Fumo in Giappone

Il solo Giappone con i suoi tanti fumatori rappresenta uno dei maggiori mercati asiatici, ed è al secondo posto, dopo la Cina come il paese più “fumatore” dell’Asia. Il numero dei fumatori giapponesi è di fatto cresciuto negli anni. Ad oggi sono circa 30 milioni i fumatori in Giappone. Molto diffuso il fumo tra gli adulti e anche tra gli adolescenti. Alcune stime del 2002 parlano della popolazione maschile giapponese come una delle più dedite al fumo di sigaretta. Negli ultimi anni si sono registrate cifre più basse di fumatori adulti, circa il 35% per gli uomini adulti e solo il 12% per le donne fumatrici. La legge in materia di tabacco si è fatta più dura negli ultimi decenni vietando il fumo ai minori di 20 anni. La questione del fumo in Giappone è piuttosto controversa ed anche abbastanza contraddittoria rispetto a molti altri paesi del mondo, per poterne parlare è necessario fare dapprima un piccolo excursus storico per partire dalle radici del problema. Infatti il fumo non era conosciuto in tempi antichi è stato introdotto solo nel secolo scorso.

L’avvento del fumo in Giappone

Il fumo in Giappone non era molto conosciuto, si è diffuso soltanto dopo la seconda guerra mondiale per opera degli americani che vennero in Giappone. In realtà anche precedentemente qualche timido contatto con il fumo il Giappone l’aveva avuto. Nel 1543 infatti si ebbe l’avvento dei marinai portoghesi, forse i primi ad introdurre il fumo in Giappone. Ma si pensa che anche prima qualche cultura nipponica avesse avuto dei precedenti con il fumo. Difficile è risalire all’origine della diffusione, molto più facile accettare il fatto che l’uso del fumo in Giappone si sia diffuso massicciamente solo dopo la seconda guerra mondiale poiché non vi sono fonti certe che ne attestino la presenza prima.

Il divieto di fumare in strada in alcune città del Giappone

Passiamo ora a delineare come è regolato il fumo in Giappone, sia quello relativo alle sigarette, che ai sigari ecc.. Le sigarette in Giappone sono spesso le stesse che si trovano in altri paesi. I prezzi però sono decisamente diversi, mentre da noi un pacchetto di sigarette costa mediamente 5 euro, in Giappone abbiamo una media di circa 300 Yen che è decisamente poco. Per il turista che si reca in Giappone per la prima volta è bene sapere che per strada, ad esempio a Tokyo, è severamente vietato fumare, soprattutto mentre si cammina. Verrebbe da chiedersi perchè è vietato se è possibile acquistare sigarette per strada. Una volta acquistate verrebbe subito di accendersene una, ed invece si rischiano sanzioni. Il motivo di una tale norma è dato dal fatto che in Giappone lo spazio ha una fondamentale importanza, specie in città molto grandi come Tokyo. Di conseguenza quando i marciapiedi sono affollati c’è il rischio di scottare con la sigaretta i passanti, è fatto divieto quindi di fumare in strada per semplici questioni di spazio. Oltre alla sicurezza dei passanti e alle questioni di spazio questa norma tutela anche i marciapiedi che non diventano così dei posacenere, questi che potrebbero sembrare problemi di poco conto in realtà hanno molto peso in agglomerati urbani del calibro di Tokyo. Prima di andare in Giappone come turisti è bene conoscere dove vige questo divieto. Di fatti non in tutto il Giappone è vietato fumare per strada. La norma varia da quartiere a quartiere. È possibile rendersi conto del divieto già dai cartelli presenti che sono molto eloquenti anche per chi non parla o legge il giapponese. Di fatti si tratta di cartelli con disegni spesso anche molto divertenti per i turisti, che sono invitati a non fumare per strada. Questa norma è apparsa in Giappone soprattutto nel corso del’ultimo decennio. Comunque norme a parte in Giappone non è comunque visto di buon occhio chi fuma in strada, infatti è considerato sconveniente e maleducato. Di conseguenza sappiate che se vi recate in Giappone è bene non fumare per strada anche dove non c’è il divieto per non essere additati come maleducati.

I posti dove fumare in Giappone

Vista la norma che vieta il fumo di sigaretta in strada viene da chiedersi: e allora dove si fuma? Solo nei luoghi privati? Solo nelle proprie abitazioni? I giapponesi hanno pensato alle esigenze di tutti, infatti per i fumatori esistono delle apposite aree, le cosiddette smoking area. Generalmente sono collocate nei pressi delle stazioni, oppure rappresentano spazi aperti. Ad esempio possono essere veri e propri parchi adibiti solo ai fumatori. Ci sono poi delle vere e proprie cabine, che non servono per telefonare a casa, ma per ritirarsi a fumare in pace.

E nei locali si può fumare?

A differenza dell’Italia in cui un po’ di anni fa è stato introdotto il divieto di fumo nei locali pubblici in Giappone invece il fumo nei locali è consentito. Di conseguenza via libera al fumo in pub, ristoranti e locali vari, non c’è una legge che lo vieta e soprattutto spesso non ci sono zone per fumatori e zone per non fumatori. Nella maggior parte dei locali nipponici vi troverete a dover condividere l’ambiente con un fumatore ed anche se il locale è più occidentalizzato e quindi con sala per fumatori o meno sentirete puzza di fumo sicuramente. Inoltre vi è la possibilità di trovare locali dove non si può fumare solo in rari casi per questioni di pericolosità stessa dell’ambiente. I giapponesi effettivamente non si preoccupano molto del fumo passivo ed anzi si può fumare un po’ ovunque nei locali, anche davanti ad un computer, infatti il fumo non è vietato neanche nei frequentatissimi internet point.

La cosa più interessante e se vogliamo strana è che talvotla il cameriere al ristorante chiede “volete un tavolo per fumatori?” e se voi dite di NO vi danno un tavolo per non fumatori, ma che magari si trova a solo 3-4 metri da un tavolo per fumatori dove stanno fumando come delle ciminiere.

Anche negli internet-café nella zona “non fumatori” talvolta, per quanto potenti possano essere le cappe d’aspirazione, si può sentire un po’ di puzza di fumo.

Quanto si rischia se si fuma per strada?

Come si è visto le uniche zone in cui il fumo è vietato sono le strade, proprio il contrario di quello che succede da noi, dove i locali sono proibitivi ma nessuno vi multa se vi accendete una sigaretta per strada. Comunque le multe in questo ultimo caso sono abbastanza salate, si tratta di 1,000 yen la cifra minima fino ad arrivare anche a 20,000 yen a seconda dei casi. Come si è detto non tutte le città hanno questa norma, in tutto il Giappone infatti sono circa una ventina. Nei treni i non fumatori sono più tutelati che nei locali pubblici, infatti vi sono treni che hanno vagoni esclusivamente per fumatori. Su molti shinkansen recentemente vige il divieto di fumo, ma a volte ci sono vagoni esclusivamente per fumatori in cui c’è una perenne nebbia davvero “potente” che scoraggia anche il solo passaggio nel vagone per qualche secondo.

La diffusione dei sigari in Giappone

Sebbene con una tradizione diversa rispetto ai paesi occidentali c’è da dire che anche in Giappone esistono i sigari ma la situazione è completamente diversa dalle sigarette. Di fatti i sigari in Giappone non sono così economici come le sigarette, anzi hanno prezzi molto molto elevati, inoltre rispetto alle sigarette non si trovano così facilmente per strada nelle macchinette automatiche anzi sono molto difficili da reperire. Vi sono infatti solo alcuni locali che vendono i sigari e permettono di fumarli. Ci sono tutti i maggiori marchi di sigari venduti anche in occidente, il cubano, il toscanello, etc… con la differenza che costano quasi il doppio che in Italia.

Marijuana in Giappone

Come altri paesi del mondo la Marijuana in Giappone è illegale, basta possederne un po’ per incorrere in reato penale. Le leggi nipponiche sono molto restrittive in materia. Si rischiano infatti multe severe se non addirittura il carcere. Sia che per uso personale o meno anche una piccola quantità di canapa può far passare guai grossi. Negli ultimi anni però il Giappone sta richiedendo sempre di più la legalizzazione della cannabis. Sono nate intorno all’argomento moltissime associazioni. Si chiede la legalizzazione soprattutto per usi personali o medici, anche di piccolissime quantità. Il 2011 è stato caratterizzato da moltissime manifestazioni di protesta per chiedere la legalizzazione. Inoltre i dati statistici confermano che negli ultimi anni sono cresciuti i reati legati al possesso di cannabis ed è cresciuto addirittura il numero di persone che la coltiva in casa piuttosto che acquistarla illegalmente. In Giappone protestare in strada è molto raro ed anche solo poche centinaia di persone che scendono in strada con cartelli e urlando slogan possono creare scalpore, tant’è vero che nel 2011 una semplice protesta di 1000 persone ebbe un fortissimo richiamo mediatico. È curioso sapere che si è pensato anche alla coltivazione di Canapa per la bonifica delle aree intorno al disastro nucleare di Fukushima. Effettivamente una particolarità di questa pianta è infatti depurare il terreno in cui viene piantata. Lo stesso principio fu adottato per Chernobyl anche se fu fallimentare. In realtà quest’idea di piantare canapa per bonificare una zona radioattiva potrebbe funzionare solo nel caso di aree piccole e non troppo estese come lo sono invece quelle interessate dal disastro nucleare di Chernobyl.

Donne e fumo in Giappone

In precedenza ho illustrato il tasso percentuale di donne che fuma, molto basso rispetto a quello degli uomini. Le donne giapponesi fumatrici sono infatti tra il 10% e il 12%. Ciò è dovuto principalmente ad una questiona di ruoli. Di fatti la donna giapponese che fuma è considerata poco femminile. Il fumo è da sempre considerato un vizio tipicamente maschile dalla società nipponica. Per quelle che fumano è sconveniente accendere la sigaretta in pubblico. L’idea del fumo sconveniente nella donna è dato anche dal fatto che la società nipponica considera la donna come la portatrice della maternità e quindi l’unica che può far nascere sano un bambino e si sa che fumo e gravidanza non vanno d’accordo. Dalla metà degli anni 90 in poi le donne fumatrici in Giappone sono aumentate soprattutto le giovani donne che iniziavano a fumare. Molti studi confermano il fatto che la donna giapponese inizierebbe a fumare per motivi di stress, la sigaretta quindi aiuterebbe le persone a rilassarsi. Per alcuni le donne devono godere della parità anche nel fumo. Di fatti è curioso che in alcune fiction televisive non ci si preoccupa della sconvenienza e si riprendono donne che fumano.

I giovani ed il fumo in Giappone

Nel 2005 uno studio ha dato ottime notizie sul fronte giovani. Di fatti i giovani che fumavano in Giappone erano il 37% nel 2000, successivamente nel 2005 erano scesi al 22%, un calo significativo in quanto gli adolescenti giapponesi scoprono il fumo troppo presto. Un’indagine aveva ricercato gli inizi addirittura durante la frequentazione della scuola media. Dati statistici degli anni 90 erano ancora più preoccupanti con una percentuale alta di giovani che iniziava a fumare sigarette alle scuole medie per poi continuare alle superiori. Ho già fatto cenno al fatto che la legge impone il divieto di fumo ai minori di 20 anni, ma è una delle poche norme facilmente aggirabili in Giappone. Infatti è facile per i giovani ottenere le sigarette ed è ancor più facile non farsi scoprire vista la diffusione capillare delle macchinette automatiche. Un altro sondaggio ha confermato di recente che il 60% degli studenti universitari fuma regolarmente.

I dati sul fumo

Passiamo ora ad analizzare i numeri sul fumo in Giappone. Ho già anticipato che si tratta di cifre alte per gli uomini adulti e meno alte per le donne adulte. Al 2010 le stime parlano infatti del 36% di fumatori. Il numero è in diminuzione rispetto all’anno prima ma grande se si considera che negli Stati Uniti, paese molto più grande del Giappone la percentuale di fumatori è del 24%. Sebbene il numero di fumatori giapponesi è in calo il Giappone con questi dati si conferma uno dei paesi con più alta percentuale di fumatori adulti. Andando a ritroso nel tempo si nota dai dati che la situazione ora è migliorata ma prima era davvero preoccupante. Di fatti solo nel 2005 la percentuale di fumatori è scesa sotto alla soglia del 40%. Nello stesso anno la stima delle donne fumatrici era circa dell’11%.

Le percentuali di fumatori hanno toccato l’apice negli anni 60 quando il 49% della popolazione fumava, quasi metà della popolazione maschile giapponese era dedita al fumo. Unico picco per le donne fumatrici invece c’è stato nel 1998 quando il 18% della popolazione femminile dichiarava di essere dedita al fumo di sigaretta. Un dato sconcertante è il fatto che la popolazione non fumatrice è nella fascia di età tra i 40 e i 69 anni. Ciò spinge ad interrogarsi sulle abitudini della gioventù giapponese troppo vicina al fumo. Il fumo negli ultimi anni infatti è in aumento specie nelle giovani donne con alti tassi percentuali, circa il 21% delle donne giovani fumano. Nel 1980 solo il 10% delle giovani donne fumava, quindi dal punto di vista della gioventù femminile si è andati a peggiorare.

Le percentuali di fumatori variano da regione a regione. Ad esempio Osaka, una delle città più grandi del Giappone, conta anche una popolazione molto fumatrice, più del 45% degli uomini fuma regolarmente, le donne invece sono ferme all’11%, comunque la percentuale più alta di tutto il Giappone. A Tokyo, si è in controtendenza. Di fatti più del 30% degli uomini fuma mentre invece circa il 9% delle donne è fumatrice.

Il fumo e la vita giapponese

Come si è detto il fumo è stato introdotto nelle isole nipponiche per mano dei portoghesi nel XVI secolo e diffuso poi dagli americani dopo la seconda guerra mondiale. In tempi più antichi però si sospetta che il tabacco fosse già conosciuto e che venisse usato come merce di scambio. In pochi decenni il Giappone è diventato uno dei paesi più fumatori al mondo anche grazie alle poche politiche antifumo, sorte solo negli ultimi anni. L’opinione pubblica sul fumo non è molto accesa, di fatti anche i professionisti o medici giapponesi spesso fumano, quasi come se non fosse una questione di salute ma solo un fatto di abitudine. Spesso si regalano sigarette in beneficenza o una “macabra” usanza è quella di inserire pacchetti di sigarette nelle bare quando muore una persona dedita la fumo o di portare un pacchetto di sigarette al cimitero o mettere le sigarette vicino alla ceneri conservate a casa. I fumatori sono si privilegiati dall’avere un distributore ad ogni angolo, ma anche avvantaggiati dal fatto che il fumo è molto sponsorizzato. Ad esempio si organizzano veri e propri tour per fumatori da parte di agenzie di viaggio che mettono a disposizione voli dove si può fumare, soggiorni in albergo e vacanze in paesi con una politica liberale sul fumo. Gran parte del marketing che c’è intorno al fumo è orientato a far aderire al mondo del fumo sempre più donne e giovani. Si veda la pubblicità delle sigarette, è ammessa in ampie fasce orarie dal lunedì al venerdì in televisione. Tra le vari pubblicità televisive e quelle sui giornali, nonché internet, radio e cartelloni per strada si capisce come i giapponesi siano diventati un popolo molto dedito al fumo. L’industria del tabacco è massicciamente presente con un marketing incessante.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).