African Burial Ground National Monument

Ci sono luoghi di New York che ricordano alcune delle pagine più tristi della storia americana e alcuni di questi sono stati portati alla luce per caso, quasi come un monito che ci invita a non dimenticare. È così che è nato l’African Burial Ground National Monument: tra il 1991 e il 1992 419 corpi sono stati ritrovati durante gli scavi in un terreno nella zona di Lower Manhattan, mentre erano in corso i lavori di costruzione del Ted Weiss Federal Building. Dalle analisi effettuate sui corpi si è scoperto che si trattava di schiavi che nel 1600-1700 lavoravano per le famiglie olandesi; non avendo denaro per la sepoltura gli schiavi venivano sepolti gratuitamente nel terreno che all’epoca era il cimitero della Trinity Church.

Si stima che in totale gli schiavi seppelliti nella Lower Manhattan fossero circa 15.000 e quindi quelli ritrovati sono solo una piccola parte, ma questa scoperta è stata definita da molti come uno dei più importanti ritrovamenti archeologici degli Stati Uniti, mentre  per gli Afro-americani resta una ferita ancora aperta difficile da dimenticare. Non dobbiamo dimenticarci che la schiavitù in America è durata oltre 200 anni e la conquista della libertà e dei diritti civili è stata un’impresa lunga e difficoltosa per cui molte persone hanno sacrificato la propria vita. Molti dei corpi ritrovati non hanno un nome e non si conosce la loro storia, ma per commemorare queste morti si è deciso di costruire l’African Burial Ground National Monument.

Consigli per la visita

L’atmosfera serena che si respira in questo luogo è quasi surreale, considerando che intorno al monumento si ergono i giganteschi grattacieli del Financial District. Eppure questo luogo silenzioso offre l’ambiente ideale per riflettere e lasciarsi travolgere dalle emozioni che evoca. Attraverso un percorso a spirale si accede al centro del monumento e sui muri compaiono diverse citazioni e scritte che invitano i visitatori a non dimenticare gli orrori della schiavitù. Il monumento è dedicato anche alle nuove generazioni di Afro-americani i cui antenati hanno vissuto una vita di schiavitù: il memoriale si rivolge anche a loro nel tentativo di collegare il presente con il passato e di ritrovare un punto di ricongiungimento, seppur simbolico, tra le nuove generazioni e quelle del passato.

Nel 2010 accanto al memoriale è stato realizzato anche un Visitor Center, che comprende alcune sale espositive, situato al piano terra del Ted Weiss Building, al 290 di Broadway. La mostra permanente principale, intitolata “Reclaiming Our History” racconta ai visitatori la storia del monumento e la sua importanza; attraverso documenti storici e immagini si cerca inoltre di ricostruire la vita degli Africani nella New York del 1600-1700 in relazione anche alla storia degli Stati Uniti. Il Visitor Center comprende anche un teatro e un negozietto.

Orari

Il memoriale all’aperto è visitabile da marzo a ottobre, dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 17:00.
Il Visitor Center e le mostre sono aperte dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 16:00.

Galleria Foto


Informazioni e mappa

Nome: African Burial Ground National Monument

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La nascita del monumento

Tra i 60 progetti in concorso fu scelto quello dell’architetto Rodney Leon: un monumento in granito che presenta una cartina geografica raffigurante il “Circle of Diaspora”, ovvero il tragitto via mare che gli schiavi percorrevano dall’Africa al Nord America. Le pietre utilizzate per realizzare il monumento provengono in parte dall’Africa e in parte dall’America per simboleggiare una sorta di unione e riappacificazione tra le due terre. Accanto si erge la ”Door of Return” che fa riferimento alla “The Door of No Return”, un nome che veniva dato ai porti africani da cui salpavano le navi cariche di schiavi. Nel 2006 il memoriale è stato dichiarato monumento nazionale e il viale Elk Street in cui si trova è stato rinominato African Burial Ground Way.

Marco Togni

Autore

Marco Togni

Abito in Giappone, a Tokyo, da molti anni. Sono arrivato qui per la prima volta oltre 15 anni fa.
Mi piace viaggiare, in particolare in Asia e non solo, e scoprire cibi, posti e culture.
Fondatore di GiappoTour e GiappoLife. Sono da anni punto di riferimento per gli italiani che vogliono venire in Giappone per viaggio, lavoro o studio. Autore dei libri Giappone, la mia guida di viaggio, Giappone Spettacularis ed Instant Giapponese (ed.Gribaudo/Feltrinelli) e produttore di video-documentari per enti governativi giapponesi.
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