Dipendenza da zuccheri

La dipendenza da zucchero coinvolge moltissime persone e può assumere dimensioni talvolta preoccupanti, tanto che molti studiosi la paragonano alla dipendenza da sostanze stupefacenti.

Secondo uno studio del 1987, lo zucchero agisce come un potente farmaco analgesico che attiva particolari recettori del nostro cervello in una maniera simile a molte droghe, un effetto confermato anche da una ricerca effettuata dall’università di Princeton nel 2002: un gruppo di ricerca ha somministrato a dei topi una soluzione con zucchero al 25% (percentuale simile a quella che caratterizza le comuni bevande analcoliche), notando come dopo un mese questi animali fossero diventati “dipendenti” dalla soluzione di zucchero. Molti ricercatori sostengono che lo zucchero e il sapore del dolce stimolino il cervello attivando le beta endorfine, le stesse sostanze chimiche attivate con l’assunzione di eroina e morfina.

Nonostante venga raccomandato che la quantità di zuccheri quotidianamente assunti non superi il 10% del totale delle sostanze ingerite, un’associazione statunitense ha affermato che, in base a recenti ricerche, sia tollerato che un quarto dei cibi e bevande siano rappresentati da zuccheri.
Infine, uno studio del 2008 ha osservato come lo zucchero produca dopamina nel nostro cervello, scatenando così una vera e propria dipendenza, specialmente nel caso dello zucchero raffinato, in particolare quello bianco. La concentrazione eccessiva e la velocità di assorbimento di questa sostanza sono tali da squilibrare il metabolismo fisiologico degli zuccheri e il proprio stato psico-emotivo, causando ansia, depressione, stress e sbalzi d’umore.

Una vera e propria droga

Se da un lato è relativamente facile accettare il concetto che molti cibi dolci industriali siano di fatto nocivi, poveri di sostanze nutritive e ricchi di elementi dannosi per il nostro organismo, dall’altro si fatica ad immaginare come il cibo industriale possa diventare una vera e propria droga. Spesso questi elementi vanno ad alterare l’equilibrio naturale del corpo, sia dal punto di vista ormonale che da quello del metabolismo e del sistema immunitario, andando a sostituire la nostra condizione di equilibrio con uno stato alterato che finiamo per percepire ormai come normale.
Spesso quando alcuni di questi alimenti vengono a mancare, insorgono vere e proprie crisi di astinenza, e, alla stregua di una droga, la loro assunzione provoca un senso di momentaneo piacere. I tipici sintomi di astinenza che possono insorgere anche quando si salta ad esempio l’abituale pausa caffè sono: ansia, irritabilità, mancanza di concentrazione, emicrania, depressione e in qualche caso persino capogiri e mancamenti.

Lo zucchero industriale

Uno degli errori che si tende a commettere è quello di pensare che quando la scienza parla di esigenza di zuccheri nel nostro organismo ci si riferisca allo zucchero raffinato industriale.
Lo zucchero raffinato proviene dalla barbabietola e subisce numerosi processi chimici prima di arrivare sulla nostra tavola, ormai impoverito delle sue sostanze nutrienti e dei sali minerali, in quanto manipolato con sostanze come la calce e i solfiti. Tra i danni causati dall’assunzione di zucchero raffinato vi sono il fatto che esso contribuisce ad innalzare velocemente il livello glicemico, creando forti scompensi all’asse glicemico-insulinico, apporta calorie prive di valori nutrizionali, squilibra sensibilmente il pH del sangue e quello della cavità orale, provocando carie e altre disfunzioni e svolge una azione dannosa nei confronti del sistema scheletrico.

Come combattere la dipendenza da zucchero

Ho scritto anche un articolo dedicato esclusivamente a come mangiare meno zuccheri, che vi invito a leggere.
L’approccio migliore è quello graduale, evitando di interrompere bruscamente il consumo di zucchero per non provocare una fase di dolorosa astinenza. In casi gravi l’ideale è rivolgersi ad uno specialista dell’alimentazione, con il quale concordare uno stile alimentare studiato in base alle abitudini personali e optando eventualmente per appositi integratori che andranno a colmare eventuali lacune nutrizionali, ma per la maggior parte delle persone un semplice autocontrollo può andare più che bene.

Ecco alcuni consigli facilmente spendibili per ridurre sensibilmente il consumo di zucchero:

  • Sostituire lo zucchero raffinato con quello di canna, o meglio ancora con miele o sciroppo d’acero
  • Nel momento in cui si acquistano biscotti, dolci, gelati o yogurt, optare per versioni con minori quantità di zuccheri.
  • Esaminare con cura le etichette dei prodotti alimentari per controllare la quantità di zucchero
  • Sostituire i dolci con frutta fresca o secca
  • Optare per marmellate non zuccherate
  • Sostituire le bevande gassate con acqua o succhi di frutta non zuccherati
  • Evitare di aggiungere zucchero al latte
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi godo la vita in ogni sua forma.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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