Museo JEATH della guerra

Tra il 1942 e il 1943, Kanchanaburi, in Thalandia, è stato lo scenario in cui si è svolto uno dei tanti tragici avvenimenti della storia: si tratta della costruzione della Ferrovia di Burma, meglio nota come la Ferrovia della Morte. La costruzione è stata eseguita da prigionieri di guerra sotto il controllo giapponese, costretti a lavorare in condizioni disumane e sottoposti a continue torture.

In memoria di questi terribili eventi, nel 1977 l’abate di Wot Chai Chumpol Venerable Phra Theppanyasuthee ha deciso di adibire a museo l’area del tempio situata tra i fiumi Khawae Yai e Khwae Noi, in modo da poter conservare una testimonianza di questo periodo e dare prova della crudele abilità dell’uomo di infliggere ogni sorta di atrocità contro i propri pari.

Il Museo

Il museo JEATH della guerra è una tappa fondamentale per ogni appassionato di storia che voglia conoscere in modo approfondito gli eventi che hanno segnato in modo profondo e drammatico questo paese. Si presenta diviso in due sezioni che riproducono in modo fedelissimo lo scenario in cui si sono svolti gli avvenimenti del periodo di costruzione della Ferrovia della Morte. La prima sezione riguarda nel dettaglio la costruzione della Ferrovia della Morte e l’altra consiste nella fedele ricostruzione delle capanne di canne di bambù in cui dormivano i prigionieri. A ricreare l’atmosfera contribuiscono le tante immagini che rappresentano le terribili condizioni di vita imposte ai tanti giovani uomini che hanno contribuito ai lavori e che hanno perso la vita. Il racconto della vicenda avviene anche tramite dipinti, disegni, armi, strumenti e mappe insieme alle testimonianze scritte lasciate dai sopravvissuti, dai familiari e dagli amici di coloro che hanno qui hanno perso la vita e dagli autori che hanno intervistato i prigionieri che hanno subito le angherie dell’esercito giapponese.

La visita al museo costituisce un’esperienza indimenticabile, capace di segnare profondamente i visitatori e di risvegliarne la coscienza tramite una riflessione sull’indescrivibile crudeltà della nostra specie, che pretende di elevarsi come superiore alle altre in quanto dotata di raziocinio ma viene smentita continuamente dalla storia.

Curiosità

Il nome del museo presenta un acronimo, JEATH, le cui lettere indicano le varie nazionalità coinvolte nella costruzione della ferrovia: giapponese, inglese, australiana, americana, thai e olandese (in inglese: Japanese, English, Australian, American, Thai, Holland).

Il film del 2014 di Jonathan Teplitzky, The Railway Man (traduzione italiana: Le due vie del destino), racconta questi eventi ispirandosi all’omonimo bestseller autobiografico di Eric Lomax, un ufficiale dell’esercito britannico mandato in un campo per prigionieri di guerra in Giappone.

Informazioni e mappa

Nome: Museo JEATH della guerra
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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