Come fare un brainstorming

Brainstorming è un termine inglese composto dalle parole brain (cervello) e storming (tempesta) e significa letteralmente tempesta di cervelli.

Si tratta di un’espressione utilizzata per indicare una modalità di lavoro di gruppo in cui viene sfruttato il gioco creativo dell’associazione di idee, allo scopo di far emergere diverse possibili soluzioni ad un problema. Durante una sessione di brainstorming, ogni partecipante è stimolato a produrre in modo creativo quante più idee possibili: ogni idea viene annotata e poi discussa tra tutti i partecipanti e solo in un secondo tempo viene eseguita una scelta delle idee.

Fu il pubblicitario Alex F. Osborne a coniare il termine, verso la fine degli anni ‘30: una delle caratteristiche principali del brainstorming è la totale assenza di censura nei confronti delle idee proposte.
Il brainstorming può portare ad una completa soluzione del problema o ad una lista di idee che si trasformeranno nella stesura di un programma di lavoro per trovare una soluzione in seguito.

Applicazioni

Il brainstorming ha molte applicazioni pratiche, tra cui lo sviluppo di nuovi prodotti, l’ideazione di idee per campagne pubblicitarie, la ricerca di sistemi per migliorare i processi di produzione, la gestione di progetti e persino la preparazione di un processo giudiziario da parte di avvocati.
Il brainstorming si rivela particolarmente efficace anche per superare il cosiddetto “blocco dello scrittore”, in quanto può aiutare uno scrittore a raccogliere i propri pensieri e le proprie idee prima dell’inizio della stesura di un testo: in questo caso il risultato dovrebbe essere una lista di parole o frasi che potrebbero portare alla stesura di uno scritto preliminare, il quale a sua volta faccia di apripista per l’opera.

Fasi del brainstorming

  1. Definizione e scomposizione del problema
  2. Identificazione di quelle parti del problema che richiedono un intervento di tipo creativo
  3. Raccolta di informazioni inerenti al problema
  4. Produzione di idee nuove
  5. Decisione e valutazione delle idee

Il conduttore

Un sessione di brainstorming prevede la presenza di un conduttore, che ricopre un ruolo chiave, in quanto deve conoscere bene il problema in questione, guidare i membri del gruppo verso la produzione di idee creative e stimolarne l’interesse attraverso un atteggiamento fiducioso.
Colui (o colei) che conduce la sessione dovrebbe preparare accuratamente le richieste da sottoporre al gruppo, formulandole in forma aperta, per permettere ai partecipanti di non fissarsi su vecchie idee.

La scelta del luogo

Il luogo di una seduta di brainstorming dovrebbe essere il più possibile tranquillo e confortevole, con un tavolo possibilmente rotondo (in modo che tutti si possano vedere reciprocamente), sedie comode e acqua. Molto utile anche la presenza di una stenografa, o eventualmente di un registratore con cui memorizzare la seduta.
Infine, ogni partecipante deve essere dotato di carta e penna per prendere appunti.

I partecipanti

Solitamente una sessione di brainstorming prevede un gruppo che va dai 3 ai 10 partecipanti, gruppo che può essere più o meno eterogeneo in quanto a specializzazione, gerarchie, interessi ecc.
Un gruppo eterogeneo è preferibile in quanto caratterizzato da menti diverse, le cui idee altrettanto diverse possono portare a risultati più apprezzabili.
Solitamente, ai partecipanti convocati non viene esposto il problema fino all’inizio della seduta, questo per evitare ricerche preventive.

La seduta

La durata di una seduta può variare a seconda della quantità di idee prodotte, in genere si aggira intorno all’ora.
Nel corso della sessione, il conduttore deve incoraggiare i partecipanti alla produzione di idee, mantenendo la disciplina sulle regole e cercando di evitare vuoti di idee che ne possano compromettere il flusso.
Uno degli errori più comuni che viene commesso durante la seduta è quello di criticare le idee altrui: tale errore andrebbe evitato a tutti i costi, in quanto controproducente rispetto all’obbiettivo del brainstorming, che resta quello di raccogliere il maggior numero di idee possibili, senza censura. Osservazioni e suggerimenti (purché costruttivi) devono semmai essere un punto di partenza per nuove idee. Anche l’idea apparentemente meno inerente potrebbe aprire la pista giusta per arrivare alla soluzione del problema.
Il moderatore esordisce spiegando ciò che vuole ottenere. Viene poi fissato un tempo e viene dato l’avvio.
I partecipanti dovranno fare proposte secondo il proprio filo del pensiero, senza mai commentare ciò viene detto dagli altri. Nel frattempo, il moderatore o chi per lui, registra tutte le idee prodotte.
L’unico vincolo dato dal conduttore è che ogni partecipante deve evitare di accavallarsi agli altri, ponendo almeno qualche secondo tra una proposta e l’altra. A tal proposito esistono alcune varianti nel metodo di proporre le idee:

  • Ogni partecipante, a turno, enuncia la propria idea, il tutto avendo solo qualche secondo a disposizione; nel caso un partecipante non abbia alcuna idea nell’immediato, si passa alla persona successiva.
  • Ogni partecipante è libero di proporre la propria idea quando vuole. È responsabilità di chi registra, tenere traccia di tutto.

Scaduto il tempo, si rilegge l’elenco e si evidenziano le proposte che suscitano interesse, anche senza una ragione particolare. Al termine della seduta, il conduttore invita inoltre i partecipanti a comunicargli tutte le idee che possano presentarsi nel giorno successivo, alla luce del fatto che, qualche volta, le idee migliori possono presentarsi anche a sessione terminata.
Le idee prodotte vengono poi selezionate secondo i criteri di attuabilità, convenienza e compatibilità rispetto al risultato che si vuole ottenere.

Le mappe mentali

Uno degli strumenti più utilizzi nel corso dei brainstorming è la cosiddetta mappa mentale, una forma di rappresentazione grafica del pensiero teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan alla fine degli anni ’60.
Tale rappresentazione si basa sulle sinestesie create con colori e immagini e su tutti quei processi mentali che collegano spontaneamente le informazioni: la costruzione di una mappa mentale procede con la libera associazione mentale a partire da un elemento centrale, cui si agganciano progressivamente nuovi elementi, i quali si allargano via via a raggiera, la dove ciò che si colloca radialmente fa da punto intermedio in un processo associativo potenzialmente senza limiti.
Una mappa mentale efficace permette di far scaturire spontaneamente e velocemente le idee, ecco perché trova largo utilizzo durante le sessioni di brainstorming.

Consigli per un brainstorming efficace

  • Evitare di interrompere il flusso di idee, anche se vengono fuori idee apparentemente stupide.
  • Fingere che ogni parola abbia la necessità di essere spiegata, focalizzando la propria attenzione su quella determinata parola fin quando non si sarà in grado di descriverla con ulteriori dettagli.
  • Quando si avverte un rallentamento nei pensieri, rivedere le idee prodotte fino a quel momento: rileggerle potrebbe fare da stimolo per produrne di nuove.
  • Alla fine del brainstorming, riorganizzare le parole in categorie sequenziali.
  • Quando si ottiene una lista di buone idee, lavorare sulla bozza, anche mediante l’uso di mappe mentali.
  • Nel momento in cui si partorisce una buona idea, evitare sempre di fermarsi: a volte le idee successive potrebbero rivelarsi addirittura migliori.
  • Per allenare la mente al processo di brainstorming, durante il tempo libero provare a stimolare la propria immaginazione, ad esempio guardando un oggetto e provando ad associarvi qualcosa.
  • Non scartare immediatamente un’idea, al contrario continuare a far lavorare il cervello, osservando dove i possano condurre i propri pensieri.
  • Evitare le correzioni: il brainstorming è una pratica priva di censura.
  • Conservare i fogli del brainstorming, in quanto potrebbero tornare utili in un secondo momento.
  • Tenere sempre carta e penna a portata di mano, in modo da non rischiare di dover interrompere il flusso di idee.
  • Durante il brainstorming, grande beneficio si può trarre dall’ascolto di musica, purché priva di testo (che potrebbe al contrario distrarre).
Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi godo la vita in ogni sua forma.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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