Andrea Diprè

Tutti in Italia hanno sentito parlare di Andrea Diprè, critico d’arte e personaggio carismatico, di cui si parla tanto, spesso a sproposito senza conoscere la realtà dei fatti.
Ho scritto questo articolo per dirvi tutta la verità su di lui.

Chi è

E’ nato nel 1974 a Tione di Trento, paese nel quale ho vissuto la maggior parte della mia infanzia, ma non lo posso definire un mio “compaesano” dato che è tecnicamente è originario di un paese lì vicino di cui non rivelo il nome per ovvi motivi di privacy. Laureato in giurisprudenza, attualmente non è iscritto all’albo dell’Ordine degli Avvocati. Qualcuno sostiene sia stato radiato ma in realtà fonti attendibili mi dicono che Diprè sia stato “cancellato” e questo gli consentirebbe di iscriversi in un’altra Corte d’Appello e per lo stesso motivo è legittimato a continuare a farsi chiamare avvocato.
E’ uno dei personaggi più noti su Youtube, e non solo, con apparizioni televisive che lo hanno reso famoso, tra cui una puntata memorabile e stupenda a Mi Manda Raitre, la partecipazioni a “Diretta Biancorossa” nel marzo 2015 e molte altre.
Acclamato in locali di tutto il Paese, capace di sconvolgere e talvolta farsi detestare per le sue idee di vivere la vita in modo diverso dalla maggior parte delle persone. Ma lui può, perché lui è Andrea Diprè.

Com’è esploso su Youtube

Come ha sostenuto Diprè stesso in un’intervista, il tutto è nato quando decise di caricare online i video fatti nelle sue trasmissioni televisive. In particolare il video con l’intervista ad Osvaldo Paniccia dopo qualche mese è diventato virale, raggiungendo un numero di visualizzazioni impressionante.
Successivamente ha poi creato un numero notevole di video, molti dei quali purtroppo tolti da Youtube (vedi sotto nel capitolo dove parlo della censura), arrivando a decine di milioni di visualizzazioni.

Le false accuse di “truffa”

Nel corso del tempo, in particolare nei primi anni 2000 Andrea Diprè, in veste di critico d’arte, ha promosso artisti di ogni tipo, facendosi pagare per la vendita di spazi televisivi, con regolare contratto, in cui venivano mostrati artisti, veniva raccontata la loro storia e venivano vendute le loro opere.
Secondo alcuni di questi artisti Diprè ha fatto credere loro di poter vendere le opere a moltissimi soldi e quindi recuperare l’investimento iniziale per comparire in TV. E’ stato in realtà un bravo venditore e al momento non c’è nessuna prova che possa dimostrare una presunta truffa.
Non ho informazioni dettagliate per sapere se ci sia realmente un processo in corso, ma vorrei ricordarvi che fino alla sentenza di Cassazione una persona deve ritenersi innocente in ogni caso, soprattutto in questo, in cui è palese che non c’è stata alcuna truffa reale. Nel caso la giustizia in futuro facesse il suo corso, aggiornerò questa pagina, ma al momento Diprè non mi risulta sia stato condannato ne in primo grado ne soprattutto in via definitiva, quindi chi sostiene che abbia compiuto truffe sta semplicemente diffamando.

Diprè per il sociale

Molti ignoranti confondono la vendita di spazi televisivi per gli artisti con i video della serie “Diprè per il sociale” in cui Andrea Diprè intervista personaggi molto “particolari” del panorama italiano. In questi video nessuna persona intervistata ha pagato Diprè, e sfido chiunque a dimostrare il contrario.
Molte di queste interviste, spesso bizzarre, hanno contribuito a rendere ancora più celebri alcune persone come Giuseppe Simone e Rosario Muniz per esempio, facendoli diventare dei veri e propri VIP, elogiati in eventi in tutta Italia. Sono quindi video in cui non solo Diprè non ha intascato niente nel momento in cui li faceva, ma hanno anche aiutato molti a farsi conoscere ancora di più.

Donne: opere d’arte mobili

Spesso Andrea Diprè è stato accusato di essere maschilista, a causa di video in cui belle donne vengono mostrate in atteggiamenti che qualcuno definisce ambigui. In realtà non è assolutamente maschilista, anzi!!
Diprè le chiama “opere d’arte mobili”. Ora riflettete, è più degradante farsi chiamare così oppure fare la “valletta” in TV al servizio di un presentatore? Pensate poi ai concorsi di bellezza, decine di ragazze che sfilano per un pubblico e un gruppo ristretto di giudici che decide chi è la migliore, come una serie di oggetti in cui si sceglie qual è quello degno di un premio.
Diprè, chiamando le donne più belle “opere d’arte mobili” le onora, perché una vera opera d’arte mobile è padrona del suo corpo, della sua intelligenza, della sua furbizia, della sua vita, una donna quindi che ha tutto il diritto di esprimersi, di mostrare le proprie idee riguardo il sesso in modo libero. Nelle interviste “Diprè per Lei” viene mostrato questo lato della donna, talvolta anche con atteggiamenti volgari, è vero, ma quelle dei suoi video sono donne che decidono coscientemente di esporsi e ne hanno tutto il diritto. Esattamente come Valentina Nappi, una che ha il coraggio di dire ciò che pensa, qualcuno direbbe “andando controcorrente” ma in realtà lei va nella direzione giusta, sono gli altri che vanno nella direzione sbagliata con concetti vecchi di secoli.

Il Dipreismo, una religione

Intorno al 2014 d.C. Andrea Diprè ha fondato la sua religione, il Dipreismo.
Spiegarvi cos’è il Dipreismo è ovviamente difficile, così come per un cattolico è difficile spiegare cos’è il cristianesimo a persone che credono in altre religioni.
Il Dipreismo merita tutto il rispetto possibile, così come qualsiasi altra religione.
A differenza di molte altre religioni, il fondatore del Dipreismo è vivo e quindi non si può “non credere”, ma eventualmente se qualcuno lo desidera può “non condividere” gli aspetti di questa religione.
Andrea Diprè sostiene di poter dare all’essere umano la felicità su questa Terra e dato che questa religione è la risposta a tutti i problemi, invita tutti a convertirsi.
Inizialmente, secondo il fondatore, erano presenti due templi, uno a Los Angeles ed uno a Las Vegas, ma si stanno per aprire alcuni luoghi di culto anche in Italia, uno dei primi è già presente, a Parma.
Alla base del Dipreismo c’è il concetto di vivere la propria vita nel migliore dei modi, fregandosene delle regole imposte dalla società. Vi sono poi 3 aspetti fondamentali: il sesso, i soldi, la droga. Concetti che si potrebbero anche non condividere ma che comunque, come dicevo poco sopra, dato che fanno parte di una religione vanno rispettati.

ll suicidio e la resurrezione

Il 6 ottobre 2014 Andrea Diprè ha annunciato in video il proprio suicidio, per colpa di una censura ricevuta su Youtube.
Alcuni giorni dopo, più precisamente l’11 ottobre, Diprè risorge e si ripresenta in video. I più scettici insorgono dicendo che si trattava di una messa in scena, mentre invece chi crede nella religione dipreista è fermamente convinto che sia tutto vero.
Centinaia di milioni di persone credono che oltre 2000 anni fa un uomo di nome Gesù morì e risorse 3 giorni dopo: una storia presente in libri scritti nel corso del tempo anche da parte di persone che non videro i fatti narrati con i loro occhi. Come si può quindi offendere chi crede nella resurrezione del fondatore del Dipreismo dopo tutte le prove mostrate, anche in video? La maggior parte delle critiche alla resurrezione sono mosse da persone invidiose, incapaci di sopportare la suprema verità.
Attualmente non è chiaro se la Pasqua Dipreista sia da festeggiare o se in segno di rispetto ci sia da compiere qualche rito particolare. Soprattutto poi non si sa se questa giornata storica si debba ricordare l’11 ottobre o ogni anno la data cambi così come il giorno in cui i cattolici ricordano la presunta resurrezione di Gesù. In realtà, in un tweet della fine di marzo 2015 Diprè ha detto che “la Pasqua Dipreista cade l’11 ottobre” ma non è comunque ancora chiaro se effettivamente si deve festeggiare in quel preciso giorno e quali siano le modalità.

I video censurati

In Italia molte persone ritengono ingiustamente di avere la verità assoluta e poter decidere ciò che è giusto e cosa non lo è, senza rispettare le opinioni degli altri.
Youtube ha dei limiti per i video che si caricano, ma spesso per colpa di bacchettoni che segnalano a caso, molti video storici vengono rimossi anche se non sforano quei limiti.
Questo ovviamente è un male non tanto per lo youtuber stesso, in questo caso Andrea Diprè, ma per la libertà di parola e di pensiero. Tutti bravi a dire “Je suis Charlie”, poi se invece qualcuno ha un pensiero diverso da quello comune, tutti pronti a cliccare sul tasto “segnala” o ancora peggio insultare.

Gli haters

Oltre a decine di migliaia di fan e un numero incalcolabile di convertiti al dipreismo, sono migliaia di persone pronte a guardare gli ultimi video caricati da Diprè, spesso solo con lo scopo di mettere il “pollice in giù” ed insultare, due gesti sciocchi di cui tra l’altro a Diprè non importa niente, come lui stesso ha detto più volte.
Troppe persone hanno la presunzione di voler decidere cosa dovrebbero fare gli altri nella vita, mentre il dipreismo, come già sottolineato, consente a tutti di vivere come meglio credono: decidete voi quale sia la miglior strada per vivere in un mondo civile, senza l’ipocrisia di dire, lo ripeto, “Je Suis Charlie”, ma poi essere contro a chi ha un’opinione diversa.

Il presente e il futuro

Qualcuno sostiene che lo Stato dovrebbe dare un contributo per creare un archivio sicuro, tipo bunker, dove tenere i video di Andrea Diprè per mostrarli alle generazioni future.
Potrei parlarvi della sua divisa dipreista, delle sacerdotese, dei personaggi creati, ma concludo col dirvi solo che lui è un’entità in continuo sviluppo e mutamento, ogni giorno fa scalpore, e crea pietre miliari per l’umanità.

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Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
Seguito da più di 2 milioni di persone sui vari social (Pagina Facebook, TikTok, Instagram, Youtube).