincia dalla mostra “Ways of the People”, dedicata alla cultura degli indiani d’America. Si passa poi all’esposizione U.S. Looks West, che offre una panoramica su coloro che per primi si sono avventurati verso ovest, facendo quasi da apripista ai pionieri; tra loro c’erano missionari, esploratori e alpinisti, come   Whitman, Jim Bridger e John C. Fremont.

Si prosegue poi con la “Footsteps to the West” una presentazione di circa 20 minuti che cerca di raccontare, attraverso immagini e narrazioni recitate, la vita dei pionieri, così com’era descritta nei diari personali che sono stati ritrovati.

Dai racconti si intuisce l’estrema difficoltà e fatica che un viaggio del genere comportava. Uno dei tratti più temuti era l‘attraversamento del fiume North Platte River a bordo delle carovane. I visitatori del museo possono rivivere in maniera virtuale quell’esperienza grazie ad un’attrazione interattiva.

Il percorso di visita si sviluppa poi su quattro aree tematiche, ciascuna inerente ad uno degli storici percorsi, ma probabilmente quello più toccante è il Mormon Pioner Trail. I mormoni pionieri viaggiavano in direzione di Salt Lake Valley e molti di essi, non avendo soldi per cavalli e bestiame, utilizzavano carretti a mano per trasportare i loro effetti personali e i bambini. Il loro percorso si snodava lungo il fiume North Platte e il fiume Sweetwater e divenne conosciuto come il Mormon Trail. Il loro viaggio fu uno dei più terribili della storia e molti mormoni non sopravvissero alla fatica e al freddo; i visitatori possono ascoltare i loro racconti e le testimonianze, narrate attraverso le pagine dei loro diari, e provare virtualmente a trascinare dei carretti a mano per rendersi maggiormente conto di quanto potesse essere faticoso, soprattutto nei sentieri ripidi di montagna.

Nel museo è anche possibile provare l’esperienza di sedersi e viaggiare su una carovana; per rendere  l’esperienza ancora più veritiera sono stati riprodotti i suoni delle ruote e degli zoccoli dei cavalli e le immagini dei paesaggi attraversati.

Il museo organizza occasionalmente eventi speciali e rivisitazioni storiche.

Informazioni generali

L’ingresso al National Historic Trails Interpretive Center è gratuito per bimbi e ragazzi fino a 15 anni, mentre gli adulti pagano 4-6 dollari.

Da settembre ad aprile il museo è aperto dal martedì al sabato dalle 9:00 alle 16:30, mentre in estate è aperto tutti i giorni dalle 08:00 alle 17:00.

Galleria Foto

Informazioni e mappa

Nome: National Historic Trails Interpretive Center

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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