Furoshiki

Il furoshiki è un oggetto tipicamente giapponese, consistente in un quadrato di stoffa piegato ed annodato ad arte per fasciare regali o semplicemente per contenere e trasportare oggetti vari. Oltre a fungere da carta da regalo, il furoshiki viene infatti comunemente impiegato per avvolgere e trasportare libri, frutta, bottiglie di vino, pietanze ecc. Un altro impiego di questa versatile stoffa è come tovaglia per la tavola da pranzo.

I moderni furoshiki vengono realizzati con una varietà di tessuti, tra cui seta, cotone, rayon e nylon. I colori più tipici sono marrone, verde scuro e nero (per regali destinati ad uomini) e fantasie più o meno sgargianti e vari elementi decorativi per regali destinati a donne. Il termine è generico e non si riferisce ad un particolare modello o ad una particolare taglia. Di solito i furoshiki presentano un motivo stampato e un orlo cucito attorno ai bordi. A differenza della carta da pacchi, che spesso diventa inutilizzabile dopo essere stata utilizzata per fasciare un regalo, il furoshiki può essere utilizzato più e più volte e può anche essere annodato in modo da formare una borsa improvvisata. Il quadrato di stoffa ha dimensioni variabili, dai 45 cm per lato per fasciare piccoli oggetti fino a 230 cm di lato, per fasciare elementi grossi e ingombranti, spesso nei cambi di stagione. Uno dei due lati è in genere più lungo dell’altro, in modo tale da facilitare l’annodamento. Un furoshiki di taglia small misura circa 45-60 cm, la taglia medium 70-75 cm, la large 90-105 cm, la XLarge 120-130 cm e infine la taglia XXLarge 175-230 cm.

In Giappone, quando si porta un dono ad un amico o ad un parente, lo si porta fasciato nel furoshiki, dopodiché, una volta giunti al cospetto del destinatario del regalo, si scioglie il nodo, si apre la confezione e si consegna il contenuto, solitamente riportandosi indietro la stoffa, per non lasciare intendere che ci si aspetta un regalo confezionato nello stesso furoshiki.
Oggi è facile vedere donne in abiti tradizionali con doni o altri oggetti fasciati nei furoshiki, così come non è raro vedere pubblici funzionari con i loro documenti avvolti in questa stoffa tradizionale. Ultimamente il furoshiki è stato oggetto di rivalutazione, per la sua semplicità e varietà di tessuti e fantasie.

Tecniche per piegare il furoshiki

Similmente a quanto avviene con l’origami, l’arte del furoshiki prevede vari tipi di pieghe in grado di trasformare un quadrato di stoffa in un attraente e originale confezione per doni e oggetti. Ogni piega ha un suo nome specifico, legato alla destinazione d’uso, tra le più comuni Otsukai Tsutsumi, Yotsu Musubi, Katakake Fukoro, Suika Tsutsumi, Kousa Tsutsumi, Kakushi Tsutsumi, Ippon Bin Tsutsumi ecc. In sostanza esistono tante pieghe quanti sono gli oggetti che si possono fasciare.

Cenni storici

Il furoshiki era diffuso in Giappone già nel lontano XII secolo con il nome di hirazutsumi e diventò assai popolare nel periodo Muromachi (1392-1573), usato per trasportare abiti o nell’ambito dei bagni pubblici (Sento), come tappetino per i piedi , in questo caso chiamato proprio furoshiki (“Furo” è bagno, “shiki”, dal verbo “shiku”, significa stendere). Successivamente l’utilizzo del furoshiki si è legato al mondo dei commercianti, come mezzo per fasciare e trasportare le merci e per confezionare regali.
Benché ancora piuttosto diffusi, il numero di furoshiki in circolazione diminuì sensibilmente nel dopoguerra, in gran parte a causa dell’avvento del sacchetto di plastica.
Negli ultimi anni, è stato oggetto di rinnovato interesse, di pari passo con le tematiche di tutela dell’ambiente: a partire dal 2006 il Ministro dell’Ambiente giapponese Yuriko Koike ne ha promosso l’utilizzo come alternativa al sacchetto di plastica, in un’ottica ecologista che ha riscosso un certo successo: egli ha contribuito infatti a creare una versione a base di bottiglie di plastica riciclate, chiamata “mottainai furoshiki“, sottolineando l’importanza di sfruttare a pieno il potenziale di un materiale prezioso come la plastica.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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